ISS: resi noti i dati su consumi di alcol e impatto alcol correlato

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Sono oltre 9 milioni gli individui di età superiore agli 11 anni che consumano l’alcol secondo modalità a rischio; 6.719.665 maschi, 2.117.182 femmine pari al 26,4 % e al 7,8 %, rispettivamente, della popolazione italiana. Complessivamente, oltre 740 mila minori (11-17 anni) sono consumatori a rischio: 470.000 ragazzi e 270.000 ragazze. Su 100 individui a rischio di sesso maschile, 7 sono minori (11-17 anni) ma tra le donne con consumi problematici, le minorenni salgono a 13 su 100.

21 Ottobre 2008

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Redazione FORUM PA

Articolo FPA

Sono oltre 9 milioni gli individui di età superiore agli 11 anni che consumano l’alcol secondo modalità a rischio; 6.719.665 maschi, 2.117.182 femmine pari al 26,4 % e al 7,8 %, rispettivamente, della popolazione italiana. Complessivamente, oltre 740 mila minori (11-17 anni) sono consumatori a rischio: 470.000 ragazzi e 270.000 ragazze. Su 100 individui a rischio di sesso maschile, 7 sono minori (11-17 anni) ma tra le donne con consumi problematici, le minorenni salgono a 13 su 100.
Questi gli ultimi dati presentati in apertura della Prima Conferenza Nazionale Alcol a Roma. da Emanuele Scafato, Direttore dall’Osservatorio Nazionale Alcol e del Centro OMS per la Ricerca sull’Alcol dell’Istituto Superiore di Sanità . I dati si basano su un rinnovato e più accurato sistema di elaborazione prodotto dall’ISS in collaborazione con la Società Italiana di Alcologia, SIA.

"I dati mostrano una preoccupante tendenza ormai consolidata nel corso degli ultimi anni: il rischio tra i minori al di sotto dell’età legale e quella tra gli anziani" commenta Scafato.
Le criticità maggiori sono ascrivibili ai giovanissimi per l’estrema vulnerabilità fisiologica. Ma il problema del consumo a rischio riguarda anche e soprattutto gli over 65. Tra gli anziani si registrano infatti, in assoluto, le più elevate quote di consumatori a rischio prevalentemente legato all’abuso di vino.Oltre 3.120.000 ultra65enni sono consumatori a RISCHIO; tra i maschi ultra65enni, 1 anziano su 2 è a rischio, tra le donne la proporzione è circa di 1 su 10.

"E’ indispensabile" prosegue Scafato "adottare seri protocolli di identificazione precoce se si vuole spezzare la spirale che vede ogni anno 5000 nuovi alcoldipendenti in carico ai servizi e garantire che attività di screening del bevitore problematico, non alcolista, vengano affidate ad una rete integrata in cui siano ricomprese e valorizzate le esperienze e competenze autonome tipiche dei settori di prevenzione e promozione della salute e degli operatori e professionisti attivi nei setting di assistenza sanitaria primaria, nei servizi o unità di alcologia, ottimizzando così le risorse importanti dei SERT e ai Dipartimenti per le Dipendenze che hanno la competenza specifica della cura dell’alcoldipendente e i cui operatori sono in sofferenza a causa dello svolgimento di attività che solo parzialmente vengono destinate allo scopo principale del servizio". Fonte: ISS

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