Valutazione della performance individuale nelle ASL. Conclusa la sperimentazione, tutto chiaro?

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 Si è conclusa la sperimentazione della valutazione in sanità, nell’ambito della Riforma Brunetta.

9 Dicembre 2010

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Chiara Buongiovanni

Articolo FPA

 Si è conclusa la sperimentazione della valutazione in sanità, nell’ambito della Riforma Brunetta. Così, nei giorni scorsi, Il Ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione, Renato Brunetta, ha inviato ai presidenti delle Regioni e Province Autonome i due Rapporti di sperimentazione (nazionale e siciliano) del progetto pilota ”Valutare Salute – Sperimentazione della valutazione di performance individuale nelle Aziende sanitarie italiane” e le "Osservazioni e raccomandazioni per il recepimento con normativa regionale della Riforma Brunetta" che ne derivano.

Il Ministro, spiega una nota del ministero, ha valutato con ”particolare soddisfazione i risultati del progetto, ottenuti grazie all’intensa e proficua collaborazione tra Dfp, Formez Pa, Fiaso, Agenas e Cefpas, definita dall’apposita convenzione stipulata il 20 gennaio 2010”.

Il progetto pilota si proponeva l’obiettivo di offrire elementi concreti di esperienza per agevolare le Regioni nel recepimento della riforma (fissato al 30 dicembre 2010), con specifico riferimento al tema della valutazione della performance individuale del personale delle Aziende sanitarie. “Il progetto – spiega la nota ministeriale – costituisce un caso pressoché unico di sperimentazione di una norma prima della sua fissazione giuridica”.
”In soli otto mesi – continua – ‘Valutare Salute’ ha prodotto e messo a punto strumenti di valutazione, procedure, attività formative e di coaching, piattaforme informatiche e strutture di governance del processo valutativo; ha effettuato più di 4000 valutazioni della performance individuale del personale di comparto e dei dirigenti, lavorando a costi estremamente ridotti. La maggior parte delle attivita’ sono state infatti realizzate ”a costo zero” da parte delle istituzioni e Aziende sanitarie partecipanti”.

Così continua la nota ministeriale, elogiando i risultati del progetto che – conclude – “ha messo in evidenza non solo il coraggio e la buona volonta’ delle Aziende sanitarie partecipanti, ma anche la maturita’ politica della Riforma e il buon accoglimento dei suoi principi e delle innovazioni da essa apportate da parte dei dipendenti pubblici, in un settore tanto delicato quanto strategico per il benessere degli italiani”.

Mentre per i risultati e le caratteristiche delle attività di sperimentazione si da appuntamento in un convegno previsto il prossimo 20 gennaio, il Ministero  sottolinea con orgoglio come il progetto abbia portato a termine un’attività di valutazione diffusa su tutto il territorio nazionale  e su tutte le Aziende della Regione Siciliana.
Proprio su quest’ultima si è aperta sulla stampa una diatriba, tra orgogliosi e "stupefatti " in merito ai risultati addirittura sopra la media nazionale riportati dalla Regione Siciliana. Dalle 17 aziende sanitarie siciliane (con un totale di 4mila addetti) emerge che ben l’86% (contro il 75% previsto dalla normativa) dovrebbe avere diritto alla gratifica per la qualità individuale, mentre il 46% (contro il 25% previsto dalla normativa) dovrebbe avere diritto alla gratifica più alta.

Il dato è sembrato, ad alcuni, nettamente in contrasto con le cronache e con la stessa valutazione della Commissione parlamentare di inchiesta sul servizio sanitario nazionale presso la Camera dei Deputati che, lo scorso ottobre, aveva reso pubblici i numeri della malasanità, ponendo in vetta alla nefasta classifica proprio Calabria e Sicilia. Continuando nell’analisi, c’è chi si chiede se i soggetti valutatori identificati nella sperimentazione  siano per loro natura sufficientemente “terzi” e dunque idonei ad un’attività efficace di valutazione. Per i dettagli, si veda l’articolo, ricco di numeri, di Sergio Rizzo sul Corriere della Sera di oggi.

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