Miur: al via la consultazione pubblica sul valore legale della laurea

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Sono quindici le domande rivolte a tutti i cittadini sul valore della laurea nell’accesso alle professioni o nei concorsi pubblici. Lo strumento consultivo tramite web viene così usato per la prima volta in Italia su un tema complesso che divide l’opinione pubblica. Obiettivo: renderlo una buona pratica in direzione di un’azione di Governo trasparente, accessibile e allineata ai valori europei, adottando così i presupposti dell’Open Government, tema al centro della prossima edizione di FORUM PA.

27 Marzo 2012

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Vanessa Postacchini

Articolo FPA

Sono quindici le domande rivolte a tutti i cittadini sul valore della laurea nell’accesso alle professioni o nei concorsi pubblici. Lo strumento consultivo tramite web viene così usato per la prima volta in Italia su un tema complesso che divide l’opinione pubblica. Obiettivo: renderlo una buona pratica in direzione di un’azione di Governo trasparente, accessibile e allineata ai valori europei, adottando così i presupposti dell’Open Government, tema al centro della prossima edizione di FORUM PA.

Al via dalla settimana scorsa sul sito del Miur, il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, la consultazione pubblica sul tema del valore legale del titolo di studio. E seppure questo strumento sia già stato utilizzato altre volte nel nostro Paese (vedi il Codice Azuni o i decreti attuativi della riforma Brunetta), di sicuro è la prima volta che le istituzioni stanno chiedendo ai cittadini italiani di esprimere, attraverso Internet, il loro parere su un tema così vasto e che li tocca da vicino, spaccando in due l’opinione pubblica. Dunque, un passo importante in termini di trasparenza delle istituzioni e di accessibilità da parte dei cittadini, e di conseguenza essenziale in direzione di quell’Open Government che rappresenta l’unica via per creare una PA aperta e inclusiva, in grado di dare speranza a cittadini e imprese. L’obiettivo, si legge sul sito del Miur, è quello di rendere ”lo strumento consultivo una pratica diffusa, da utilizzare in tutte le occasioni in cui un tema particolarmente complesso e dibattuto divida l’opinione pubblica”, come accade ormai da tempo in Europa.

“C’è, da parte di tutti i componenti del Governo, la convinzione che debba essere tutta la cittadinanza (compresi i giovani) a contribuire alla ripresa economica, impegnandosi nella crescita e nello sviluppo – si legge ancora – . In quest’ottica, il contributo costruttivo di coloro che hanno un interesse o un’opinione diviene incentivo al miglioramento delle decisioni. L’idea di fondo è quella di trasformare la consultazione in un percorso, un elemento portante dell’azione di Governo che, prima di decidere, si ferma ad ascoltare la voce dei destinatari delle decisioni: i cittadini”.

L’idea di voler sottoporre a consultazione pubblica il tema del valore legale del titolo di studio – ossia se lauree e diplomi di un certo tipo valgono lo stesso tra di loro, aldilà del luogo e dell’ateneo in cui sono state prese, o se vanno differenziate in base ad altri criteri – era stata preannunciata dal premier Mario Monti, il 27 gennaio scorso, al termine del Consiglio dei Ministri. L’obiettivo complessivo del Governo è agire in materia,  abbattendo la giungla di norme che disciplinano i titoli di studio rilasciati da istituti autorizzati, regolando il valore di lauree e diplomi rispetto a tre ambiti in particolare: l’accesso alle professioni, al pubblico impiego e la progressione negli ordinamenti scolastici e universitari. Non viene invece considerato il tema del titolo di studio per l’accesso all’impiego privato, in quanto, in tal caso, il titolo di studio posseduto non assume una specifica rilevanza giuridica.

Il questionario, che è composto da 15 domande, e può essere compilato da qualunque cittadino, dopo la procedura di autenticazione, si concentra in realtà sui primi due aspetti. Non riguarda invece il terzo, in quanto si vuole circoscrivere la consultazione alle sole tematiche strettamente connesse al mondo del lavoro. L’ultima sezione, in particolare, vuole favorire il più possibile il dialogo aperto sulle tematiche oggetto di discussione, in linea con l’intento partecipativo dell’iniziativa.

Sono diversi gli strumenti pensati dal Miur per migliorare la qualità della consultazione, anche in vista di un suo ri-utilizzo futuro su nuovi temi, quali: la breve illustrazione, correlata ad ogni tematica, sulle principali questioni ad essa afferenti; un glossario per facilitare la comprensione dei termini tecnico-giuridici o delle espressioni usate; il dossier n. 280/2011 del Senato della Repubblica "Il valore legale del titolo di studio – Contesto europeo ed elementi di legislazione comparata" per consentire approfondimenti sui temi trattati, con particolare riferimento al contesto europeo e al panorama internazionale. Al termine del questionario, infine, nell’appendice “Aiutateci a migliorare” si vuole “sondare” il livello di apprezzamento degli utenti, in modo da poter orientare la programmazione di future consultazioni sulle effettive esigenze ed  aspettative dei cittadini.

Una volta compilato il questionario, ai cittadini viene offerta la facoltà di scegliere se autorizzare o no la pubblicazione delle proprie risposte  in forma anonima sul sito del Miur. Alla fine della consultazione, i risultati saranno sintetizzati in un rapporto del Ministero, che costituirà «il presupposto per tutte le proposte da sottoporre al Consiglio dei Ministri oltre che per i provvedimenti del Ministero”.

Il termine ultimo per partecipare alla consultazione è il 24 aprile 2012. Per ulteriori chiarimenti sulle modalità di svolgimento, è possibile inviare le relative richieste all’indirizzo di posta elettronica: consultazionepubblica@istruzione.it.

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