EDITORIALE

Cari burocrati, attenzione alla paralisi isterica

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Cari burocrati, in questo momento di confusione della politica attenti alla paralisi isterica. I vostri muscoli hanno un buon tono, ma potreste rischiare una “frattura della possibilità del fare” se attribuiste troppo peso alla temporanea assenza della politica: molto, moltissimo potete, anzi dovete fare da soli

9 Dicembre 2016

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Carlo Mochi Sismondi @Carlomochisis

Parlando degli attacchi isterici, tra cui la paralisi di uno o più arti pur in presenza di una muscolatura normalmente tonica Wikipedia dice che “Si tende a considerare attacchi di questo tipo manifestazioni di stati depressivi o situazioni esistenziali di crisi che la persona esprime in una rappresentazione codificata che conosce. Il soggetto, più o meno inconsapevolmente, utilizza la reazione isterica per comunicare uno stato emotivo estremamente negativo nel quale si trova e dal quale non vede via d’uscita.” Gli specialisti spiegano la malattia come una frattura nella possibilità di fare. Un disturbo che corrisponde ad un “non voglio” del paziente, come una “paralisi dell’agire”.

Miei cari burocrati, in questo momento di confusione della politica, in cui non sappiamo oggi quel che succederà domani, attenti alla paralisi isterica. I vostri muscoli hanno un buon tono muscolare, ma potreste rischiare una “frattura della possibilità del fare” se attribuiste un improprio peso alla temporanea assenza della politica: molto, moltissimo potete fare da soli, anzi dovete fare da soli.

Così non è vero che un probabile (ma parlo a crisi appena aperta) indebolimento di Palazzo Chigi possa avere influenze sul processo di digitalizzazione della PA: il CAD è approvato e le regole tecniche che esso richiede devono essere fatte dall’AgID che è nel pieno della propria capacità amministrativa. E’ infatti organo tecnico e non politico. Persino il Commissario Straordinario Diego Piacentini è stato nominato con un DPCM e non è soggetto a spoils system: può (anzi deve) lavorare appieno lui e la sua squadra. Nessun indugio quindi: già questa crisi di rallentamenti obbligatori ce ne regalerà troppi, non creiamocene anche di non necessari.

Altrettanto può (e deve) lavorare a pieno regime tutta la macchina della programmazione europea. Non possiamo permetterci ulteriori ritardi su nessuno dei Piani Nazionali e men che meno su quello che più mi sta a cuore e che è più indietro: il PON Governance e Capacità Istituzionale ancora al palo delle prime assegnazioni. Sia l’Agenzia della Coesione Territoriale sia il Dipartimento della Funzione Pubblica, rispettivamente Autorità di gestione e Organismo Intermedio del PON, sono nel pieno dei loro poteri amministrativi. Non si fermino per favore; non aspettino direttive dal Governo, perché per un po’ non ne arriveranno.

Stesso discorso vale per l’ANPAL, l’agenzia per le politiche attive del lavoro e per tanti altri vertici amministrativi che rischiano appunto una “paralisi isterica” se si dichiarano prigionieri, paralizzati da una politica assente.

Troppe crisi di Governo ho visto nella mia carriera a FORUM PA, più o meno diciassette, per non sapere che la tentazione del fermarsi esiste, come esiste una certa sindrome d’abbandono da parte di una dirigenza pubblica che non ha risolto il suo rapporto con la politica tra un’autonomia invocata a parole e spesso (non sempre) una sudditanza di fatto. Per questo cari vertici apicali dell’amministrazione, cari dirigenti pagati per prendere decisioni, vi prego, a nome del Paese che non vuole fermarsi, fate tutto, ma proprio tutto quello che potete fare, che è moltissimo. Non vi trincerate dietro impossibilità fittizie. Tutto quello che non è esplicitamente proibito, che non deve esplicitamente passare da un DPCM o da un DPR o da una direttiva di un Ministro è alla vostra portata, è possibile. Le leggi di riforma già approvate sono in questa legislatura talmente tante che non vi manca davvero il lavoro dell’attuazione e l’attuazione spetta a voi, non alla politica.

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