Milano Expo 2015, obbiettivo puntato sullo sviluppo sostenibile

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Milano si candida ad essere il vertice e il catalizzatore delle energie innovative presenti sul territorio italiano, mettendosi in lista per ospitare l’Expo Universale del 2015. Politiche, progetti avviati e opportunità da cogliere in termini di sviluppo del territorio, un capitale che rimarrà alla città indipendentemente dall’assegnazione della sede di tale evento.

10 Marzo 2008

Articolo FPA

Milano si candida ad essere il vertice e il catalizzatore delle energie innovative presenti sul territorio italiano, mettendosi in lista per ospitare l’Expo Universale del 2015. Politiche, progetti avviati e opportunità da cogliere in termini di sviluppo del territorio, un capitale che rimarrà alla città indipendentemente dall’assegnazione della sede di tale evento. Ne parliamo con Letizia Moratti, sindaco del capoluogo lombardo.

"Milano Expo 2015: nutrire il pianeta, energia per la vita". Lo slogan evidenzia l’attenzione ai temi dello sviluppo sostenibile. Cosa sta facendo Milano per andare in tale direzione?
Milano ha puntato molto sullo sviluppo sostenibile. La grande tragedia che si trova ad affrontare oggi l’umanità sono gli 850 milioni di esseri umani senza cibo a sufficienza per vivere dignitosamente e il miliardo e 300 milioni di persone (40% della popolazione mondiale) che non ha abbastanza acqua potabile.
I grandi organismi Internazionali registrano ogni giorno un crescente numero di paesi e popolazioni in condizione di fame e povertà. Per questo sentiamo sempre di più la responsabilità di offrire un aiuto non solo ai paesi membri del BIE ma al mondo intero.

Le strade proposte dal nostro progetto sono tre.
Un lavoro congiunto dedicato allo sviluppo economico e sociale di tutti i popoli e i paesi. Un’azione concreta per la realizzazione di progetti di solidarietà internazionale e una campagna mondiale di educazione all’alimentazione e agli stili di vita sani.

Milano Expo 2015 offre una grande occasione di dialogo tra i paesi industrializzati e quelli in via di sviluppo. La nostra candidatura è stata costruita sui valori della tradizionale azione di cooperazione che l’Italia ha sempre svolto in prima linea per i suoi problemi legati alla fame e alla povertà.
Siamo stati in grado di tradurre questi valori in progetti concreti, grazie al fatto che abbiamo le migliori pratiche in materia di nutrizione. Vogliamo condividere i nostri progetti di vita quotidiana con tutti i paesi del mondo che ne hanno bisogno.
La Millenium Campaign ha fissato i suoi obiettivi per il 2015. Ma noi siamo convinti che non possiamo aspettare fino al 2015 per verificare i risultati di ogni Paese. La maggior parte di tutti i progetti su cui stiamo già lavorando ci ha portato a tracciare una "road map" composta da sette pilastri in sette anni.
Sette progetti concreti che ogni Paese può utilizzare per costruire la propria capacità di risposta alle grandi sfide globali. I sette pilastri comprendono dalla Borsa Agroalimentare Telematica alla Città del Gusto, dalla partnership con le Organizzazioni Internazionali all’approccio "da Città a Città", dal Co-sviluppo diretto alla formazione e trasferimento di know how fino ad un grande ed importante progetto ambientale.

Durante il Forum internazionale dal titolo "Working together for Food Safety, Food Security and Healthy Lifestyles", tenutosi a Milano il 3 e 4 febbraio e che ha visto la partecipazione di 94 Paesi e oltre 180 delegati del Bureau International des Expositions sono emersi una serie di nuovi progetti.
Progetti importanti come l’impiego del sistema satellitare per monitorare terra e mare. Questo sia per prevenire terremoti, maremoti, eruzioni vulcaniche sia per gestire le situazioni di crisi e aiutare le persone dei paesi meno sviluppati a superare queste catastrofi.
Paesi come il Bangladesh, il Sud Africa e le Isole Caraibiche ci hanno mostrato un grande interesse. Poi a programmi per l’uso delle migliori tecniche di conservazione dell’acqua, particolarmente nelle terre desertiche dove le scarse piogge non consentono il raccolto durante tutto il corso dell’anno e la possibilità di conservare prodotti locali e la tutela della biodiversità.
Progetti in cui abbiamo coinvolto Burundi, Senegal, Niger e Congo. Abbiamo elaborato un progetto per utilizzare tutte le specialità ittiche a disposizione dell’industria della Pesca. Al momento attuale questa industria impiega solo i prodotti ad alto rendimento per i mercati "di massa", tagliando fuori una grande parte dei mercati più poveri.
Il Gabon, le Isole Fiji, il Togo, Antigua e Barbuda e Giappone hanno chiesto di avere evidenze statistiche e ricerche economiche per lanciare una campagna a favore della pesca sostenibile e infine un progetto che ricerca segnali standard di sicurezza.
Molti Paesi in via di sviluppo hanno richiesto di potersi avvalere delle competenze e dell’esperienza dell’ European Food Safety Authority (EFSA), una realtà leader nell’analisi del rischio nella catena alimentare.

La candidatura di Milano rappresenta sicuramente un evento attrattore e catalizzatore dei processi di sviluppo. Può raccontarci brevemente quali sono state le politiche e i progetti avviati per sostenere tale candidatura?
Oltre ai progetti che ho già ricordato (i 7 pilastri) voglio sottolineare come Expo Milano 2015 sia un modello di equilibrio tra tecnica ed ecologia, tra lavoro e relazioni sociali.
Intorno al progetto di candidatura di Milano c’è stato un grande sostegno da parte di tutte le Istituzioni e del mondo economico. L’Expo sarà una grande risorsa per il nostro territorio e un’occasione di crescita per tutto il Paese.

La candidatura italiana nasce già forte dell’alleanza con organismi internazionali e istituzioni di riferimento come le Nazioni Unite, che hanno in corso la Millennium Campaign contro la fame e la povertà nel mondo, la FAO, che ha sostenuto il dossier di candidatura presentato da Milano per quanto riguarda lo sviluppo sostenibile in agricoltura, in particolare nei Paesi in via di sviluppo, l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare che ha sede a Parma e che ci ha aiutato a identificare i temi cruciali per il controllo di qualità nella filiera del cibo; le Organizzazioni non profit come Slow Food, gli Enti e fiere del settore alimentare come "Cibus", "Terra Madre" e "Sana" e le Organizzazioni professionali di settore come Federalimentare.

In un momento politicamente difficile per il nostro paese, l’Expo è riuscita ad unire tutte le forze politiche in gioco. Questo è la conferma che quando in campo ci sono progetti utili allo sviluppo del Paese la politica riesce ad essere coesa per l’interesse comune.

Il 31 marzo a Parigi i delegati del Bie decideranno se sarà Milano o meno la sede dell’Expo 2015. Al di là di tale decisione, cosa rimane alla città in termini di valore della progettazione e di sviluppo del territorio?
Tutti questi mesi di intensa attività di relazioni internazionali hanno già e comunque dato frutti per Milano e per l’Italia.
In tanti Paesi abbiamo, infatti, trovato grande interesse per quello che sta succedendo nel nostro Paese e in particolare nella nostra Città.

Questo si è già tramutato in nuovi investimenti da parte di grandi aziende, gruppi bancari e finanziari, operatori del Real Estate piuttosto che soggetti privat iin campo scientifico e culturale da tutto il mondo.
Inoltre, il dossier che abbiamo presentato al Bie, contiene progetti che contribuiranno a migliorare la qualità della vita di Milano e dei milanesi indipendentemente dall’Expo.
Questo perché i cittadini ci chiedono un impegno su temi importanti come le infrastrutture, la mobilità e l’ambiente. Stiamo già investendo 10 miliardi di euro in progetti che si completeranno prima del 2015. Progetti importanti come due nuove linee metropolitane (M4 e M5) e il prolungamento delle altre tre già esistenti, interventi sulla rete ferroviaria, e in particolare sul collegamento diretto fra l’aeroporto di Malpensa e la nuova stazione ferroviaria di Rho-Pero e altri interventi di potenziamento della rete stradale esistente.

Questi piani saranno comunque completati indipendentemente da quello che accadrà.
Non c’è dubbio che l’eventuale assegnazione genererà un volano e una spinta che innesterà ulteriori risorse a favore dello sviluppo della città.

Per saperne di più Milano Expò 2015

 

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