Tempi di attesa: su internet ancora poco chiari

Home Sanità Tempi di attesa: su internet ancora poco chiari
Into the Unknown

by Thomas Hawk

I tempi di attesa indicano il periodo che intercorre tra la richiesta di prestazioni ambulatoriali (visite specialistiche, esami, test) e la loro effettuazione e nel contesto del Servizio Sanitario Nazionale, l’erogazione delle prestazioni entro tempi appropriati rappresenta una componente strutturale dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). Se, infatti, il fattore tempo è un elemento importantissimo in ogni interazione umana e ancora di più lo è quando si tratta di un rapporto tra un cittadino che chiede un servizio ed una struttura pubblica che lo eroga. Inoltre in ambito sanitario l’attesa può diventare una delle massime cause di disagio o addirittura di sofferenza e trasformarsi, quindi, in un grave disservizio.

10 Marzo 2008

Articolo FPA
Into the Unknown

by Thomas Hawk

I tempi di attesa indicano il periodo che intercorre tra la richiesta di prestazioni ambulatoriali (visite specialistiche, esami, test) e la loro effettuazione e nel contesto del Servizio Sanitario Nazionale, l’erogazione delle prestazioni entro tempi appropriati rappresenta una componente strutturale dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). Se, infatti, il fattore tempo è un elemento importantissimo in ogni interazione umana e ancora di più lo è quando si tratta di un rapporto tra un cittadino che chiede un servizio ed una struttura pubblica che lo eroga. Inoltre in ambito sanitario l’attesa può diventare una delle massime cause di disagio o addirittura di sofferenza e trasformarsi, quindi, in un grave disservizio.

Proprio perciò il legislatore ha dato notevole spazio a questo tema. Il D.lgs. 124/98 ha affidato alle Regioni il compito di individuare le modalità volte a garantire il rispetto della tempestività dell’erogazione delle prestazioni sanitarie, dettando contestualmente le regole secondo le quali le aziende sanitarie locali e ospedaliere determinano, ciascuna nel proprio interno, il tempo massimo che può intercorrere tra la data della richiesta di effettuazione e la data di erogazione di una determinata prestazione.
Il 23 febbraio 2002 con l’entrata in vigore de DPCM 29 nov. 2001 sui Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) il Servizio Sanitario Nazionale è stato obbligato a garantire a tutti i cittadini l’erogazione delle prestazioni entro tempi appropriati alle necessità, dando particolare rilevanza ai criteri di appropriatezza, di trasparenza e di urgenza.
Nel 2003, infine, con il Nuovo Sistema Informativo Sanitario è nato anche lo strumento di riferimento per misurare l’erogazione effettiva dei Livelli Essenziali di Assistenza su tutto il territorio nazionale attraverso la costruzione di un "linguaggio comune" dettato dai 15 mattoni progettuali, uno dei quali dedicato appositamente ai "tempi di attesa".

Parlare di liste di attesa e trasparenza nella loro comunicazione vuol dire, quindi, chiamare in causa i diritti dei cittadini e in questo senso la rete e i portali web possono rappresentare, se ben utilizzati come raccomanda il piano di azione relativo al mattone "tempi di attesa", un’opportunità incredibile per garantire accesso e trasparenza e diffondere la conoscenza di questo tipo di informazioni.
Eppure da quello che emerge dai dati rilevati dal "Secondo rapporto nazionale sull’uso di Internet quale strumento di comunicazione dei dati sulle liste di attesa" questa opportunità viene sprecata da quasi l’80% delle strutture incaricate di questo compito.
Stando ai numeri dell’ultimo monitoraggio del Ministero della salute, che ha analizzato i 367 siti web di Asl, ospedali, Irccs, policlinici, Regioni e province autonome nel periodo compreso tra il 15 febbraio ed il 15 marzo 2007, infatti, solo il 22% dei siti web fornisce dati aggiornati riguardo tempi e liste d’attesa.

Per le Regioni, solo 6 su 21 (29%), riportano nei propri siti web dati su tempi reali e/o massimi d’attesa, mentre fra le Asl queste informazioni sono presenti in 50 dei 188 (27%) siti internet. Seguono le Aziende ospedaliere esaminate con 18 su 93 (19%), i Policlinici Universitari, 2 siti su 11 (18%) ed infine gli IRCCS con 3 siti con informazioni aggiornate su 53 (6%).

Analizzando i dati per aree geografiche le strutture più "trasparenti" risultano essere quelle del nord Ovest con il 49% dei siti che rendono pubbliche ed aggiornano le informazioni sui tempi di attesa, segue il Nord Est (29% per 15 siti), il Centro (11% 6 siti web), ed infine fanalino di coda Sud e Isole (10 per cento con 9 siti).

Rispetto alla prima rilevazione, dell’ottobre 2005, l’elemento più rilevante, si legge nel rapporto, è la sostanziale stabilità nell’utilizzazione della rete per pubblicizzare le informazioni sui tempi d’attesa ed una scarsa omogeneità delle modalità con le quali vengono resi disponibili i dati.
Il rapporto si conclude con la proposta di disporre di linee di indirizzo riguardo l’omogeneizzazione delle modalità di presentazione delle informazioni e l’istituzione di un sistema di monitoraggio sistematico che verifichi sia l’aggiornamento che la correttezza dei dati sui tempi di attesa.
Abbiamo chiesto a Alessandro Ghirardini del Ministero della Salute, responsabile della rilevazione una riflessione sui dati e un approfondimento sull’utilizzo che il Ministero farà di queste informazioni.
Per saperne di più leggete l’intervista ad Alessandro Ghirardini

SU SAPERI PA
Trasparenza e legalità: valori per un SSN Universale – Relazione di Guido Riva (Presidente del Comitato Tecnico Sanità – Confindustria) a FORUM PA 2007


 

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!