Prospettive migliori per i ricercatori UE

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grüner wird´s nicht!

by wollbinho

L’Europa produce più laureati in discipline scientifiche e in ingegneria degli USA o del Giappone, ma non riesce a trattenerli. Per  rimediare a questa situazione, l’UE propone ai governi degli Stati membri una partnership per promuovere un sistema di assunzioni più aperto, una migliore copertura previdenziale e pensionistica per i ricercatori che lavorano all’estero, migliori condizioni contrattuali e di lavoro e un più ampio accesso ad una formazione complementare.

5 Giugno 2008

Articolo FPA
grüner wird´s nicht!

by wollbinho

L’Europa produce più laureati in discipline scientifiche e in ingegneria degli USA o del Giappone, ma non riesce a trattenerli. La bassa percentuale di laureati che svolgono attività di ricerca in ambito lavorativo è motivo di preoccupazione, specie oggi che l’Europa è impegnata a sviluppare un’economia basata sulla conoscenza. 

I problemi principali sono i seguenti:

  • in molti paesi europei, il settore pubblico assume per concorso solo un piccolo numero di ricercatori;
  • i giovani ricercatori devono spesso accontentarsi di contratti di breve durata;
  • la carriera si basa più sull’anzianità che sul merito;
  • la formazione accademica tradizionale non assicura una preparazione adeguata alle attuali esigenze dell’economia.

Per  rimediare a questa situazione, l’UE propone ai governi degli Stati membri una partnership per promuovere un sistema di assunzioni più aperto, una migliore copertura previdenziale e pensionistica per i ricercatori che lavorano all’estero, migliori condizioni contrattuali e di lavoro e un più ampio accesso ad una formazione complementare.

Secondo il commissario europeo per la Ricerca, Janez Potočnik, occorre instaurare una “quinta libertà” – la libertà di conoscenza – che offra agli studenti, agli scienziati e ai ricercatori universitari l’opportunità di lavorare in Europa, evitando che siano indotti ad emigrare o scegliere una carriera in un settore diverso.

La comunicazione pubblicata il 27 maggio scorso è una delle cinque iniziative promosse a seguito della consultazione pubblica del 2007 su “Nuove prospettive per lo Spazio europeo della ricerca”, da cui è emersa la necessità di dare la massima priorità alla creazione di un mercato del lavoro su scala europea per i ricercatori. Oltre l’80% di coloro che avevano risposto si erano dichiarati favorevoli all’idea di una partnership tra l’UE e i governi degli Stati membri che garantisca un uso coordinato, efficiente e coerente degli strumenti e dei mezzi giuridici e finanziari.

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