EDITORIALE

Dall’open government all’open governance: costruiamo insieme un nuovo paradigma

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C’è un filo rosso che partendo dal convegno inaugurale abbiamo tracciato all’interno del programma congressuale e che ci conduce fino all’incontro finale dedicato ad un ampio momento di progettazione comune. È il filo rosso di incontri, approfondimenti, laboratori dedicati all’open governance, alla proposizione di un nuovo paradigma in grado di fare emancipare la nostra pubblica amministrazione, ancora troppo legata ad una cultura burocratica, verso un modello abilitante a servizio del paese, dei suoi territori, dei suoi cittadini

5 Aprile 2018

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Gianni Dominici

C’è un filo rosso che partendo dal convegno inaugurale abbiamo tracciato all’interno del programma congressuale e che ci conduce fino all’incontro finale dedicato ad un ampio momento di progettazione comune.
È il filo rosso di incontri, approfondimenti, laboratori dedicati all’open governance, alla proposizione di un nuovo paradigma in grado di fare emancipare la nostra pubblica amministrazione, ancora troppo legata ad una cultura burocratica, verso un modello abilitante a servizio del paese, dei suoi territori, dei suoi cittadini. Ne abbiamo parlato molto nei mesi scorsi e l’appuntamento della Manifestazione vuole essere il momento di elaborazione comune, di confronto tra i diversi attori locali e nazionali dell’innovazione per la proposizione di una proposta comune da sottoporre al nuovo governo.

Torneremo sulla descrizione delle diverse tappe di questo percorso in un secondo momento in cui sveleremo maggiori dettagli (a cominciare dal presentarvi il keynote speaker di eccezione), ma oggi ci concentriamo sul momento finale: l’OST che sta per Open Space Technology con il quale organizzeremo, nell’ultimo pomeriggio della Manifestazione, un momento comune con associazioni, singoli, aziende, istituzioni interessati a contribuire ad indicare le forme e la sostanza della pubblica amministrazione in grado di affrontare il futuro.
Il metodo è sufficientemente noto e da noi utilizzato in diverse occasioni, per ultima la giornata di lavoro organizzata insieme alla Regione Emilia Romagna. Cosi lo descriviamo nella nostra scheda informativa: le caratteristiche di base della metodologia OST sono il sedere in cerchio, il porsi in modo paritario, l’esplicitare i propri interessi inerenti il tema proposto (usando la bacheca come agenda dei lavori), l’incontrare persone con interessi simili (al cosiddetto market place) e poi mettersi a lavorare. Il tutto è basato sul principio dell’autogestione e dell’informalità, fatte salve quattro semplici regole ed una legge che vanno rispettate perché altrimenti il risultato non è un work-shop partecipato (vedi paragrafo “Metodologia”). Come taluni hanno già scritto, infatti, l’OST fa leva sull’intelligenza collettiva e sulla capacità delle persone di auto-organizzarsi e auto-determinarsi: i gruppi auto-gestiti sono la norma, la leadership è condivisa costantemente e la diversità diventa una risorsa piuttosto che un problema da superare.

Gli obiettivi ambiziosi: contribuire, insieme agli strumenti di lavoro previsti all’interno della Manifestazione, alla creazione di un libro bianco da presentare al governo che verrà per scongiurare quello che abbiamo chiamato “l’anno zero dell’innovazione” e, soprattutto, per promuovere una riflessione sulla necessità di mettere ai primi posti della prossima agenda politica un profondo percorso di rinnovamento della nostra pubblica amministrazione in grado, finalmente, di adottare in pieno il paradigma dell’open government e realizzare il principio costituzionale della sussidiarietà orizzontale volto a valorizzare l’autonoma iniziativa dei cittadini nello svolgimento di attività di interesse generale.

Da ora, da subito cercheremo di estendere l’invito a più realtà possibili cosi da arricchire e ampliare la discussione ma consideratevi già impegnati perché, come recita il primo dei principi individuati da Owen: “Chiunque venga è la persona giusta”, basta iscriversi.

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