Il Libro Bianco di FPA presentato al Ministro Bongiorno: “Più facile fare una riforma epocale che applicare una legge normale”

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Quale innovazione immagina chi lavora ogni giorno dentro la PA? Prima di tutto un’innovazione basata su potenziamento e valutazione delle competenze, oltre che su una governance chiara del processo di trasformazione digitale. È quanto emerge dal Libro Bianco di FPA, presentato oggi a Roma al Ministro per la Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno. Sono oltre 200 i commenti arrivati e più di 100 le raccomandazioni raccolte nel percorso di consultazione aperta sul Libro Bianco.

29 Novembre 2018

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Michela Stentella

Ricambio generazionale del personale, ripensamento dei meccanismi di accesso alle carriere pubbliche, potenziamento delle competenze (non solo digitali) dei dipendenti pubblici, governance dei processi di trasformazione. Questi alcuni dei temi su cui si è concentrato il dibattito all’interno del “Libro bianco sull’innovazione della PA” promosso da FPA e presentato oggi a Roma al Ministro per la Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno. Temi molto attuali, se si pensa che dal 2008 ad oggi 246.187 persone sono uscite dalla PA e non sono state rimpiazzate, che l’età media dei dipendenti è di 50,34 anni e cresce con una media di 6 mesi ogni anno (oltre 450.000 sono over 60 e solo circa 200.000 gli under 34) e che questi dipendenti usufruiscono del numero di giornate di formazione più basso in Europa. Tra le oltre 100 raccomandazioni contenute nel Libro, alcune hanno già trovato risposta di recente, ad esempio quelle che chiedono lo sblocco del turnover e il lancio di una grande campagna di reclutamento di nuove leve e professionalità.


Il Libro Bianco di FPA nasce con l’obiettivo di definire la nuova Agenda per l’innovazione della PA italiana a partire dal contributo di chi su questi temi si confronta ogni giorno: dirigenti e dipendenti pubblici, rappresentanti di aziende che lavorano con le amministrazioni, associazioni della società civile, studiosi e ricercatori. FPA ha avviato, quindi, un percorso collaborativo, da cui è nato il documento presentato oggi.


“Il Libro Bianco si basa su un metodo che sento di apprezzare e condividere – ha commentato il Ministro Bongiorno -. Quando sono diventata Ministro ho chiesto ai miei collaboratori quale potesse essere una bussola per orientarmi e mi è stata consegnata la prima versione, che era ancora in consultazione, di questo Libro Bianco, il cui valore sta proprio nella forma partecipata, nel contributo di una comunità consolidata di innovatori come quella di FPA. Oggi non dobbiamo inventarci l’idea geniale e risolutiva per riformare la PA, ma portare avanti un confronto continuo con chi nella PA lavora da sempre e può indicare rimedi che non puntino sull’impatto mediatico ma possano davvero contribuire al cambiamento. Un approccio concreto, insomma, perché la trasformazione digitale e organizzativa della PA non richiede nuove grandi riforme, ma l’applicazione delle leggi già esistenti e l’omogeneizzazione dei servizi”. (Il video dell’intervento del Ministro Bongiorno alla presentazione del Libro Bianco)


In una prima fase sono stati raccolti contributi e raccomandazioni della community di innovatori di FPA (attraverso articoli, interviste, interventi a FORUM PA 2018); nella seconda fase il materiale raccolto è stato sottoposto a una consultazione on line (dal 28 giugno al 15 settembre 2018), nel corso della quale sono arrivati oltre 200 commenti. I più significativi sono stati integrati nella versione definitiva del Libro Bianco presentata oggi (disponibile qui). Per consentire la massima visibilità e partecipazione, la consultazione si è svolta sulla piattaforma ReadTheDocs, la stessa utilizzata da AgID e Team Digitale per la pubblicazione di documenti tecnici e amministrativi aperti al commento dei cittadini.


“In questo anno di grandi cambiamenti, con la nascita di un nuovo governo e il rinnovamento degli organismi preposti alla governance dell’innovazione del Paese, come AgID e Team Digitale – ha spiegato Carlo Mochi Sismondi, Presidente di FPA – la nostra preoccupazione era che venissero azzerati tutti i processi di innovazione avviati con la precedente legislatura. È emersa quindi la necessità di valorizzare quanto già fatto e individuare allo stesso tempo gli aspetti più deboli o mancanti, su cui lavorare nei prossimi anni. Con il Libro Bianco abbiamo voluto dare una risposta a questa esigenza”.


“Una risposta aperta e collaborativa – ha sottolineato Gianni Dominici, Direttore generale di FPA – che rispecchia il nostro impegno a facilitare, con tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione, la costruzione di una PA abilitante, in cui l’innovazione è considerata funzione di un nuovo modo di intendere lo Stato. In questa visione, infatti, obiettivi e risultati non vengono definiti dall’alto ma nascono dalla collaborazione tra i diversi attori coinvolti. Con la PA abilitante si realizza il principio costituzionale della sussidiarietà orizzontale, attraverso il coinvolgimento dei diversi attori pubblici, privati e del non profit nella progettazione e gestione dei servizi avanzati”.


La maggior parte dei commenti arrivati al Libro Bianco si è concentrata proprio nella sezione dedicata ai nuovi processi per la PA abilitante, soprattutto nei capitoli dedicati al pubblico impiego e ai nuovi modelli organizzativi. Le raccomandazioni parlano prima di tutto della necessità di promuovere: una scelta di dirigenti capaci e motivati, cambiando radicalmente le modalità di accesso e di carriera; un processo di valutazione che sia di accompagnamento alla crescita professionale; un reale, flessibile e stimolante riconoscimento del merito e una valorizzazione dei talenti in un ambiente in cui è possibile imparare e crescere; un costante incoraggiamento alla sperimentazione; una nuova intelligente e “agile” modalità di lavoro; la scoperta e la valorizzazione del sapere implicito nelle persone e nelle organizzazioni.


Molto partecipata anche la discussione sulla “Trasformazione digitale della PA” in cui si segnala, in particolare, l’esigenza di definire una chiara governance dell’innovazione, che consenta di coordinare la transizione al digitale dei tanti Enti che erogano servizi pubblici, attraverso la razionalizzazione delle soluzioni e la condivisione delle competenze e delle risorse. In questo senso, è fondamentale organizzare una guida forte, capace di dare ascolto ai bisogni dei diversi territori e degli svariati stakeholder (pubblici e privati) che devono essere coinvolti nel processo di trasformazione digitale della PA.

Consulta la versione finale del “Libro bianco sull’innovazione della PA”

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