Ogni giorno 200mila mq di pianura Padana coperti dal cemento

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Ogni giorno 200mila metri quadri mangiati dal cemento che avanza nel bacino del Po. Questo l’inquietante risultato che emerge dal primo rapporto sui consumi di suolo presentato oggi a Milano dall’Osservatorio Nazionale sul Consumo di Suolo (ONCS), costituito dall’Istituto nazionale di urbanistica (Inu), Legambiente e dal Dipartimento architettura e pianificazione (DiAP) del Politecnico di Milano. Venti ettari di territorio che l’urbanizzazione ricopre ogni giorno, in un processo inesorabile che cancella quotidianamente aree grandi come 12 piazze del Duomo di Milano o, se preferite, 28 volte Piazza Maggiore di Bologna.

7 Luglio 2009

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Redazione FORUM PA

Articolo FPA

Ogni giorno 200mila metri quadri mangiati dal cemento che avanza nel bacino del Po. Questo l’inquietante risultato che emerge dal primo rapporto sui consumi di suolo presentato oggi a Milano dall’Osservatorio Nazionale sul Consumo di Suolo (ONCS), costituito dall’Istituto nazionale di urbanistica (Inu), Legambiente e dal Dipartimento architettura e pianificazione (DiAP) del Politecnico di Milano. Venti ettari di territorio che l’urbanizzazione ricopre ogni giorno, in un processo inesorabile che cancella quotidianamente aree grandi come 12 piazze del Duomo di Milano o, se preferite, 28 volte Piazza Maggiore di Bologna.

Il primo rapporto sui consumi di suolo è lo strumento necessario per avviare nel nostro Paese la raccolta sistematica di dati necessari a conoscere le dimensioni di un problema ambientale, fortemente connesso al modo in cui si sviluppano le nostre città, ma fino ad oggi sostanzialmente inesplorato.

Su 20 regioni infatti, solo 6 hanno avviato la ricognizione delle trasformazioni del suolo nel tempo, e tra queste spicca la Lombardia con 288.000 ettari di superficie ormai ‘sigillati’ dall’urbanizzazione. In Emilia Romagna, su un arco temporale esteso dal 1976 al 2003, il territorio urbanizzato è quasi raddoppiato, passando dal 4,8 al 8,5% della superficie regionale, mentre ancora maggiore è stata la perdita di aree agricole: ben 198.000 ettari, l’intera superficie media di una delle 9 province emiliano – romagnole.
In Friuli Venezia Giulia, nel ventennio 1980-2000 si sono dilapidati "solo" 6.482 ettari agricoli, ma occorre tener conto che siamo in presenza di una regione di dimensioni ben più modeste e con una popolazione inferiore a 1.200.000 abitanti. Proprio per questo il dato dell’urbanizzato consolidato pro-capite è altissimo: per ogni abitante residente vi sono ben 581 mq di superfici urbanizzate, contro i 456 dell’Emilia Romagna, i 310 della Lombardia e i 296 del Piemonte.

“Siamo partiti dal prendere atto di questa situazione di grave carenza informativa – dichiara Federico Oliva, Presidente nazionale INU – che costringe coloro che si confrontano con il governo delle trasformazioni, e quindi in primo luogo gli urbanisti e gli amministratori, ad essere privi di qualsiasi riscontro reale circa l’efficacia delle scelte di pianificazione: da qui la decisione di costituire un Osservatorio Nazionale sui Consumi di Suolo, che produca dati, ma soprattutto pungoli le istituzioni a farlo in modo sistematico, coordinato e trasparente”.

Oliva spiega: “La prima ricerca riguarda quattro regioni (Piemonte, Lombardia, Friuli e Emilia Romagna), ma l’obiettivo è quello di coprire l’intero territorio nazionale, presentando dati certi, accertati con rigore scientifico e non soggetti ad interpretazioni di parte, come è avvenuto fino ad oggi. La situazione che emerge è preoccupante, ma testimonia anche della dimensione del patrimonio ambientale del nostro Paese, che va protetto e riqualificato con strumenti che non potranno essere solo di natura urbanistica, ma soprattutto fiscale e finanziaria, utilizzando l’esperienza condotta da altri Paesi europei”

Il lavoro dell’osservatorio non si è limitato a misurare il suolo "consumato"’ dall’urbanizzazione, ma ha valutato anche le trasformazioni del suo uso: suoli agricoli che vengono abbandonati alla natura, zone umide bonificate o ripristinate, insomma una fotografia delle mutazioni recenti del nostro paesaggio. Anche per quanto riguarda il fenomeno preoccupante dell’erosione delle superfici agricole il protagonista resta l’urbanizzazione, responsabile di 2/3 delle perdite di suolo agricolo, con l’aggravante che ben difficilmente i suoli sigillati da cemento e asfalto potranno mai tornare ad essere produttivi: nelle regioni del Grana Padano e dei salumi made in Italy, Emilia Romagna e Lombardia, ogni giorno scompaiono 32 ettari di superfici agricole: le dimensioni di una media azienda cerealicola.

“Il dato ha una sua chiara e drammatica gravità, legata alla scomparsa definitiva delle terre più fertili e produttive d’Europa – rileva Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia – seguendo l’esempio della Germania della Merkel, l’Italia deve darsi un piano nazionale di lotta al consumo di suolo, per questo i dati che descrivono la gravità del fenomeno sono indispensabili, sia per averne piena consapevolezza, sia per monitorare il raggiungimento di obiettivi di riduzione. La mancanza di dati attendibili sul consumo di suolo non giova a nessuno, se non a chi intende avere le mani libere per continuare a spalmare cemento sul territorio”.

Tra le maggiori difficoltà nel misurare il consumo di suolo vi è quella di individuare regole comuni di riferimento, che permettano di rendere confrontabili i dati raccolti dalle diverse istituzioni: anche questa è una parte (forse la più importante) della sollecitazione che l’osservatorio intende esprimere nei confronti della comunità scientifica.

Arrestare la crescita del consumo di suolo non è dunque solo una grande sfida per la tutela del nostro paesaggio, ma anche una garanzia di presidio delle superfici agricole che da secoli sono state destinate a ‘nutrire il pianeta’.

 

 
Abitanti (stima ’04)
Superficie urbanizzata,
ettari (anno di riferimento)
Sup. urbanizzata pro-capite, mq/ab
Lombardia
9300000
288.000 (2006)
310
Piemonte
4400000
130275 (2001)
296
Emilia Romagna
4100000
187000 (2003)
456
Friuli Venezia Giulia
1200000
69717 (2000)
581

  


 

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