La bellezza non basta, ci vuole intelligenza: una nuova ricetta per promuovere beni culturali e turismo

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Pisa ospita il 19 gennaio il secondo incontro della Rete delle città intelligenti, la nuova rete di amministratori locali promossa da FORUM PA in collaborazione con IBM. Il focus di questo incontro è la valorizzazione e promozione dei beni culturali e del turismo. Ne abbiamo parlato con Giuseppe Forte, Assessore al turismo del Comune di Pisa.

18 Gennaio 2011

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Michela Stentella

Articolo FPA

Pisa ospita il 19 gennaio il secondo incontro della Rete delle città intelligenti, la nuova rete di amministratori locali promossa da FORUM PA in collaborazione con IBM. Il focus di questo incontro è la valorizzazione e promozione dei beni culturali e del turismo. In questa particolare declinazione, possiamo dire che una città è intelligente quando: promuove in modo coordinato la propria offerta turistica, sfruttando anche le opportunità offerte dalle nuove tecnologie; è presente sul web e “virtualizza” il proprio patrimonio culturale e le proprie tradizioni restituendole in rete come “bene comune”; offre un facile accesso alla rete e servizi on line in linea con le esigenze dei turisti; usa tecniche avanzate per creare percorsi e “mappature” tematiche della città, rendendola così più fruibile.

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In Italia a che punto siamo? Ne abbiamo parlato con Giuseppe Forte, Assessore al turismo del Comune di Pisa.

Il patrimonio artistico e culturale italiano è tra i più importanti al mondo ma non sempre viene adeguatamente promosso e valorizzato. Quali sono le motivazioni principali di questa carenza, che si ripercuote sul turismo e sull’economia dei territori?

Le motivazioni possono essere di natura economica, organizzativa, professionale, ma hanno tutte un’origine comune: il nostro patrimonio artistico e culturale è talmente grande che viene, in generale, sottovalutato da chi si occupa delle questioni pubbliche. Al contrario di quanto avviene in altri Paesi che, pur non possedendo le nostre ricchezze, riescono a valorizzare al massimo quello che hanno, in Italia c’è un sorta di “rendita di posizione”: proprio perché siamo consapevoli di avere un patrimonio unico al mondo, non ci impegniamo a promuoverlo come meriterebbe. Ma queste ricchezze non sono per sempre, basti pensare al caso Pompei. Quindi, se da un lato è vero che le risorse sono poche (anche in proporzione all’enormità dei beni che necessitano di manutenzione), dall’altro lato quello che manca è una visione manageriale. All’estero ci sono città che, anche grazie a un piano integrato di comunicazione, sono riuscite a conquistare una fetta di mercato turistico pur non possedendo grandi elementi di attrazione: insomma, poche cose e tanti servizi. In Italia, al contrario, non c’è inventiva e non sappiamo fare sistema.

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La rete delle città intelligenti si confronterà anche su questo tema. Che cosa significa per una città valorizzare in modo “intelligente” il proprio patrimonio artistico e culturale in un’ottica di promozione turistica?

Prima di tutto significa fare rete con tutti i soggetti presenti sul territorio. Poi, per città intelligente intendiamo una città che utilizza le nuove tecnologie per mettere a sistema tutto il proprio patrimonio e legarlo ai servizi ordinari (per esempio i servizi di mobilità). È quello che stiamo facendo a Pisa grazie a un progetto davvero innovativo, da 1 milione a 600mila euro, sull’integrazione dei percorsi turistici. Proprio in questi giorni si è chiusa la gara e a breve affideremo il servizio per la realizzazione di questo progetto, che coniuga nuove tecnologie e metodi più tradizionali per la gestione e la valorizzazione ai fini turistici dei beni monumentali. Dalla Rete delle città intelligenti ci aspettiamo soprattutto un confronto reale sulle migliori pratiche, sulle esperienze già presenti in Italia. In questo modo, ad esempio, potremo verificare se il nostro progetto ha un valore a livello nazionale e, grazie al confronto, potremo anche migliorarlo nel tempo.

Per ottica di rete intende anche una collaborazione pubblico-privato?

Nella mia visione pubblico e privato devono camminare per forza insieme. Nel nostro progetto, ad esempio, il soggetto privato che vincerà la gara dovrà realizzare e gestire un sistema, materiale e immateriale, per promuovere l’immagine e migliorare la fruibilità della città; naturalmente tutto ciò che realizza è di proprietà comunale, ma è da lì che il privato dovrà trarre le risorse per migliorare il servizio, mantenerlo e ingrandirlo. La collaborazione è necessaria perché – e lo dico con amarezza – all’interno delle amministrazioni non ci sono risorse capaci, fresche, innovative. Il mondo cambia mentre le PA non riescono ad avere le risorse necessarie per il turn over e per gestire con efficienza o innovare in questo settore.

Riassumendo: tecnologie, rete, collaborazione pubblico-privato..ma anche inventiva. Sono queste le parole chiave su cui è necessario puntare?

Certamente, sono quelle su cui dovremo impostare un confronto tra i soggetti che aderiscono alla Rete delle città intelligenti. Prendiamo il progetto per l’integrazione dei percorsi turistici di cui parlavo prima. Questo progetto parte da un presupposto che non riguarda solo Pisa, ma molte altre città, in Toscana e non solo, ovvero la concentrazione della presenza turistica in un unico luogo. Nel nostro caso, ovviamente, questo luogo è Piazza dei miracoli con la Torre di Pisa, che rappresenta per noi la “rendita di posizione” di cui parlavo all’inizio. Ma questo tipo di turismo è poco sostenibile, è un turismo “di passaggio”, che non si sofferma sulle altre bellezze del territorio. Il progetto che abbiamo messo in campo parte dalla necessità di rendere tutta la città leggibile e attrattiva. Oggi c’è molta confusione, ci sono 10 cartine diverse, 50 opuscoli differenti, ogni soggetto si è organizzato in maniera autonoma, mentre noi vogliamo puntare su un coordinamento anche a livello di comunicazione e di immagine della città.

Cosa farete in concreto?

Ridisegneremo la città da un punto di vista di mappe, indicazioni stradali e cartellonistica pedonale, realizzando una vera e propria “metropolitana di superficie”. Verrà assegnato un colore identificativo alle vie principali, che poi naturalmente porteranno alla Torre, e su ogni percorso i punti di interesse saranno catalogati e georeferenziati e saranno taggabili attraverso sistemi innovativi. Insomma, non verranno messi nuovi cartelli, ma saranno i marmi agli angoli delle strade a parlare attraverso i metatag e i codici colore e il turista avrà una carta univoca, che potrà scaricare da internet e che troverà nei punti informativi. Alle porte della città verranno messi dei punti di accoglienza multimediali e lungo i percorsi principali dei totem informativi (saranno 20 in tutta la città storica) legati in rete da un sistema di connessione wireless gratuita. Sarà realizzato un portale per raccogliere le informazioni e, inoltre, la società che vincerà la gara dovrà proporre un sistema di biglietto unico elettronico che coniughi la mobilità con l’ingresso ai musei, una carta a scalare utile per tutta la permanenza del turista in città. Il progetto prevede poi anche l’abbattimento delle barriere architettoniche lungo i percorsi turistici perché una città intelligente deve agevolare turisti e cittadini a 360 gradi, introducendo nuove tecnologie ma anche risolvendo le problematiche più “tradizionali”.

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