Formazione dei dirigenti scolastici: puntare su e-leadership e nuove modalità formative

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Tra i percorsi formativi che si stanno avviando in questi giorni, è di primaria importanza quella indirizzata ai dirigenti scolastici, proprio perché pone le basi per una possibilità di cambiamento effettiva e organica delle scuole. Con degli indirizzi che sarebbe bene esplicitare

16 Settembre 2016

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Nello iacono, Stati Generali dell'Innovazione

Tra i percorsi formativi che si stanno avviando in questi giorni, è di primaria importanza quella indirizzata ai dirigenti scolastici, proprio perché pone le basi per una possibilità di cambiamento effettiva e organica delle scuole. La formazione è centrale nel Piano Nazionale Scuola Digitale, e le iniziative che sono state lanciate in questi mesi prevedono un impegno di risorse senza precedenti.

Non esistono cambiamenti culturali e organizzativi di successo che, in una organizzazione sostanzialmente gerarchica, non abbiano coinvolto proattivamente il livello manageriale. Per questa ragione l’adeguatezza della formazione ai dirigenti, in gran parte (purtroppo) tra i più lontani dalla cultura digitale è necessaria per far sì che la progettualità e la creatività dei docenti non trovino ostacoli spesso insormontabili, ma che anzi siano favorite e supportate.

In questo senso è essenziale convergere rapidamente verso un profilo chiaro delle competenze digitali (e non solo) del dirigente scolastico, in modo che i percorsi formativi possano fornire gli strumenti più adeguati, in una logica di accompagnamento, di peer-education e (sarebbe utile, molto) di coaching. Anche attingendo e aprendosi a percorsi formativi già in essere (ad esempio corsi di Master o di Perfezionamento).

Sarebbe bene, in particolare, che i percorsi formativi potessero essere progettati almeno su due perni:

  • applicare direttamente nuove modalità didattiche , superando la contraddizione possibile di un percorso formativo che si realizza secondo modalità diverse da quelle che poi lo studente dovrà applicare e su cui l’intera scuola dovrà indirizzarsi: infatti, come si può formare, ad esempio, all’apprendimento collaborativo attraverso lezioni frontali? È evidente che il cambiamento culturale passa dalla sperimentazione diretta dell’innovazione;
  • configurare un profilo di e-leader e indirizzare contenuti e modalità verso questo modello. Credo si possa affermare che, poiché parliamo di una trasformazione che avviene in un contesto dove il digitale è pervasivo, e che quindi contribuisce a definirlo, dal punto di vista delle relazioni, dei comportamenti, delle opportunità, dei vincoli, gli attori primi della trasformazione non possono che possedere competenze di e-leadership. Quelle, cioè, che dovrebbero possedere oggi tutti coloro che hanno qualche responsabilità di coordinamento e di gestione in un’organizzazione.

Occorre pretendere che alcune competenze digitali diventino competenze indispensabili del profilo dei dirigenti scolastici e dei docenti, così come occorre che si affermino alcune competenze collettive, come la capacità di condivisione di esperienze e soluzioni, in grado di muovere un cambiamento profondo della cultura della scuola e prima di tutto della sua cultura manageriale.

Non si tratta di competenze informatiche e sull’uso dei computer. Si tratta di competenze che consentono al dirigente scolastico e ai suoi collaboratori di utilizzare appieno le opportunità del digitale nella trasformazione dei processi e dei servizi che anche la scuola è chiamata a fare, comprendendo il riuso di esperienze italiane ed estere.

Se la digitalizzazione dell’esistente è il fallimento del digitale, allora occorrono capacità di visione, fondate su una base tecnica, che garantisca la possibilità di definire concretamente le iniziative di miglioramento, come si richiede a tutte le istituzioni scolastiche. Cambiando paradigma, nel profondo, con le radici affondate in un nuovo modello culturale, rendendolo sistema.

Competenze di e-leadership, appunto: manageriali, di visione, di cambiamento, organizzative, di gestione dei gruppi, di comprensione delle opportunità digitali. Per una formazione che quindi metta in stretta correlazione le competenze necessarie per il dirigente scolastico con la visione di una scuola in grado di interpretare pienamente “la trasformazione digitale”.

Su questo fronte sarebbe utile (ancora è possibile) un’indicazione chiara da parte del Miur, anche per indirizzare verso percorsi non solo omogenei ma tali da favorire confronti e scambi di esperienze, in una logica di sviluppo delle competenze che non può essere confinata nell’ambito dei singoli poli formativi (o addirittura dei singoli snodi) ma che non può che essere nazionale (e anche di più).

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