Manca, Cad: “La burocrazia difensiva è in attesa delle regole tecniche”

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14 Dicembre 2016

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Giovanni Manca, presidente Anorc

A che punto siamo?

Il D.Lgs 179/2016 ha aggiornato il CAD e introdotto una serie di novità anche sul piano organizzativo come l’introduzione dell’Ufficio per la transizione al digitale e il difensore civico per il digitale. L’esigenza di riorganizzazione del procedimento amministrativo è ancora una volta ribadita. In tutto questo innovare, peraltro, ci si ritrova con la sospensione di quattro mesi dell’obbligo per le PPAA di adeguare i propri sistemi di gestione informatica dei documenti. Alle stesse PPAA è comunque consentito l’adeguamento. I cennati quattro mesi sono stabiliti come termine ordinatorio per la produzione di regole tecniche aggiornate.

Questo Governo ha prodotto molte riforme e introdotto molte innovazioni: cosa è già “usabile” tra quanto approvato? Cosa ci portiamo a casa?

Delle previste regole tecniche circa la metà sono completamente nuove. L’altra metà è comunque da aggiornare anche se già applicabile. Le riforme e innovazioni possono essere applicate per la parte organizzativa. Per esempio per definire le modalità di accesso ai servizi tramite SPID e per integrare tali servizi con il sistema dei pagamenti che opera in PagoPA. La piena attuazione del procedimento amministrativo è comunque collegata alla piena operatività dell’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR) e del domicilio digitale ad essa collegata.

Molti provvedimenti sono ancora in sospeso, cosa pensa che sarà impossibile raggiungere degli obiettivi che erano posti? A cosa dovremo rinunciare, almeno per ora?

La cosiddetta burocrazia difensiva è in attesa delle nuove regole tecniche ma molte PPAA sono attive nella digitalizzazione con risultati interessanti. Le regole cruciali per un adeguato e omogeneo avanzamento sono quelle sulla gestione digitale dei documenti (formazione, sottoscrizione, trasmissione e conservazione) tenendo in conto anche che dei principi innovativi dell’archivistica digitale. In questa fase non si è pronti per la doverosa attuazione dell’interoperabilità e della cooperazione applicativa come previsto nel CAD aggiornato. In altre parole l’interazione della PA è ancora limitata.

Cosa si può fare ora nel campo dell’innovazione digitale che non ha bisogno della politica, ma solo dell’azione fattiva dell’amministrazione.

La risposta è nella creazione di strutture organizzative di coordinamento e controllo strategico e operativo che prescindono dal momento politico. Dai tempi della soppressione dell’Autorità per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione (AIPA) che ha delegato politicamente a strutture dedicate all’innovazione ovvero alla Funzione Pubblica le attività sull’innovazione della PA abbiamo assistito oggettivamente a circa 6 anni di stallo su 15 anni di storia.

E le ripartenze sono sempre state caratterizzate da un quasi totale azzeramento del precedente o da una riproposizione, in altri termini, delle stesse tematiche. Sarebbe quindi indispensabile una organizzazione di governo e controllo del digitale che coordini le amministrazioni per un’azione efficace e efficiente nel tempo nel rispetto dell’autonomia delle amministrazioni ma anche dell’esigenza di una spesa coordinata, non dispersiva e omogenea negli obiettivi strategici di settore.

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