10305 Luigi Giuseppe Birritteri

Agrigento, 1961, magistrato di Cassazione. In magistratura dal 1986 ha svolto le funzioni di pretore mandamentale, giudice del lavoro, gip, gup e giudice a latere in Corte di Assise presso gli uffici giudiziari di Agrigento. Dal 2000 sostituto procuratore generale presso la Corte di Appello di Caltanissetta e dal 1991 presidente di sezione presso la Commissione tributaria provinciale di Agrigento. Per la Procura Generale di Caltanissetta è stato magistrato punto di contatto per la rete giudiziaria europea (Contact points of the European Judicial Network); dal 2004 referente informatico e dal 2005 corrispondente nazionale per il terrorismo. Già presidente dell’Associazione nazionale magistrati di Agrigento è stato eletto componente effettivo dei consigli giudiziari di Palermo e, successivamente, di Caltanissetta. Ha maturato una vastissima esperienza professionale in materia di criminalità organizzata di stampo mafioso ed economico finanziario. Sin da uditore giudiziario ha collaborato con l’attuale procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso, all’epoca impegnato nella redazione delle motivazioni della sentenza del c.d. “maxiprocesso di Palermo”. In funzione di gip/gup e quale giudice della Corte di Assise di Agrigento si è occupato di numerosi procedimenti penali per fatti di criminalità mafiosa di straordinaria gravità (la c.d. guerra di mafia tra Cosa Nostra ed i clan c.d. “stiddari”), di misure di prevenzione antimafia personali e patrimoniali, di reati contro la pubblica amministrazione e di criminalità economico–finanziaria. Alla Procura Generale di Caltanissetta ha sostenuto l’accusa in numerosi maxi processi per gravissimi fatti di criminalità mafiosa, in particolare contro le associazioni mafiose operanti a Gela, Enna e Caltanissetta. E’ stato pubblico ministero in due celebri processi di rilievo nazionale: contro Bernardo Provenzano + 19, per la strage del 1983 di via Pipitone, in cui vennero trucidati il giudice Rocco Chinnici ed i carabinieri della sua scorta, il processo contro Salvatore Riina + 6 per l’attentato dell’Addaura del giugno 1989, ai danni del giudice Giovanni Falcone e dei magistrati svizzeri Carla Dal Ponte e Carlo Lehmann. Nel settembre del 2002 è stato designato consulente della Commissione parlamentare d’inchiesta sull’affare Telekom Serbia. Pur avendo svolto negli ultimi 15 anni funzioni penali (sia giudicanti che requirenti) ha sempre coltivato gli studi civilistici. Dal 1999 al 2004 è stato professore a contratto per la cattedra di diritto del lavoro presso l’Università degli Studi di Palermo. Ha, inoltre, partecipato quale relatore alle attività di formazione svolte dal Consiglio Superiore della Magistratura, pubblicando relazioni sul giudizio abbreviato e sui riti alternativi, sul concordato di pena in appello, sulla tutela del processo contro il falso testimone, sulla riforma della legittima difesa e sulla valutazione della chiamata di correo nel giudizio di merito ed in fase cautelare, oltre a lavori inerenti il diritto civile e in particolare in tema di danno non patrimoniale alla persona. Designato Vice capo di Gabinetto del Ministro della giustizia il 13 giugno 2008, è stato successivamente nominato Capo del dipartimento dell’organizzazione giudiziaria, del personale e dei servizi con D.P.R. 22 settembre 2008.