Ministro Madia incontra Rete Armida: proposte per le pari opportunità

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Una maggiore valorizzazione delle donne che operano nella pubblica amministrazione e un piano di iniziative a sostegno della conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare sono stati oggetto dell’incontro di giovedì 6 marzo fra Marianna Madia e una delegazione di Rete Armida, il network di cui fanno parte le donne dirigenti delle amministrazioni pubbliche centrali, magistrate, diplomatiche, docenti universitarie, funzionarie delle Camere, della Banca d’Italia e di Authority.

7 Marzo 2014

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Redazione FORUM PA

Una maggiore valorizzazione delle donne che operano nella pubblica amministrazione e un piano di iniziative a sostegno della conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare sono stati oggetto dell’incontro di giovedì 6 marzo fra Marianna Madia e una delegazione di Rete Armida, il network di cui fanno parte le donne dirigenti delle amministrazioni pubbliche centrali, magistrate, diplomatiche, docenti universitarie, funzionarie delle Camere, della Banca d’Italia e di Authority.

Una più moderna organizzazione del lavoro deve tener conto, anche con l’ausilio delle nuove tecnologie, delle esigenze di conciliazione e delle diversità di genere e può – hanno convenuto Madia e le rappresentanti di Rete Armida – rappresentare un fattore di sviluppo delle organizzazioni pubbliche, anche in chiave di recupero di produttività ed efficienza. Purtroppo nel nostro Paese si registra una limitata diffusione di modalità lavorative flessibili e di servizi di supporto alla genitorialità e alla cura degli anziani, causa delle maggiori difficoltà incontrate dalle donne lungo il percorso lavorativo e della loro limitata presenza ai vertici dell’amministrazione pubblica.

Per questo motivo la Rete Armida ha presentato al Ministro Madia un pacchetto di proposte innovative per la pubblica amministrazioni, orientate alla conciliazione, alla flessibilità e alla valorizzazione delle donne, attuabili tanto in via amministrativa (soft law) che normativa (hard law). Ecco alcune proposte presentate:

Proposte “soft law”

Si tratta di misure che impattano sull’organizzazione del lavoro nel suo complesso, con l’obiettivo di sterilizzare forme di discriminazione implicite fondate sull’attuale maggiore carico di lavoro di conciliazione gravante sulle donne. Richiedono atti amministrativi e/o politiche attive (accordi sindacali etc.) e, riflettendo una visione più moderna di work/life balance, mirano a rimuovere ostacoli “culturali” ovvero “organizzativi” alla valorizzazione delle donne nella pubblica amministrazione.

  • Flessibilità temporale e jobsharing: rafforzamento degli esistenti meccanismi di flessibilita’ dell’orario di lavoro, ferma restando la presenza in ufficio nelle ore centrali della giornata (v. Inail) e possibilità di effettuare orari alternativi, articolai nelle ore pomeridiane.
  • Flessibilità spaziale: coworking e smartworking, telelavoro.
  • Riunioni di lavoro: le riunioni di lavoro non dovrebbero mai iniziare prima delle ore 9 e dopo le ore 17, avere durata tendenzialmente predefinita e con termine di conclusione di norma non oltre le ore 18.30.
  • Formazione: supporto e aggiornamento on line sulle attività d’ufficio durante il congedo di maternità, i cngedi parentali e tutte le interruzioni lavorative superiori a tre mesi (come si sta sperimentando in Inail).
  • Selezione dei Dirigenti generali e apicali:

– Generalizzare il meccanismo delle vacancies che tenga conto dell’equilibrio di genere

– Individuare preventivamente i criteri di scelta,rendendo disponibili le valutazioni sulla cui base sono state operate le scelte e inserendo nel collegio valutativo una quota equilibrata di genere

  • Promuovere nelle PA:

  servizi di accreditamento di puericultrici, baby sitter e badanti specializzate presso le pubbliche amministrazioni per servizi continuativi e di emergenza

  voucher (sul modello sperimentato in Francia e dalla Regione Lombardia) e convenzioni per l’acquisizione agevolata di servizi di conciliazione (nidi, campi estivi, trasporto scolastico, selezione di puericultrici e badanti, maggiordomo aziendale etc.)

  sinergie logistiche tra gli enti, attraverso le quali si possano conseguire risparmi per realizzare infrastrutture per l’infanzia, anche utilizzando l’art. 8, comma 4 del dl 78/2010 per l’acquisto di immobili a favore delle pubbliche amministrazioni;

  realizzazione in altre pubbliche amministrazioni di strutture di supporto alla genitorialità avendo come benchmark il recentissimo progetto “Mini, Midi, MEF”: si tratta di spazigiochi, lettura e intrattenimento per ragazzi dai 4 ai 12 anni aperti, su prenotazione, inprimo luogo nei periodi di chiusura scolastica, e realizzabili con un modestissimo impegnofinanziario: il Ministero dell’economia e delle finanze per il restauro di locali già in suopossesso, arredi etc. ha speso circa 70.000 euro ricorrendo a forme di comodato d’uso gratuito, riuso e liberalità anche da parte dei dipendenti e ha realizzato il progetto in tutto in meno di due anni.

  • Standard Family Audit: Promozione in tutte le amministrazioni pubbliche della sperimentazione nazionale dello standard “Family audit” (iniziativa Provincia di Trento/Presidenza del Consiglio dei Ministri), attualmente più diffuso nelle realtà private.

Proposte di Hard Law

  • Conciliazione vita lavorativa-vita familiare:

Il plafond di giorni di congedo per malattia del bambino nonutilizzato nei primi 3 anni di vita possa essere utilizzato entro gli 8 anni.

L’astensione facoltativa possa essere fruita anche oltre gli 8 annidel bambino;

La fruizione in modalità part-time (orizzontale o verticale) dei congedi parentali (già si applica al settore privato: occorre modifica normativa per il pubblico impiego);

Prevedere congedo parentale per i padri (già si applica al settore privato: occorre modifica normativa per il pubblico impiego).

  • Part time in gravidanza e Modifiche al regime del part time
  • Quote di genere in tutti gli organismi collegiali pubblici
  • Rafforzare il rispetto dell’equilibrio di genere nel conferimento di incarichi di responsabilità nelle PA

 

Qui per leggere il documento contenete tutte le proposte.

 

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