e-Policy: dalle opinioni in rete, un aiuto alle decisioni politiche

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È partito il 1 ottobre scorso un progetto, coordinato dall’Università di Bologna e finanziato dalla Commissione Europea con 2,6 milioni di euro, che vuole creare un sistema di supporto alla decisioni politiche attraverso la raccolta e l’elaborazione delle opinioni presenti su siti web, social network, blog e forum on line.

13 Dicembre 2011

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Michela Stentella

Articolo FPA

È partito il 1 ottobre scorso un progetto, coordinato dall’Università di Bologna e finanziato dalla Commissione Europea con 2,6 milioni di euro, che vuole creare un sistema di supporto alla decisioni politiche attraverso la raccolta e l’elaborazione delle opinioni presenti su siti web, social network, blog e forum on line.

Essere informati sulle opinioni dei cittadini rispetto a tematiche che impattano sulla vita di tutti i giorni, può aiutare i politici a prendere decisioni consapevoli e a valutarne le ricadute (sociali, economiche, ambientali) quando ancora si è in tempo per rivedere e orientare le scelte. Un approccio che può rivelarsi strategico in un contesto come quello attuale, in cui i cittadini vogliono partecipare sempre di più alle scelte delle amministrazioni e, allo stesso tempo, i politici devono tenere conto di molte variabili e vincoli (normative nazionali ed europee, limiti di budget, obiettivi prefissati).

Proprio per supportare processi decisionali complessi è partito il 1 ottobre scorso il progetto e-POLICY (Engineering the Policy Making Life Cycle), con cui si vuole realizzare una “ingegnerizzazione del policy-making”. In pratica, individuare uno strumento in grado di prendere in considerazione e integrare i diversi aspetti del ciclo di vita delle politiche – da una parte gli obiettivi regionali “globali” e i vincoli a cui i decisori devono sottostare, dall’altra gli obiettivi individuali e le opinioni dei cittadini, espresse attraverso gli strumenti di e-partecipation – e restituirli in maniera “leggibile”. In questo modo si possono creare fin da subito scenari politici fortemente compatibili con l’ambiente e la società. Coordinato dall’Università di Bologna, e-POLICY coinvolge nove partner da cinque paesi europei ed è finanziato nell’ambito della Call 7 ICT del Settimo Programma Quadro (FP7) con 2,6 milioni di euro, su un costo di 3,2 milioni. Il progetto avrà una durata di tre anni, fino al settembre del 2014.

“L’idea – ci racconta Michela Milano, professore del Dipartimento di Elettronica, Informatica, Sistemistica dell’Università di Bologna e coordinatrice del progetto – è nata a Bologna, dove l’Università già da tempo collabora con ARPA Emilia Romagna e con la Regione per creare sistemi di supporto alle decisioni; come abbiamo fatto, ad esempio, per la valutazione ambientale strategica del piano energetico regionale approvato nel giugno scorso. Di solito questa valutazione viene fatta a valle dei piani (cioè su un piano già elaborato), mentre noi vogliamo integrare la fase di valutazione con la fase decisionale. In questo modo si evita di dover introdurre a piano già avviato delle misure correttive, che non sempre sono possibili, per mitigare eventuali impatti nocivi sul territorio”.

“Questo approccio – prosegue Michela Milano – si può estendere anche ad altri settori decisionali, ma perché sia davvero efficace è necessario rilevare la visione individuale di tanti soggetti (singoli cittadini, associazioni, aziende) e poi mettere insieme i dati per offrire risultati leggibili sia da parte dei politici che dei cittadini. Per fare questo non bastano i classici sistemi di supporto alle decisioni, ma servono anche degli ambienti di simulazione sociale. È quello che cercheremo di fare con il progetto e-POLICY, in cui per la prima volta si punta a integrare la visione regionale e la visione individuale.”

Per ricostruire la visione dei cittadini su uno specifico tema di interesse, si andrà a “scavare” nelle opinioni presenti su siti web, social network, blog e forum on line, come spiega Milano: “Andremo ad estrarre le opinioni dei cittadini su determinate tematiche politiche, a partire da twitter, facebook e in generale dai social network. Ma non solo, prenderemo in esame anche la stampa on line e i siti di aziende e associazioni che si occupano di alcune tematiche. Ora stiamo lavorando sul tema dell’energia e, quindi, cercheremo di capire cosa pensa la gente su argomenti come il fotovoltaico e le biomasse. I dati raccolti verranno poi forniti al simulatore sociale, per definire i comportamenti emergenti della società, e i risultati serviranno al politico per farsi un’idea di come potrebbe essere accolta una determinata decisione. Prendere in considerazione tutti gli indicatori e i vincoli esistenti è molto complesso. Noi cerchiamo di rendere questo procedimento automatico ma anche di semplice utilizzo, attraverso tecniche di visualizzazione analitica che permettono di rappresentare grosse moli di dati in modo user friendly”.

Il progetto mette quindi in gioco strumenti e metodologie che vanno dall’intelligenza artificiale alla simulazione sociale, dall’opinion mining (analisi delle opinioni) alla visualizzazione analitica. Un’integrazione di tecniche senza precedenti, che vede coinvolti partner internazionali con diverse competenze, come ci illustra Michela Milano: “I partner italiani del progetto sono la Regione Emilia Romagna, ASTER (Consorzio che riunisce la regione, gli enti di ricerca del territorio e le associazioni imprenditoriali) e l’Università di Ferrara. I partner stranieri sono l’Università del Surrey (Regno Unito) con i suoi sociologi computazionali esperti di simulazione sociale; l’Università di Cork (Irlanda); il Fraunhofer Institute for Computer Graphics, in particolare per l’aspetto della visualizzazione analitica; le aziende INESC di Porto, specialista dell’opinion mining, e l’inglese PPA Energy”.

e-POLICY è attualmente nella fase di elaborazione metodologica. Verrà poi testato, come primo caso pratico, sulla pianificazione ambientale della Regione Emilia Romagna e potrà essere in seguito applicato anche ad altri settori decisionali. “Più gli interventi sono mirati – sottolinea Milano – più il sistema sarà efficace. Non si adatta bene, invece, a piani “macro” che interessano tante dimensioni. Potrebbe rivelarsi ad esempio molto utile per decidere dove posizionare una discarica. Naturalmente, il campione usato per la simulazione non sarà mai rappresentativo di tutta la popolazione, perché molte persone non usano internet; ma dalla rete emerge comunque la “tendenza” dei cittadini. Ed è chiaro che tanto più le persone sono contrarie ad una certa scelta politica, tanto più sarà necessario spendere per riuscire ad ottenere gli obiettivi prefissati”.

“Facciamo un esempio – aggiunge Milano – Il piano energetico regionale dice che entro il 2020 dovrebbero essere installati tot megawatt di fotovoltaico. Per raggiungere questo obiettivo la regione potrebbe dare degli incentivi. Scoprendo quali sono le opinioni dei cittadini e delle imprese su questo tema, si può tarare la quantità e la distribuzione degli incentivi, quindi il costo di implementazione di questa politica, il costo per renderla effettiva ed efficace”.

Ma le decisioni politiche possono davvero essere influenzate da un sistema di questo tipo? “La cosa importante – conclude Milano – è che il politico abbia a disposizione il maggior numero di informazioni possibile per prendere decisioni informate, un numero di informazioni che senza questi strumenti non riuscirebbe a prendere in considerazione. Poi cosa se ne fa è una sua scelta. Può decidere di tenerne conto, oppure di ignorarle e subirne le conseguenze e i costi”.

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