Pon Governance e PON Metro, la Programmazione 2014-2020 entra nel vivo

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I due Programmi Operativi Nazionali guardano al futuro. Proiettano lo sguardo sul miglioramento delle nostre città, su una PA più efficace ed efficiente e sulla necessità di ridurre il divario tra cittadini, imprese e PA. Ecco quanto emerso lo scorso 19 gennaio dall’evento “Pubblica Amministrazione e Città Intelligenti”

24 Gennaio 2017

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Massimiliano Roma

Dopo una fase di oltre due anni che potremmo definire di costruzione della governance e costituzione della “cassetta degli attrezzi”, nel 2017 il ciclo dei fondi europei 2014-2020 entra nel vivo con i finanziamenti dei primi interventi.

Ma qual è la strategia alla base delle scelte che cominciano a delinearsi? Un quadro non certamente completo, ma sicuramente significativo, ci viene dall’evento “Pubblica Amministrazione e Città Intelligenti” del 19 gennaio scorso a Milano, dedicato al PON Governance e Capacità Istituzionale e al PON Metro, i due Programmi Europei di cui l’Agenzia della Coesione Territoriale è titolare.

L’incontro, che ha coinvolto attivamente Amministratori, esperti PA, agenda digitale, smart cities e cittadini, ha offerto preziosi indizi per comprendere la strategia di fondo della Commissione e del Governo, le priorità e le parole chiave che caratterizzeranno i prossimi anni.
Alcuni numeri ci aiutano a misurare la portata ed il peso che i due Programmi hanno nel quadro complessivo delle risorse comunitarie.
Il PON Governance e Capacità Istituzionale, con una dotazione di 827 milioni di euro, rappresenta il principale strumento di rafforzamento e innovazione della pubblica amministrazione ed è rivolto alle PA di tutto il Paese, con particolare attenzione al Sud cui è destinato oltre l’80% della dotazione complessiva.
Con l’obiettivo di rendere la pubblica amministrazione più efficiente, efficace e vicina ai territori, ai cittadini e alle imprese, le azioni ammissibili al finanziamento riguardano i seguenti aspetti: competenze, modalità organizzative e di offerta di servizi, metodi e procedure, strumenti e soluzioni tecnologiche, forme di cooperazione istituzionale.

Il PON Metro, con oltre 892 milioni di euro, è destinato alle 14 aree metropolitane e nasce per rafforzare il ruolo delle grandi città e dei loro territori sul fronte dell’innovazione digitale, dell’inclusione sociale e della sostenibilità urbana. Nel complesso i due Programmi mettono in campo oltre 1,7 miliardi di euro a disposizione del nostro Paese. Ma come abbiamo deciso di spendere questi soldi?
Il primo elemento che emerge dalla giornata del 19 gennaio è che la Programmazione 2014-2020 rimette le città al centro. In quest’ottica, la scelta di Milano quale sede dell’evento – in particolare il Creative Hub Base, ex stabilimento Ansaldo simbolo di crescita e sviluppo nel settore manifatturiero e oggi riconvertito con fondi pubblici a luogo d’innovazione e contaminazione culturale tra arte, creatività, tecnologia e impresa – è rappresentativa della volontà di conferire centralità all’Agenda urbana nelle politiche di coesione. Con l’idea di presentare insieme il PON Governance ed il PON Metro, l’Agenzia – come sottolineato dal suo Direttore Generale, Ludovica Agrò – ha voluto valorizzare la stretta connessione tra l’Europa e i territori e la propria funzione di “cerniera” con le 14 Città Metropolitane e le amministrazioni centrali beneficiarie.

Se guardiamo alle parole chiave emerse durante l’incontro, la prima è certamente integrazione tra gli interventi e tra le azioni dei programmi che hanno un impatto sulla stessa dimensione territoriale.
È il caso del PON Metro che ha alimentato un confronto continuo tra centro, autorità urbane ed amministrazioni regionali per una maggiore sinergia tra le azioni del Programma e gli interventi dei POR (Programmi Operativi Regionali) dedicati alle aree metropolitane. La dimensione dei risultati attesi aiuta a mettere ancora più in evidenza da un lato l’urgenza di “fare sistema” tra i diversi attori, dall’altro il compito, affidato alle città, di tradurre nella realtà le politiche sociali e di sviluppo dell’Unione Europea. Sul fronte del digitale si lavorerà per offrire ai cittadini, del 70% dei comuni delle aree metropolitane, servizi digitali interattivi e per rendere interoperabili i sistemi informativi di 678 comuni. Per gli interventi in tema di sostenibilità urbana le città dovranno convertire 92.000 punti d’illuminazione pubblica alla tecnologia LED, riqualificare energeticamente 38.000 metri quadrati di superficie di edifici pubblici, costruire oltre 200 km di piste ciclabili. Nell’ambito dell’inclusione sociale, il PON Metro punta a riqualificare spazi urbani per fornire abitazione a 1.800 persone senza fissa dimora, destinare 2.270 alloggi aggiuntivi ad altrettante famiglie in condizioni di disagio abitativo, risanare oltre 2.250 spazi e 35.000 metri quadrati per attività finalizzate al conseguimento di obiettivi sociali.

Che la Commissione guardi con grande interesse all’implementazione dei due PON è stato ribadito da Denis Genton, Direttore Generale Occupazione della Commissione Europea. Promuovere l’inclusione sociale e accrescere la capacità della PA di offrire servizi di qualità sono obiettivi primari in un contesto che vede montare in tutta Europa lo scetticismo verso il progetto comunitario. Non c’è dubbio, inoltre, che i primi risultati misurabili serviranno a convincere Bruxelles a fare di più e a intensificare il proprio impegno.

Pia Marconi, Capo Dipartimento della Funzione Pubblica, ha fornito ulteriori elementi per delineare il filo rosso delle scelte che si stanno operando: la strategia del PON Governance, di cui il dipartimento della Funzione Pubblica è Organismo Intermedio e soggetto beneficiario, è quella di rafforzare la capacità amministrativa per implementare efficacemente alcune delle più importanti “riforme Paese” avviate in questi anni e, in particolare, la Riforma Madia dell’Amministrazione e la Riforma Delrio relativa all’assetto delle autonomie locali, nel quadro di una forte integrazione di tali processi con gli obiettivi dell’Agenda Digitale. Tale strategia è pienamente coerente con le raccomandazioni che il Consiglio Europeo ha dato al nostro Paese e con l’idea per cui non può esistere programmazione europea che non sia al tempo stesso programmazione Paese. Il PON Governance rappresenta in sostanza lo strumento perché l’implementazione delle riforme sia accompagnata da interventi sistemici che possano generare impatti reali.

Altra parola chiave è quindi concentrazione degli interventi. La vecchia programmazione aveva messo in campo numerosi progetti frammentati che avevano ridotto la capacità di fare massa critica.
L’inversione è chiara ed è confermata dai primi 21 progetti avviati dal Programma nel dicembre scorso, per un valore di circa 190 milioni di euro, il 23% della dotazione complessiva (per una consultazione dei progetti consigliamo di visitare il nuovo sito dedicato al Programma). Tra le iniziative più ambiziose spicca Italia Login (50 milioni di euro di finanziamento), piattaforma già prevista nella Strategia per la Crescita Digitale 2014-2020 e pensata come una “casa” online da cui accedere, anche in modalità mobile, a tutte le informazioni e i servizi disponibili offerti dalle PA attraverso un’identità digitale garantita dal Sistema Pubblico di Identità Digitale. Parliamo di un progetto cardine per la digitalizzazione del Paese che se realizzato rappresenterà un canale unico di dialogo e interazione fra Stato, cittadini e imprese nel segno della semplificazione e dell’usabilità. Sul fronte degli enti locali citiamo ReOPEN (14 milioni) del Dipartimento per gli Affari Regionali volto a rafforzare le competenze di tutti gli attori coinvolti nei processi di riforma e riordino dell’amministrazione territoriale con particolare attenzione ai servizi pubblici locali. E poi innovazione nel Sistema Sanitario con ICT per la Salute (21 milioni), semplificazione delle procedure burocratiche con Delivery Unit (7 milioni) di Funzione Pubblica e smart working con Lavoro Agile (5,5 milioni) del Dipartimento Pari Opportunità. C’è poi grande attesa di conoscere come verranno impiegate le risorse per il miglioramento e l’efficienza del sistema giudiziario, altro ambito che può fare la differenza nel rilanciare la nostra competitività e la capacità di attrarre investimenti.

Parliamo quindi di pochi progetti, di sistema e sviluppati su scala nazionale. La via sembra quella giusta ora spazio all’execution.

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