FORUM PA Emilia-Romagna per una PA capace di ascoltare

Home Riforma PA FORUM PA Emilia-Romagna per una PA capace di ascoltare

Il 26 gennaio scorso, si è svolto a Bologna il FORUM PA Emilia-Romagna, organizzato da FPA e Regione. Un unicum nell’esperienza dei Forum regionali per aver posto al centro del confronto la comunità degli innovatori, i loro bisogni e le proposte emerse attraverso il format OST (Open Space Technology). Qui una breve storia per tweet

31 Gennaio 2018

P

Patrizia Fortunato

Un unicum nell’esperienza dei FORUM PA regionali: così Carlo Mochi Sismondi, Presidente FPA, ha descritto il FORUM PA Emilia-Romagna, svoltosi lo scorso 26 gennaio a Bologna. Per quale ragione? Perché la giornata, organizzata da FPA e Regione, è stata l’occasione per sperimentare una modalità di lavoro destrutturata, l’“Open Space Technology – OST”, in cui ciascun partecipante ha portato bisogni e soluzioni al centro del confronto, collaborando alla stesura di un report da consegnare alla Giunta regionale.

I tavoli di lavoro in modalità OST sono stati preceduti da una sessione introduttiva, durante la quale Stefano Bonaccini, Presidente della Regione Emilia-Romagna, ha sottolineato le opportunità di sviluppo nate grazie al corretto utilizzo delle risorse dei fondi europei e alle politiche di coesione comunitarie. La Regione Emilia-Romagna, infatti, è tra le più virtuose in Italia nell’utilizzo dei fondi europei: 2miliardi e mezzo per il ciclo di programmazione 2007-2013, distribuiti la metà sul Piano di Sviluppo Rurale e l’altra metà tra il Fondo Sociale Europeo – FSE – e il POR FESR. Risorse che stanno garantendo alla Regione una grande capacità di innovazione e di crescita. Qualche esempio? Il Data center dell’Agenzia meteorologica e climatologica europea ospitato nella sede dell’ex-Manifattura Tabacchi di Bologna (conquistato con 27 voti favorevoli su 27 partner europei e l’astensione della Gran Bretagna), il nuovo Tecnopolo e un centro di ricerca e sviluppo sulle infrastrutture big data, il più grande sistema di calcolo del nostro paese.

Bonaccini ha poi citato alcuni dati: la Regione è punta di eccellenza nell’export se si considera il dato pro-capite pari a 12.600 euro e un valore totale di circa 57miliardi di euro per prodotto manifatturiero esportato. È prima in Italia da tre anni per tasso di attività e per occupazione femminile, con un impatto significativo sulla vita reale delle persone. Ha contribuito a portare la disoccupazione dal 9% (dato aggiornato al 2015) al 6%.

Piena occupazione al 2020: questo l’obiettivo della Regione riassunto anche in alcuni tweet.

Entro il 2020, come scritto nel Patto per il lavoro, sottoscritto dal Presidente e da tutte le parti sociali nel luglio 2015, oltre 15 miliardi di euro (tra fondi europei, nazionali, regionali e privati) saranno investiti in infrastrutture. Distretti produttivi, pubblica amministrazione, scuole, famiglie e 331 comuni presenti sul territorio emiliano-romagnolo saranno raggiunti da banda ultra larga, grazie a 180 milioni di euro ricevuti dal Governo e un importo complessivo di 75milioni di euro collocati sul territorio (49 dal PSR e 26 dal POR FESR).

Conoscenza, condivisione e consapevolezza: queste le tre parole d’ordine messe in evidenza sempre nella sessione introduttiva da Davide Conte, Assessore al Bilancio del Comune di Bologna. Sulla stessa scia il Documento Unico di Programmazione economica finanziaria dell’ente non risponde ai principi contabili, ma a una visione di sintesi di quello che si vuole fare in risposta alle esigenze dei cittadini. L’Assessore ha ricordato la Carta di Bologna per l’Ambiente, ideata insieme a Giacomo Capuzzimati, Direttore Generale del Comune di Bologna, sul tema dello sviluppo sostenibile dell’amministrazione comunale della città metropolitana. La Carta (firmata un anno fa da tutte le città metropolitane) è stata inserita all’interno del bilancio come piano dei conti; i 17 goals delle Nazioni Unite sono stati utilizzati al pari dei principi contabili.

Per interpretare i big data serviranno i filosofi: questo il richiamo di Francesco Raphael Frieri, Direttore Generale della Regione, che ha evidenziato l’importanza di investire in formazione e competenze per non subire il cambiamento tecnologico e non esternalizzare funzioni interne all’amministrazione. La Regione sta puntando sullo smart working, andando ben oltre le direttive della Funzione Pubblica sul lavoro agile, ritenute insufficienti rispetto alla trasformazione che sta coinvolgendo il mondo del lavoro.

Grazie a quattro brevi interventi di rappresentanti di aziende, è stato evidenziato come focus di discussione il ruolo delle tecnologie nel processo di innovazione. La tecnologia al centro, accompagnata da un cambiamento organizzativo e culturale.

Dopo il primo intervento in plenaria di Sara Trabucchi, Head of Enterprise Solutions – Vodafone, ha presenziato Fabio Fregi, Country Manager – Google Cloud Italy, Carlo Bassanini, Responsabile Pubblica Amministrazione – SCS Consulting, e infine Eugenio Sidoli, Presidente e Amministratore Delegato – Philip Morris Italia.

Nella sessione plenaria del pomeriggio, poi, gli Assessori regionali, Palma Costi e Patrizio Bianchi, hanno ribadito l’importanza di alcuni macro temi emersi la mattina: lavoro, occupazione femminile, digitalizzazione della PA.

Palma Costi – Assessora alle attività produttive, piano energetico, economia verde e ricostruzione post-sisma – ha messo in evidenza come la Regione stia puntando sul Patto per il lavoro e su una Regione 4.0 in grado di attrarre imprese, talenti e rafforzare la ricerca verso l’open innovation e l’innovazione sociale. Ha fatto da eco a quanto detto da Bonaccini: serve investire su persone e territori, infrastrutture big date a sostegno di un sistema produttivo innovativo.

Fare un lavoro di squadra interassessorile: questo è il valore aggiunto che l’Assessore sente di poter dare con l’obiettivo di impattare con quanto si sta facendo sulle filiere produttive emiliano-romagnolo, che oggi più che mai hanno colto la sfida green e della digitalizzazione.

Patrizio Bianchi – Assessore Scuola, formazione professionale, università e ricerca, lavoro – ha chiuso l’incontro sottolineando che il tema del welfare non è un capitolo diverso rispetto all’innovazione. Le tecnologie sono strumenti potenti nella misura in cui siamo capaci di utilizzarle, serve puntare sulle competenze e un apparato amministrativo diverso; una pubblica amministrazione che accompagni, capace di ascoltare e avere la consapevolezza di dove andare.

In sintesi, “prendendo i due driver del cambiamento “territori e innovazione” è necessario considerare i diritti delle persone e le risorse da generare per dare corpo a quei diritti”.

Gli 8 OST tematici sono stati significativi proprio perché visti dal punto di vista dei cittadini, qui i temi evidenziati dai gruppi di lavoro.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!