Venezia, partecipazione come parola chiave per lo sviluppo

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Turiddo Pugliese, Dirigente area Pianificazione Strategica del Comune di Venezia, ci parla delle difficoltà e dei vantaggi riscontrati nel realizzare il piano strategico con una metodologia basata principalmente sulla concertazione e il coinvolgimento dei principali protagonisti della vita economica e sociale dell’area veneziana.

10 Marzo 2008

Articolo FPA

Turiddo Pugliese, Dirigente area Pianificazione Strategica del Comune di Venezia, ci parla delle difficoltà e dei vantaggi riscontrati nel realizzare il piano strategico con una metodologia basata principalmente sulla concertazione e il coinvolgimento dei principali protagonisti della vita economica e sociale dell’area veneziana.

Costruire una città caratterizzata dall’alta qualità della vita dei suoi abitanti nei suoi aspetti relazionali, lavorativi e culturali, e dall’alta qualità dei suoi assetti fisici ed ambientali: è questo l’obiettivo centrale del Piano Strategico. Ci può raccontare come Venezia sta procedendo per raggiungere tale finalità?
Fare pianificazione strategica a Venezia significa, in particolare, operare con la massima flessibilità e realismo (provata fattibilità degli interventi promossi), di concerto con i principali attori del sistema locale, per cogliere le opportunità di sviluppo e le potenzialità del territorio attraverso la progettazione e la realizzazione di interventi complessi, multipartners, capaci di incidere sull’organizzazione socio-economica e territoriale dell’area.
Il pragmatismo è una modalità di approccio ai temi dello sviluppo che in ambito veneziano si considera vincente perché consente di considerare nella giusta logica le opportunità che progressivamente si presentano al sistema locale così come di far fronte alle sfide e ai problemi, e perché consente all’Amministrazione comunale e ai diversi sottoscrittori del piano di riferire la loro azione ad un unico quadro di riferimento di medio – lungo periodo.

Oggi più che in passato la città e il suo territorio di riferimento sono interessati da intensi processi di trasformazione che toccano particolari aspetti della caratterizzazione del sistema veneziano. Tutto ciò motiva il ruolo dell’Associazione nell’implementazione del piano come sede di confronto permanente sui temi emergenti in città, partecipato dai protagonisti della vita economica e sociale dell’area veneziana, un contesto in cui hanno trovato sistemazione nuovi apporti progettuali ai temi urbani più strategici per lo sviluppo della città.

La concertazione come metodo per lo sviluppo dell’area veneziana è il titolo del progetto. Quanto la rete di comunicazione e partecipazione costruita con gli stakeholder ha influito sullo sviluppo del Piano Strategico?
A Venezia, il "fare pianificazione strategica", è stato riconosciuto come strumento adatto a favorire l’affermazione di un metodo di governo per la promozione dello sviluppo locale che vede nella costruzione del consenso, nella individuazione di priorità e nel coinvolgimento dei principali attori dell’area veneziana, l’obiettivo da conseguire.
Del resto il processo di attuazione di un piano strategico richiede forzatamente la creazione di una molteplicità di processi di partnership tra soggetti pubblici e soggetti privati che si riconoscano nello stesso sistema di obiettivi di medio periodo per lo sviluppo del sistema locale.
Il Piano strategico di Venezia ha esplicitato questa esigenza richiamando la necessità di un agire comune delle diverse componenti del sistema locale relativamente alla quasi totalità delle strategie e delle politiche proposte.
La complessità del sistema veneziano ha reso necessaria la creazione di un ambiente e di strumenti che potessero favorire il generarsi di processi di partnership sviluppando approcci innovativi per l’implementazione di progetti strategici.
L’Associazione per il piano strategico costituisce quindi uno strumento operativo attraverso il quale favorire la definizione di strumenti organizzativi in grado di individuare le azioni necessarie al conseguimento degli obiettivi generali del Piano e facilitarne il processo di attuazione.
Allo stesso tempo, l’Associazione per il Piano strategico è stata attivata anche per favorire maggiori relazioni tra le politiche di intervento, portate a realizzazione in ambito locale, e gli interventi di carattere infrastrutturale e di sistema di area vasta al fine di una affermazione del sistema locale veneziano come uno dei punti di forza della piattaforma territoriale del Nord Est, come peraltro previsto dal Piano Strategico Nazionale del Governo e del Piano Strategico Regionale del Veneto.
Un impegno che potrà trovare successiva concretizzazione nell’avvio e nello sviluppo di un insieme di progetti complessi che, in quanto prodotti di un esercizio di concertazione, dovranno/potranno trovare supporto in accordi di collaborazione e partenariato tra attori del settore pubblico e attori del settore privato.

Quali sono i punti di forza che inducono i vari partner a puntare su questo nuovo modello di sviluppo?
I vantaggi che inducono i partner a puntare su questo modello di sviluppo risiedono nella caratteristica intrinseca dell’associazione, e cioè l’essere un’importante e permanente sede di confronto sui temi emergenti in città, partecipata dai protagonisti della vita economica e sociale dell’area veneziana che attraverso la organizzazione di gruppi di lavoro tematici deve:
– pervenire alla progressiva definizione di scenari tendenziali per il sistema locale;
– garantire l’aggiornamento del posizionamento del sistema città;
– definire una agenda strategica degli attori del sistema locale capace di selezionare un numero ristretto di istanze cruciali in una prospettiva di sviluppo locale.

I risultati finora raggiunti sono in linea con quelli previsti in fase progettuale? Quali le criticità riscontrate?
L’articolazione per fasi del processo di costruzione del piano e la sua caratterizzazione come work in progress ha già consentito il conseguimento di risultati intermedi di indubbio valore quali la promozione di forme di coordinamento e di un agire collettivo mirato di soggetti pubblici e privati presenti nell’area veneziana.
Non di meno, il fare pianificazione strategica a Venezia ha consentito di conseguire alcuni importanti risultati quali:
– la costruzione del Distretto per la logistica di dell’area veneziana, oggi in fase di integrazione nel metadistretto veneto della logistica;
– la realizzazione di importanti azioni di marketing territoriale ed urbano per l’attrazione in area di investimenti per processi di trasformazione urbana e per proporre Venezia come localizzazione ottimale per funzioni urbane di eccellenza.
Ma ancor più significativi sono i risultati attesi da quanto messo in moto negli ultimi mesi:
– l’intesa interistituzionale per il nuovo progetto di sviluppo di Porto Marghera (che al suo interno comprende anche gli Accordi di programma per la chimica di Porto Marghera e per il progetto Vallone Moranzani);
– l’Intesa sottoscritta tra le città di Venezia e Padova, ma supportata in modo determinato anche dalla Regione Veneto, per la realizzazione di interventi che possono favorire un rafforzamento della capacità competitiva dell’insieme territoriale Venezia -Padova, come un vero fattore di sviluppo dell’intero Nord Est;
– l’accordo tra Venezia e il Ministero Infrastrutture per l’elaborazione di un programma operativo di interventi di scala urbana e territoriale e la definizione di modelli efficaci di governance dei processi di trasformazione da questo proposti, al fine del conseguimento di un positivo riposizionamento di Venezia nel sistema regionale e dell’intero Nord Est quale nodo competitivo del sistema territoriale riconosciuto nei documenti di programmazione nazionale come Piattaforma logistica strategica transnazionale dell’Alto Adriatico.

Dovendo esprimere un parere sul valore aggiunto assicurato ai sistemi locali dal fare pianificazione strategica, alla prova dei fatti, si ritiene di poter affermare che le città conseguono i maggiori risultati soprattutto nella fase di costruzione del piano piuttosto che nella sua fase di attuazione.

Le difficoltà nella pratica della pianificazione strategica emergono nella fase di implementazione del piano, quando diventa necessario tradurre in fatti operativi e quotidiani le politiche di sviluppo proposte, quando si tratta di mettere alla prova la convinzione dei promotori e dei sottoscrittori del piano che fare pianificazione strategica non significa semplicemente predisporre un documento di programmazione ma praticare un metodo di governo.
Alcune delle difficoltà emerse nella fase di implementazione del Piano strategico di Venezia sono connesse alla complessità del sistema veneziano, altre alla natura stessa dell’approccio strategico ai temi dello sviluppo locale.
La difficoltà di fare pianificazione strategica va attribuita anche alla specificità che caratterizza il processo di implementazione che, a differenza della fase di costruzione del piano, deve entrare nel merito della selezione delle priorità degli interventi da portare a realizzazione in base alla loro capacità di innescare processi di sviluppo.
Nello specifico del caso veneziano, la fase di costruzione del piano non è arrivata fino alla definizione delle priorità d’intervento per la convinzione che queste dovessero essere il risultato di un confronto continuo tra gli attori del sistema locale, calibrato anche sulla congiuntura economica e sulla reale disponibilità di risorse. Ma il vero ostacolo al praticare questa modalità di approccio ai temi dello sviluppo del sistema locale sta nella difficoltà da parte di tutti gli attori coinvolti nel processo di piano ad accettare il fatto che fare pianificazione strategica comporta una relativa delega di competenze ad un sistema di soggetti e il perseguimento dell’interesse generale piuttosto che l’interesse particolare.

Per saperne di più
ll Piano Strategico del Comune di Venezia

 

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