Audit civico nelle ASL: il cittadino che fa la differenza

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8 marzo

by giulia *

 La finalità dell’Audit è la verifica, da cui partire per migliorare il sistema. Ponendo attributi all’Audit si definisce la prospettiva della verifica e l’expertise chiamato a verificare. In linea con la Legge 833/1978, istitutiva del SSN, secondo cui "l‘attuazione del servizio sanitario nazionale compete allo Stato, alle Regioni e agli enti locali territoriali, garantendo la partecipazione dei cittadini", l’Audit civico permette ai cittadini di intervenire direttamente nei processi di verifica dei processi aziendali-sanitari.

18 Settembre 2008

Articolo FPA
8 marzo

by giulia *

 La finalità dell’Audit è la verifica, da cui partire per migliorare il sistema. Ponendo attributi all’Audit si definisce la prospettiva della verifica e l’expertise chiamato a verificare. In linea con la Legge 833/1978, istitutiva del SSN, secondo cui "l‘attuazione del servizio sanitario nazionale compete allo Stato, alle Regioni e agli enti locali territoriali, garantendo la partecipazione dei cittadini", l’Audit civico permette ai cittadini di intervenire direttamente nei processi di verifica dei processi aziendali-sanitari.

Audit Civico vs Clinico
In ambito sanitario l’audit non può che essere clinico, in un processo di verifica dei livelli di qualità assistenziale forniti – rispetto a quanto prefissato – condotto da professionisti secondo la metodologia della peer review.
Come spiega Michela Liberti, Responsabile del progetto per Cittadinanzattiva, l’Audit civico è invece una metodologia di rilevazione incentrata su una serie di dimensioni, parametri e indicatori, messa appunto sulla base dell’esperienza maturata attraverso l’attività del Tribunale dei Diritti del malato. 
L’aspetto che caratterizza maggiormente l’Audit civico – continua Liberti – è il ruolo assunto dal cittadino. Nella maggior parte delle  metodologie di valutazione della qualità in sanità, il cittadino è in qualche modo "interrogato", "ascoltato"; in questo caso ricopre un ruolo attivo partecipando alla rilevazione dei dati e alla valutazione dei risultati. Il cittadino è parte della squadra di rilevazione, composta per metà da cittadini, per metà da personale aziendale.
Per questo – conclude – crediamo che l’Audit clinico rimanga fondamentale, ma è una cosa che va in parallelo rispetto all’Audit civico. I due processi di verifica sono riconducili a due esperienze diverse: la prima nata nell’ambito delle strutture sanitarie, la seconda  nata da un movimento di cittadini e dalla loro volontà  di partecipare alla gestione della sanità. I due metodi e le pratiche che ne conseguono partono da presupposti e da forze diverse.  

Struttura di un Audit civico
L’Audit civico integra 3 approcci metodologici: l’analisi civica, le normative volte a sostenere la partecipazione dei cittadini alla valutazione dei servizi e le procedure della qualità.
In questo framework si sviluppano 3 questioni che riguardano il cittadino nel suo rapporto con l’azienda in quanto utente di servizi,  in quanto paziente e in quanto residente in un dato territorio.  
Con il contributo di un Tavolo tecnico di lavoro, per l’Audit civico è stata messa a punto una struttura articolata in 3 livelli: componenti, fattori, indicatori. Al primo livello si situano le 4 componenti dell’azione delle aziende sanitarie: l’orientamento ai cittadini; l’impegno dell’azienda nel promuovere alcune “politiche” di particolare rilievo sociale e sanitario;  il coinvolgimento delle organizzazioni civiche nelle politiche aziendali; la capacità di risposta dell’azienda sanitaria a un problema concreto vissuto come “urgente” della comunità locale.  Le prime 3 componenti sono studiate secondo un approccio nazionale, strutturato centralmente per assicurare la copertura di alcune aree tematiche e la successiva possibilità di sviluppare esperienze di benchmarking e di disseminazione di buone pratiche. La quarta componente è studiata attraverso un approccio locale e riguarda un argomento scelto dall’équipe al livello di azienda sanitaria tra quelli vissuti dalla comunità locale come più urgenti. Al secondo livello, a cura dell’équipe nazionale, ogni componente è stata articolata in fattori di qualità corrispondenti alla definizione del D.P.C.M. 16/5/95, mentre al terzo livello ogni fattore è indagato attraverso la rilevazione diretta di una serie di indicatori, per un totale di circa  250 indicatori rilevati nell’ambito delle 3 articolazioni del servizio sanitario: l’ambito aziendale; l’ambito dell’assistenza ospedaliera; l’ambito delle cure primarie.

Considerazioni da un’esperienza in crescita
Michela Liberti rileva un’attenzione crescente al tema e alle pratiche dell’Audit civico tra le ASL come al livello regionale e ministeriale.  Da 2 anni a questa parte – spiega – insieme a un ciclo nazionale sono stati avviati anche dei cicli regionali, attualmente in corso in 5 Regioni,  mentre nel  2008 si è siglato un Accordo con l’allora  Ministero della  Salute per integrare e rendere più sistematico l’Audit civico in tutte le aziende sanitarie.  
Sicuramente si vedono effetti positivi e si registrano miglioramenti. Sicuramente però c’è una persistente differenza tra il livello ospedaliero e il livello territoriale. L’Ospedale continua a rappresentare una realtà di maggiore eccellenza rispetto al territorio che continua a presentare rilevanti difficoltà. Qui la risposta all’esigenza di  cambiamento e miglioramento  è decisamente più  lenta. Per quanto riguarda invece i fattori su cui l’Audit civico indaga, abbiamo rilevato che gli aspetti che riguardano  la struttura organizzativa di un’azienda sanitaria sono quelli su cui si riscontra un miglioramento più tempestivo e incisivo rispetto agli aspetti che riguardano la relazione e l ‘attenzione al paziente.


Verso l’Audit civico 2008

E’ attualmente aperto il Bando Audit civico 2008 per le ASL in scadenza il prossimo 3 ottobre, attraverso il quale si sottopone a tutte le aziende sanitarie la possibilità di aderire a questo  Programma, nell’ottica di migliorare sensibilmente il rapporto tra Azienda e i cittadini – e non soltanto la propria immagine, di favorire l’instaurarsi di processi di miglioramento continuo e di accedere al benchmarking con altre aziende sanitarie

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