Tariffe flessibili per regolare il traffico in città

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Foto di frank last name

“ Tra mezz’ora dovrei essere da te, traffico permettendo”. Quante volte, a chi abita in grandi città, sarà capitato di pronunciare o sentire una frase di questo tipo? La congestione delle strade appare, spesso, come una variabile dipendente da così tanti fattori che finisce per risultare imprevedibile, ingovernabile e spesso, per molti, ineludibile.
Senza entrare nel merito delle tragiche ricadute ambientali dell’inquinamento determinato dal numero di veicoli in costante aumento, siamo sicuri che l’unica cosa da fare sia rassegnarsi a trascorrere 227 ore all’anno in automobile come capita, ad esempio, ad un cittadino della provincia di Roma?
Da Vision & Value una proposta di accesso a pagamento alla suolo urbano con tariffe flessibili.

16 Giugno 2009

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Letizia Pica

Articolo FPA
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“ Tra mezz’ora dovrei essere da te, traffico permettendo”. Quante volte, a chi abita in grandi città, sarà capitato di pronunciare o sentire una frase di questo tipo? La congestione delle strade appare, spesso, come una variabile dipendente da così tanti fattori che finisce per risultare imprevedibile, ingovernabile e spesso, per molti, ineludibile.
Senza entrare nel merito delle tragiche ricadute ambientali dell’inquinamento determinato dal numero di veicoli in costante aumento, siamo sicuri che l’unica cosa da fare sia rassegnarsi a trascorrere 227 ore all’anno in automobile come capita, ad esempio, ad un cittadino della provincia di Roma?
Da Vision & Value una proposta di accesso a pagamento alla suolo urbano con tariffe flessibili.

Per riuscire a regolare il traffico occorre innanzitutto conoscere i fattori che concorrono a determinarlo e assumere le decisioni operative sulla base di queste informazioni, la cui ricchezza, sia in termini di quantità che di affidabilità dei dati, cresce con l’affinarsi delle tecnologie per il monitoraggio e la gestione della mobilità.
Questo è l’assunto su cui si basa la proposta del flexible congestion charge (letteralmente tariffa flessibile per il traffico) della società di consulenza Vision & Value.
L’ipotesi elaborata da Francesco Grillo e Gabriele Cetorelli con la collaborazione del prof. Sandro Rambaldi dell’università di Bologna, è che il sistema della mobilità urbana diventi un vero e proprio mercato dove domanda di spazio pubblico (da parte degli automobilisti) e offerta (da parte della città) si aggiustino attraverso il meccanismo del prezzo.

L’idea di utilizzare un prezzo per razionalizzare l’utilizzo di una risorsa scarsa non è nuova e si usa già da tempo nell’ambito dei beni e servizi pubblici.Tuttavia nel contesto della mobilità urbana, in cui si pagherebbe l’accesso allo spazio cittadino con il proprio veicolo, il tentativo di indurre regole di questo tipo ha sempre incontrato grandi opposizioni. La proposta degli autori è superare la politica delle tariffe fisse (si pensi all’Ecopass a Milano) e rendere il prezzo dell’accesso al centro o a varie zone della città, dipendente da quattro categorie di parametri:

  • caratteristiche dell’automobile: dimensione e consumi. In questo senso, una possibile strategia potrebbe, anche, essere quella di esentare i veicoli di dimensioni inferiori ad una certa soglia o, persino, di premiare chi accetta di spostarsi con modalità ritenute virtuose (ad esempio, le biciclette, con o senza motore). La conseguenza è la creazione di un incentivo diretto verso i cittadini ad acquistare veicoli di piccole dimensioni, ed indirettamente spingere le aziende a produrre veicoli adatti a circolare nelle città;
  • caratteristiche del viaggio: durata e velocità.
  • ora e data del viaggio: differenziando i prezzi secondo il momento di utilizzo e, quindi, operando una distinzione tra notte e ore di punta; tra giorni lavorativi e festivi; tra mesi estivi (di chiusura di scuole e uffici) e altri periodi dell’anno
  • il luogo. Prendendo il considerazione tutto il territorio e non solo il centro, si potrebbe diversificare il prezzo in funzione delle zone in cui si circola, spostando il traffico verso aree meno esposte a problemi di congestione.

Secondo gli autori una tariffa flessibile, determinata da questi fattori, influenzerebbe i cittadini sia al momento dell’acquisto del veicolo che nelle abitudini di spostamento.
Se l’idea alla base di questa proposta per cui chi inquina paga è condivisibile, bisognerebbe, però, prima di tutto offrire ai cittadini la possibilità di scegliere, o quantomeno di non essere costretti, dalla carenza o dalle inefficienze delle infrastrutture di trasporto pubblico, ad utilizzare un veicolo di proprietà. Senza una politica della mobilità che punti a potenziare e rendere efficiente il servizio pubblico, magari utilizzando anche i fondi raccolti con iniziative di questo tipo, persisteranno ostinate resistenze giacché, in mancanza di alternative, qualunque inziativa del genera verrà percepita come un’ ulteriore vessazione, in aggiunta alle estenuanti code, all’aria sempre più irrespirabile, alle esplosioni di ordinaria follia che un ambiente sovraffollato e caotico, come le strade di molte grandi città, sono in grado di attivare.


Per leggere lo studio "Obiettivo: città senza traffico" http://www.visionandvalue.com/insights/Obiettivo_citta_senza_traffico.pdf

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