Il valore dei rifiuti: Ferrara verso un’economia circolare

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L’Unione Europea investirà più di 3 miliardi di euro nel prossimo quinquennio nel settore del riciclo dei rifiuti. Si cambia prospettiva, i rifiuti sono risorsa da riciclare per recuperare materie prime. L’obiettivo è realizzare un’economia circolare che porti alla nascita di nuove attività produttive nel rispetto dell’ambiente. La città di Ferrara si appresta a cogliere questa opportunità puntando alla realizzazione di un distretto del riuso, e cercando una propria strada alla smart city.

28 Ottobre 2013

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Eleonora Bove

L’Unione Europea investirà più di 3 miliardi di euro nel prossimo quinquennio nel settore del riciclo dei rifiuti. Si cambia prospettiva, i rifiuti sono risorsa da riciclare per recuperare materie prime. L’obiettivo è realizzare un’economia circolare che porti alla nascita di nuove attività produttive nel rispetto dell’ambiente. La città di Ferrara si appresta a cogliere questa opportunità puntando alla realizzazione di un distretto del riuso, e cercando una propria strada alla smart city.

La spazzatura non esiste nella città intelligente, almeno come la intendiamo noi oggi; esistono gli ecoprodotti ovvero prodotti completamente riciclabili o riutilizzabili, che una volta immessi sul mercato assumo altre destinazioni d’uso. Abbigliamento, arredo, utensili da cucina e oggettistica da ufficio sono diverse le trasformazioni che i rifiuti possono subire in un sistema ecologico in cui i prodotti non vengono buttati nella pattumiera, ma vengono inseriti nuovamente nel ciclo come avviene in natura; un sistema ecologico in cui le industrie funzionano al rovescio: producendo materie prime. Questo è il traguardo che una smart city deve raggiungere, non semplicemente raccolta differenziata, ma sviluppo di un circuito produttivo verde, perché la sostenibilità ambientale passa anche per la via del riciclo. Da qui la sfida che viene lanciata alle città che intendono ripensarsi con un approccio open minded. La città di Ferrara raccoglie il guanto partendo da una visione di sviluppo sostenibile che coinvolge direttamente la cittadinanza, perché alle priorità di ricostruzione post sisma e di rimessa in sicurezza del territorio, come nel caso della città emiliana, si accompagnano le opportunità di migliorare l’esistente, dai trasporti a basso impatto ambientale, allo studio di nuovi processi e materiali. 

Il progetto "LowAste for action"

Per attivare il mercato, per coinvolgere i soggetti, per sfruttare le potenzialità non ancora emerse nel territorio e sostenere uno scambio di punti di vista tra designer e maker nazionali e internazionali, il Comune di Ferrara insieme a Hera, La Città Verde, Impronta Etica e RREUSE promuove il bando Lowaste For Action, un percorso di community engagement per il lancio di tre filiere di sviluppo locale sostenibile a partire da materiali di ri-uso: tessile ospedaliero, inerte edilizio, arredo urbano e giochi. C’è tempo fino al 15 Novembre per partecipare. Non ci saranno vincitori, ma una mappatura delle possibili relazioni interne tra le filiere. Più che un gruppo di lavoro una community, più che un bando una call per costruire partnership tra tutti i soggetti che compongono una filiera produttiva, si va dal designer all’artigiano, dall’artista al ricercatore, dal produttore al venditore, senza dimenticare gli acquirenti. E così che la domanda e l’offerta di materiale si incontreranno in un vero e proprio distretto del riuso che sarà frutto di un processo partecipato tra tutti i soggetti coinvolti. Tra dicembre e gennaio, dopo la mappatura dei soggetti, inizierà la fase di co-progettazione per la realizzazione di prototipi per le filiere: workshop nella provincia di Ferrara e community management online, più altre diverse occasioni di incontro dove i partecipanti potranno confrontarsi sui materiali, costruire prototipi, fare ipotesi di partnership e sperimentare la fase pilota. I lavori si chiuderanno a febbraio con una pubblicazione in merito ai risultati del percorso: prodotti, prototipi sviluppati e partnership.

Occupazione giovanile, valorizzazione della produttività locale, economia circolare, risparmio energetico questi gli ingredienti della ricetta ferrarese.

L’iniziativa si inserisce nel progetto europeo LOWaste che mira a ridurre la produzione locale dei rifiuti intervenendo sia sull’offerta, creando le condizioni per intercettare i materiali che possono essere riciclati e rimessi sul mercato, sia su quello della domanda sostenendo il Green Public Procurement (GPP) ovvero gli acquisti verdi da parte della PA. Secondo la Commissione Europea, infatti, gli appalti pubblici possono determinare le tendenze della produzione e del consumo. Di conseguenza una domanda sostenuta di beni “più ecologici” da parte della PA può ampliare i mercati di prodotti e servizi meno nocivi per l’ambiente, oltre a incoraggiare le imprese a sviluppare tecnologie ambientali.

Il riciclo come politica

Il riutilizzo di beni è quindi un concetto chiave che ha ispirato alcune delle iniziative che l’amministrazione ha realizzato negli ultimi anni. Last Minute Market, modello elaborato dall’Università di Bologna contro lo spreco alimentare ad esempio, coinvolge associazioni, grande distribuzione, venditori al dettaglio e ristoratori nella ridistribuzione dei beni rimasti invenduti. Mentre Ancora Utili! sono i farmaci non scaduti, ma che non si usano più, che vengono donati alle ONG che ne fanno richiesta. Questa iniziativa nasce all’interno del progetto Last minute Market e vi aderiscono la Facoltà di Farmacia dell’Università di Ferrara, l’associazione studentesca Farmacia Senza Frontiere, le Farmacie del territorio ferrarese, Provincia e ASL di Ferrara.

Tutte attività che vedono il pieno coinvolgimento della comunità locale, delle Università, delle associazioni ovvero di quella cittadinanza attiva che contribuisce alla costruzione della smart city insieme alla sua amministrazione. Ma la cittadinanza attiva nasce anche da un percorso di formazione e sensibilizzazione che parte dai più piccoli che l’ente mette in programma.

Nelle scuole del ferrarese, come nel nostro caso, è in atto una vera e propria educazione ambientale sui temi della sostenibilità. Le scuole hanno ad esempio partecipato all’adozione di orti urbani, un progetto nato da quello della “Città degli Orti”, cofinanziato dalla Regione Emilia-Romagna attraverso il Bando INFEA-CEA 2009, che ha coinvolto una fitta rete di interlocutori locali, associazioni e cittadini che hanno dimostrato di possedere forti motivazioni per poter gestire un orto o un’area verde sul territorio urbano.

Il Comune dà il buon esempio

E’ un’amministrazione sostenibile quella di Ferrara, che cerca di dare il buon esempio promuovendo acquisti verdi pubblici ovvero alimenti biologici, carta riciclata, utilizzo di fonti energetiche rinnovabili, mezzi a basso impatto ambientale, con un Piano di cui si è dotato il Comune fin dal 1994.

D’altronde la stessa amministrazione comunale ha previsto al suo interno un Centro per l’Educazione Alla Sostenibilità – IDEA, dell’Assessorato all’Ambiente del Comune di Ferrara accreditato ai sensi della LR 27/2009 come Multicentro per la sostenibilità urbana.

Il Centro IDEA fa parte della rete INFEAS della Regione Emilia-Romagna, che raccoglie i CEAS (Centri Educazione Alla Sostenibilità) da essa accreditati sulla base di una serie di indicatori di qualità. I CEAS progettano e realizzano percorsi educativi, iniziative di formazione, materiali didattici e divulgativi e si occupano di documentazione e ricerca, informazione dei cittadini, comunicazione, mediazione culturale, assumendo in modo sempre più marcato le caratteristiche e le modalità di lavoro di una vera e propria rete, con frequenti momenti di riflessione e lavoro comune.

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