Raduno Spaghetti Open Data: una palestra per funzionari pubblici e non, in piena filosofia hacker

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La mailing list di Spaghetti Open Data si incontra fisicamente a Bologna, il 18, 19 e 20 gennaio 2013. Un vero e proprio raduno aperto a chiunque, dentro e fuori la pubblica amministrazione, si senta un “attivista civico” con una forte attitudine alla condivisione e nessuna paura della tecnologia. Una sola regola: voler imparare e sentirsi parte di un cambiamento. Ne abbiamo parlato con il fondatore e principale animatore Alberto Cottica.

15 Gennaio 2013

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Tommaso Del Lungo

La mailing list di Spaghetti Open Data si incontra fisicamente a Bologna, il 18, 19 e 20 gennaio 2013. Un vero e proprio raduno aperto a chiunque, dentro e fuori la pubblica amministrazione, si senta un “attivista civico” con una forte attitudine alla condivisione e nessuna paura della tecnologia. Una sola regola: voler imparare e sentirsi parte di un cambiamento. Ne abbiamo parlato con il fondatore e principale animatore Alberto Cottica.

Spaghetti Open Data (SOD), la comunità on line che venerdì prossimo si incontrerà dal vivo a Bologna coinvolgendo circa 200 civic hacker da tutta Italia – nasce nel settembre 2010, come conseguenza di un fortunato aperitivo romano, a cui Alberto Cottica invitò alcuni amici che non si conoscevano tra loro. Circa metà di essi erano blogger hackers e “smanettoni vari”, mentre l’altra metà apparteneva al mondo della pubblica amministrazione. “Anche se si conoscevano poco – spiega Cottica – i due gruppi avevano qualcosa da dirsi e ne fu testimonianza l’interessantissima discussione nata attorno al tema dell’open data, durante la quale si decise di provare a scrivere una lista dei link di database italiani, per dimostrare che il nostro Paese non era all’anno zero dell’open data”. Per un po’ di tempo il punto di riferimento è stato il blog dello stesso Cottica, poi, quando il numero dei link cominciò a crescere si decise di aprire una mailing list per facilitare la comunicazione. Dopo due anni e mezzo, oltre ottocento threads, migliaia di messaggi, quella mailing list è ancora lì ed è Spaghetti Open Data.

 “La formula è quella della discussione molti a molti – continua Cottica – Non esiste un’entità Spaghetti Open Data, un’associazione o qualcuno che scrive mentre gli altri leggono. Tutti scrivono e tutti leggono. Un qualcosa che i partecipanti vivono fortemente come comunità, anche se il software che gestisce il tutto è abbastanza semplice”. In pratica SOD è una  mailing list su google che, quindi, si può “vivere” sia come mailing list vera e propria che come forum sul web. Inoltre gli oltre 6.000 messaggi scritti in questi anni costituiscono un vero e proprio archivio documentale di sapere che può essere rintracciato da chi è in cerca di informazioni. Tutti i contenuti, infatti, sono liberi e indicizzati da Google.

Il raduno

Per Cottica l’idea dell’incontro del prossimo fine settimana [qui il programma dei tre giorni] è proprio quella di ritornare a quell’aperitivo del 2010. “Dopo due anni e mezzo ci è venuta voglia, banalmente, di passare qualche giorno insieme. Inoltre oggi abbiamo le forze per usare la mailing list per farci crescere. Al gruppo partecipano, infatti, persone più esperte di altre che offrono aiuto. Lo stesso avverrà nei tre giorni di Bologna, quando ospitati nelle sedi messe a disposizione dalla Regione Emilia Romagna, dal Comune di Bologna e da Kilowatt (una società che offre spazi di co-working) alcuni partecipanti a SOD presenteranno progetti, coordineranno hackaton per scrivere applicativi e giocare un po’ con i dati ed offriranno un piccolo percorso di formazione che fornirà a chi ne avrà voglia, gli strumenti base per partire con l’open data. Ci siamo resi conto, infatti, che molta gente pur dimostrando interesse per il tema, era in qualche modo intimorita dagli aspetti tecnici. L’evento di domenica (dedicato, in questo caso alle mappe e alla georeferenziazione dei dati) va proprio in questa direzione”.

È importante sottolineare che la diversità di provenienza che ha caratterizzato il primo nucleo di utenti si è mantenuta anche con l’aumentare dei partecipanti. Spaghetti Open Data è riuscita a non diluire il tema, andando sul tecnico quando ce ne è bisogno, cercando, però, di essere allo stesso tempo inclusiva nei confronti di chi tecnico non è ed offrendo aggiornamento e possibilità di porre domande tecniche, in piena filosofia hacker. Il raduno bolognese conserverà questo approccio. È, infatti con entusiasmo che Cottica lo descrive presentandolo come “Un evento pensato per essere comprensibile, molto chiaro e gestibile. Una vera e propria palestra per fare comunità e cominciare a ripensare il nostro modo di essere cittadini e di governarci senza aspettare grandi riforme o grandi investimenti di denaro.” Il livello di inclusione pensato per questo evento è tale che una delle due sezioni dell’hackaton (la track 2) sarà di tipo non tecnico. Non si scriverà codice, dunque, ma si cercherà di controllare e correggere i dati della European PSI Scorecard relativi all’Italia. Cottica spiega meglio questo passaggio: “Ci siamo resi conto che gli indicatori pubblicati con riferimento all’Italia non erano corretti ed abbiamo, quindi, proposto al responsabile del sito EPSI dell’Unione Europea Ton Zijlstra, che è iscritto alla mailing list, di provare a collaborare per migliorarli. Per partecipare non sono richieste grandi competenze di codice, ma solo un po’ di buona volontà per cercare dati in rete. In questo modo l’Italia potrebbe diventare un esempio per gli altri paesi, mostrando come un gruppo di civic hacker è riuscito a prendere in mano la scorecard ufficiale del proprio Paese e a sistemarla”.   

Etica hacker e attivismo civico

In chiusura di questa nostra chiacchierata Cottica ci tiene a sottolineare la componente etica della comunità e del raduno “C’è una forte idea di migliorare il mondo. I partecipanti sono sostanzialmente degli attivisti, provenienti da dentro e fuori la pubblica amministrazione, con una forte attitudine alla condivisione e nessuna paura della tecnologia. Dal mio punto di vista la PA dovrebbe considerare l’open data come housekeeping, cioè igiene, pulizia dell’amministrazione stessa. Non ha senso un ufficio dedicato all’open data. Tutti sono chiamati a fare il proprio lavoro e a condividere i risultati in maniera aperta. Solo così si potrà arrivare ad uno stato migliore delle cose”.

SOD è qualcosa che si avvicina molto di più ad una comunità hacker che ad una comunità di pratica come siamo abituati a conoscerle. Un insieme di persone che si muovono in autonomia, in senso bottom up, a volte anche un po’ punk, guidato sostanzialmente da una forte tensione etica. A dimostrazione di ciò la decisione, presa nella notte di domenica di dedicare il raduno alla memoria di Aaron Swartz, l’attivista hacker morto suicida venerdì scorso 11 gennaio.

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