Appalti, perché è necessario conoscere le nuove forme di partenariato

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I partenariati si arricchiscono di contenuti e di possibili configurazioni, si ampliano estendendosi anche ai cittadini.
si tratta di opportunità che difficilmente potranno essere colte senza una profonda rivoluzione culturale e il superamento della resistenza al cambiamento. Per questo è fondamentale la diffusione della conoscenza degli strumenti esistenti e favorire il confronto tra le esperienze, come intende fare FPA con il webinar organizzato il 13 settembre “Il procurement dell’innovazione nel Nuovo Codice degli Appalti: regole e nuove forme di partenariato”

18 Luglio 2016

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Paola Conio, Patrimoni PA net, Senior Partner Studio Legale Leone

In un’era di ormai endemica crisi della finanza pubblica e di domanda sempre crescente di servizi e di infrastrutture da parte della collettività, il partenariato pubblico / privato diventa non solo un’opzione da considerare con la massima attenzione, ma quasi un’inevitabile necessità.

Tuttavia, nonostante i presupposti che avrebbero potuto favorire lo sviluppo degli strumenti di Public Private Partnership esistano da almeno una ventina d’anni, così come da oltre venti anni abbiano fatto la loro comparsa le prime disposizioni di legge finalizzate a consentire, anche dal punto di vista giuridico, la costruzione delle nuove iniziative, sino ad oggi il PPP ha avuto un’applicazione limitata, a volte distorta, in ogni caso largamente inferiore alle potenzialità.

Le ragioni che hanno contribuito a frenare la spinta verso il PPP nel nostro Paese sono molteplici, non solo di ordine normativo ma anche di natura “strutturale” e culturale.

Fattori di freno possono essere considerati:

  • il quadro normativo, non tanto e non solo quello specificamente riferito al PPP che, nel corso del tempo, è stato gradualmente migliorato per tentare di superare le criticità iniziali, quanto piuttosto quello generale sia in materia di procedure di gara che in materia di autorizzazioni successive alla realizzazione delle opere e/o alla gestione dei servizi relativi. Le procedure sono troppo complesse e i tempi di acquisizione di tutte le necessarie autorizzazioni sono troppo lunghi per poter consentire agli investitori di valutare effettivamente la profittabilità dell’operazione. Il grado di incertezza di riverbera negativamente anche sulla fase gestionale che è assolutamente cruciale per le operazioni di PPP, nelle quali l’investimento è interamente o parzialmente a carico del privato.
  • la mancanza di una cultura della partnership, non soltanto tra Amministrazione Pubblica e Operatori economici, ma anche rispetto agli operatori finanziari e ai soggetti (costruttori, fornitori, assicuratori, gestori dei servizi) coinvolti nell’operazione che, generalmente, è a medio/lungo termine e dunque necessita di una corretta definizione dei rapporti per garantire stabilità e successo dell’iniziativa;
  • la scarsa attenzione agli strumenti contrattuali utilizzati nelle iniziative di PPP, che dovrebbero essere adeguati a soddisfare sia le esigenze di “bancabilità” delle operazioni che di tutela delle amministrazioni pubbliche, prevedendo una corretta ed equilibrata allocazione dei rischi, nel rispetto di quanto prevede la normativa europea e nazionale in materia di concessioni e di distinzione di queste ultime dagli appalti.

In questo quadro, il nuovo Codice Contratti, pur con tutti i limiti che l’aver affrontato una riforma così significativa del sistema in un tempo estremamente ridotto non poteva non comportare (dei 24 mesi a disposizione per il recepimento delle direttive europee soltanto poco più di un mese è stato effettivamente dedicato alla stesura nel nuovo Codice sulla base dei criteri di delega definitivamente approvati), è senza dubbio la dimostrazione dell’importanza che viene attribuita agli strumenti di partenariato pubblico privato e delle speranze che vengono riposte in essi per il rilancio dell’economia e della competitività del vecchio continente.

> Scopri come partecipare al webinar organizzato da FPA il 13 settembre dal titolo “Il procurement dell’innovazione nel Nuovo Codice degli Appalti: regole e nuove forme di partenariato”

I partenariati si arricchiscono di contenuti e di possibili configurazioni, si ampliano estendendosi anche ai cittadini. Dal più tradizionale modello concessorio e dalla finanza di progetto, al contratto di disponibilità, alla locazione finanziaria di opere pubbliche, al partenariato per l’innovazione, alla sponsorizzazione, al baratto amministrativo, le possibilità di cooperazione della parte pubblica e della parte privata sembrano quasi infinite.

Tuttavia, come detto, si tratta di opportunità che difficilmente potranno essere colte senza una profonda rivoluzione culturale e il superamento della resistenza al cambiamento. E’ necessario garantire il necessario supporto ed ausilio agli operatori pubblici e privati che intendano sperimentare le nuove possibilità di cooperazione e favorire la condivisione delle buone pratiche, condizioni indispensabili perché i coraggiosi pionieri della nuova era non si sentano perduti e abbandonati in terre insidiose e potenzialmente inospitali e finiscano, come purtroppo è spesso avvenuto nel passato, per abbandonare l’idea di mettere in pratica i nuovi modelli.

Per questa ragione è fondamentale ogni iniziativa che miri, in primis, alla diffusione della conoscenza degli strumenti esistenti e a favorire il confronto tra le esperienze ed è importante promuovere ogni iniziativa che tenti di costruire un linguaggio comune e una base condivisa da cui partire per una sperimentazione più sicura e proficua. La conoscenza e la capacità di sperimentare i nuovi modelli di partnership pubblico/privato sono certamente tra i fattori critici di successo per le pubbliche amministrazioni e gli operatori economici del futuro.

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