La rete consolare al servizio del cittadino e delle imprese

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Una Pubblica Amministrazione efficiente e al passo coi tempi mantiene al centro della sua visione progettuale le richieste della società civile, per adeguarsi alla realtà in cui opera, innovando costantemente. Serve il coraggio di “saper osare”, anche avvalendosi del margine di flessibilità interpretativa che spesso la norma ci riserva

10 Aprile 2018

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Min. Plen. Luigi Maria Vignali*

Una Pubblica Amministrazione efficiente e al passo coi tempi mantiene al centro della sua visione progettuale le richieste della società civile, per adeguarsi alla realtà in cui opera, innovando costantemente. Il futuro degli uffici consolari per noi alla Farnesina si basa su questa priorità fondamentale: una rete al servizio dei cittadini e delle imprese.

A cosa non dobbiamo assolutamente rinunciare
Per poter affrontare questo nodo, dobbiamo analizzare in primo luogo la nuova mobilità italiana. Si tratta di connazionali, giovani (ma anche meno), spesso “over-educated”, i quali per scelta o necessità si trasferiscono all’estero, non sempre con una prospettiva professionale già delineata. Sono italiani pronti anche a continuare a spostarsi cogliendo, di volta in volta, le opportunità che si presentano. Collante di queste nuove comunità all’estero sono, sempre più frequentemente, la tecnologia e i social media. Ad esempio, l’“online networking” rappresenta oggi una diffusa forma di associazionismo della nuova mobilità.

Dinnanzi a questa nuova utenza consolare non dobbiamo assolutamente rinunciare agli investimenti sinora effettuati per poter offrire servizi consolari digitali. Abbiamo potenziato l’uso dei siti web e dei social media come strumenti di comunicazione istituzionale della nostra rete, per raggiungere un maggior numero possibile di connazionali e assisterli in maniera più diretta. Abbiamo adottato ed esteso l’utilizzo di “Fast.It”, il portale dei servizi consolari a distanza che consente – tra l’altro – di chiedere l’iscrizione all’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero con procedure completamente online. Abbiamo lavorato con AgID per facilitare i connazionali all’estero nell’ottenimento dell’identità digitale (SPID) e stiamo ora studiando i necessari interventi per consentirne l’uso sulle nostre piattaforme. Abbiamo creato il “Portale Elettorale”: uno strumento informatico innovativo, per gestire e monitorare in tempo reale i dati relativi alle varie fasi delle operazioni di voto nei nostri uffici consolari, ovunque nel mondo. Dopo aver ottenuto un Premio Forum PA 2017 per il portale “Il visto per l’Italia”, abbiamo lanciato “VISA e-@pplication”, nuovo portale web che permette la compilazione online della richiesta di visto per l’Italia e l’area Schengen. Insieme al Team Digitale di Palazzo Chigi, intendiamo sperimentare i metodi di pagamento a distanza di PagoPA, dopo aver sciolto alcuni nodi tecnici dovuti alle peculiarità della nostra rete, operante al di fuori del territorio nazionale (e con valute straniere). Ancora altro bolle in pentola, anche in sinergia con altre amministrazioni: dalla trasmissione su canali protetti dei dati biometrici (rilevati a distanza) per l’emissione di passaporti, alla sperimentazione progressiva di archivi digitali, per semplificare e velocizzare i metodi di lavoro. Nessuno di questi progetti può esser lasciato cadere. La possibilità per il cittadino di accedere ai servizi della PA ovunque egli si trovi e in qualunque momento, di effettuare i relativi pagamenti senza doversi recare in Consolato, la condivisione di informazioni e dati tra amministrazioni diverse per offrire un migliore servizio all’utenza sono investimenti irrinunciabili, su cui stiamo decisamente puntando.

Cosa proponiamo
Lungo il nostro percorso di innovazione della PA possiamo – anzi, dobbiamo – “osare” di più. Isaac Asimov ricordava come qualsiasi innovazione tecnologica può essere pericolosa, come ad esempio il fuoco e il linguaggio. “Si può dire che entrambi siano ancora pericolosi al giorno d’oggi, ma nessun uomo potrebbe dirsi tale senza il fuoco e senza la parola”. L’innovazione, il cambiamento, le procedure rivoluzionarie sono spesso temuti all’interno di un’organizzazione. Non bisogna tuttavia lasciarsi prendere nella trappola dell’immobilismo; serve al contrario e prima di tutto mantenere un approccio mentale aperto, flessibile, propositivo, orientato pragmaticamente alla soluzione dei problemi. Serve il coraggio – appunto – di “saper osare”, di proporre soluzioni innovative, anche avvalendosi del margine di flessibilità interpretativa che spesso la norma ci riserva. Senza prendersi questo “rischio”, non si progredisce.

Un’iniezione di nuove forze all’interno della PA è certamente indispensabile per questo obiettivo. La PA deve ringiovanire. Riteniamo essenziale superare il blocco del turn over degli ultimi anni e prevedere l’ingresso di profili dinamici, specializzati, che abbiano familiarità con le nuove tecnologie e tecniche di comunicazione. Saper dialogare con la società civile, anche attraverso la digitalizzazione dei servizi, è oggi la chiave maestra per avvicinare la PA ai cittadini. Proponiamo un’amministrazione in grado di dialogare con la generazione “millennial” e, a seguire, “centennial”. Per questo, crediamo fortemente nello sblocco di nuove assunzioni – così come nella definizione di nuove figure professionali anche per la PA italiana.

E parlando, come Asimov, anche di linguaggio, un’ultima riflessione può forse esser fatta sul versante normativo. Non si può parlare di innovazione, semplificazione e digitalizzazione della PA senza usare un linguaggio normativo anch’esso semplice, chiaro e conciso. Questo è dunque il nostro impegno, per attuare al meglio la semplificazione amministrativa. Ed è anche nostro forte auspicio che, nelle innovazioni su servizi e adempimenti in capo alla PA, vengano tenute presenti le peculiarità di un’Amministrazione come la Farnesina, ramificata all’estero in contesti molto diversi. E soprattutto, al servizio di una componente fondamentale dell’utenza della PA italiana (oltre 5,5 milioni di italiani, circa 80 milioni di italo-discendenti e 2 milioni di richiedenti visti l’anno) che risiede all’estero…



*Direttore Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie, MAECI

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