Diego Gavagnin, FORUM PA Italia Energia 2008

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L’edizione 2008 di FORUM PA prevede una sezione dedicata all’energia e un convegno istituzionale sugli obiettivi europei di sviluppo delle fonti rinnovabili, di efficienza energetica, di riduzione delle emissioni di CO2 (il cosiddetto “20-20-20”).A collaborare con FORUM PA nella “regia” della sezione è Diego Gavagnin,

8 Aprile 2008

Articolo FPA

L’edizione 2008 di FORUM PA prevede una sezione dedicata all’energia e un convegno istituzionale sugli obiettivi europei di sviluppo delle fonti rinnovabili, di efficienza energetica, di riduzione delle emissioni di CO2 (il cosiddetto “20-20-20”).A collaborare con FORUM PA nella “regia” della sezione è Diego Gavagnin,direttore editoriale del Gruppo Italia Energia – partner di FORUM PA per questa iniziativa – e in passato, per molti anni, capo ufficio stampa dell’Enea e poi direttore relazioni esterne dell’Autorità per l’Energia.

Qual è la filosofia del progetto?
Vorrei intanto precisare che, d’accordo con Carlo Mochi, l’iniziativa avrà quest’anno un carattere sperimentale, per verificare sul campo se quella del FORUM PA è la giusta “agorà” per far parlare imprese e Amministrazioni su un tema così complesso come quello dell’energia.

La decisione di partire con questo “esperimento” deriva da alcune precise e recentissime novità normative che ci hanno spinto a partire subito anche nel tentativo di dare un contributo conoscitivo alle innovazioni in atto, com’è nella tradizione del FORUM PA.

Mi riferisco soprattutto alle recentissime novità riguardanti sia la nuova governance di politica energetica territoriale previste dalla Finanziaria per il 2008, con l’attribuzione alle Regioni degli obiettivi europei, sia le norme per l’incentivazione delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica.

Ma tutto questo come impatta nell’attività delle pubbliche amministrazioni?
Adesso le amministrazioni pubbliche diventano davvero protagoniste, assieme ai cittadini, dello sviluppo compatibile. Le fonti rinnovabili e l’efficienza energetica sono attività per definizione distribuite sul territorio, vicine quindi agli enti locali e ai cittadini. La produzione distribuita verso cui ci si indirizza è una vera e propria rivoluzione dalle prospettive di innovazione tecnologica ancora sconosciute.

Qualche esempio?
Sicuramente andrà ripensata tutta la rete elettrica di distribuzione, prima incaricata di portare l’energia dal centro alla periferia adesso capace di fare anche il percorso inverso. Nella revisione delle funzioni e degli obiettivi delle reti, si potranno anche introdurre elementi di “intelligenza” in grado di tutelare meglio la sicurezza dei cittadini e di fornire nuovi servizi. Pensiamo ai parcheggi di scambio per biciclette, motorini, auto elettriche controllate con sistemi di ricarica e controllo della posizione dei mezzi gestiti da cip o con sistemi Gps. Ma anche lo sviluppo di sistemi più tradizionali, come il teleriscaldamento cogenerativo, una tecnologia che porta nelle nostre case elettricità e calore che potremo pagare a consumo, come facciamo già ora con i telefonini. Per non parlare poi dell’illuminazione pubblica, problema costante di tutti i sindaci d’Italia, che devono cimentarsi non solo con le complicatezze tecnologiche per scegliere gli impianti migliori e possibilmente più economici, ma anche con i problemi – sempre più sentiti dai cittadini – dell’inquinamento luminoso in conflitto, però, con i problemi di sicurezza notturna.

In questa prospettiva, una soluzione potrebbe essere rappresentata dall’istallazione di impianti dotati di batterie al litio che utilizzano di notte l’energia solare catturata durante il giorno, regolati per accendersi solo in presenza di passanti!

Di tutto questo si parlerà a maggio prossimo?
Stiamo facendo il possibile, ma se non riusciremo a fare tutto quest’anno completeremo l’anno prossimo. Anche perché ci sono anche altri argomenti da affrontare, come quello della razionale distribuzione delle stazioni di carburanti con il contrasto tra Stato, competente in materia di liberalizzazioni, e Regioni competenti esclusive in materia di commercio. O come l’accettazione sociale dell’impatto visivo delle fonti rinnovabili, penso soprattutto all’eolico. Infine, c’è l’azione di esempio che la pubblica amministrazione può sviluppare, divenendo essa stessa produttrice di energia pulita installando fonti rinnovabili sui propri edifici o terreni inutilizzati.

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