L’e-Government riparte dall’interoperabiltà con il piano industriale dell’innovazione

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Foto di Danny Williams

“Innovare fa risparmiare!” è questo il messaggio con cui si è aperto a Roma ieri mattina il convegno di presentazione del Piano industriale per l’innovazione, organizzato da FORUM PA, da Microsoft e dal Ministero per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione. Tuttavia per innovare veramente occorre trasferire l’eccellenza puntale di un singolo progetto in eccellenza di sistema per l’intero paese. 

5 Novembre 2008

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Tommaso Del Lungo

Articolo FPA
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Foto di Danny Williams

“Innovare fa risparmiare!” è questo il messaggio con cui si è aperto a Roma ieri mattina il convegno di presentazione del Piano industriale per l’innovazione, organizzato da FORUM PA, da Microsoft e dal Ministero per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione. Tuttavia per innovare veramente occorre trasferire l’eccellenza puntale di un singolo progetto in eccellenza di sistema per l’intero paese. 

Un evento importante, quello di ieri mattina, tanto nei contenuti, quanto nel messaggio. Per la prima volta dopo mesi di attesa letargica (che rischiava di diventare un vero o proprio abbandono), infatti, viene riproposto il tema dell’innovazione non solo come elemento sporadico, come motore di una singola esperienza o di un singolo progetto, ma come leva strategica che deve guidare un cambiamento radicale e di sistema.

Su Saperi Pa trovi la documentazione completa e gli atti del convegno

Ad illustrare l’approccio e le linee di azione che guideranno l’innovazione nel breve/medio periodo nel nostro paese i due massimi vertici in tema di informatica nella pubblica amministrazione, ovvero il Capo Dipartimento dell’Innovazione Stefano Torda, ed il Presidente  del CNIPA, Fabio Pistella.
Il documento presentato riprende il tema del governo elettronico da dove si era interrotto qualche anno fa, sviluppandone gli aspetti più problematici ed evidenziando che per realizzare un’innovazione capace di incidere a livello di sistema occorre passare:

  • dalla logica dell’offerta a quella della domanda;
  • dalla sperimentazione alla standardizzazione.

In pratica dai progetti di eccellenza pensati per offrire servizi costruiti si passerà (ed in realtà si è già passati dato che il piano è stato avviato a giugno di quest’anno) a interventi condivisi a partire dalle reali esigenze e necessità delle amministrazioni ed individuati grazie ad una sessantina di convenzioni (12 con le amministrazioni centrali, 42 con le regioni e i capoluoghi e 4 progetti speciali). Questi interventi procederanno parallelamente ad un’iniziativa di standardizzazione di stesura di regole tecniche e di uniformazione delle procedure che permetterà di metterli a sistema e farli diventare patrimonio comune.
Il Piano si caratterizza per essere dinamico e il ministro Brunetta ha già chiesto che sia redatta un’appendice con gli obiettivi di legislatura e quelli a scadenza decennale.

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Particolarmente interessante l’intervento di Giancarlo Capitani di Net Consulting che, nella veste di “provocatore”, ha evidenziato gli ostacoli concreti per l’attuazione di un simile piano (guarda il video). In primo luogo l’eterogeneità delle politiche di innovazione ed in secondo la scarsa propensione delle amministrazioni al riuso. Rispetto a questa ultima criticità Capitani ha anche presentato un’anticipazione dell’ultima rilevazione Net Consulting per Assinform secondo cui il riuso è un concetto sconosciuto per il 45% delle amministrazioni pubbliche intervistate.
Come fare dunque a superare queste criticità e a far sì che l’innovazione esca dalla fase delle sperimentazioni eccellenti, quella dei 100 fiori, come l’ha chiamata Fabio Pistella, ed entri in un’ottica di sistema Paese?
La chiave di volta è la collaborazione, la cooperazione, la standardizzazione, il dialogo, la convergenza di significati, obiettivi ed intenti, che in termini informatici si riassume in una sola parola: interoperabilità. L’interoperabilità è l’ambiente, il terreno fertile sul quale questo piano industriale può attuarsi.

Consulta su Saperi PA altra documentazione sull’open innovation

A chiudere la giornata l’intervento di Stephen Elop Presidente della Divisione Business Solutions, Microsoft Corporation, che ha presentato l’esempio di  una grande azienda che è riuscita a cambiare pelle per far fronte alle nuove sfide del mercato e fare propria la cultura della collaborazione e della open innovation. Uno scenario che porta necessariamente le aziende a collaborare tra loro e con gli altri attori del sistema globale, per svilupparsi e prosperare in un ambiente IT sempre più variegato.

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