Campania, gli open data diventano iniziativa civica

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In assenza ancora di azioni che concretizzino la delibera regionale campana del 2012 sul portale open data, ecco l’iniziativa civica del “non portale ufficiale” della Regione Campania, uno stimolo per le amministrazioni affinché si attivino per rilasciare i dati che posseggono in formato aperto

17 Giugno 2016

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Ilaria Vitellio, ceo di Mappina e vicepresidente di onData

La Regione Campania è una delle prime in Italia ad avviare un disegno di legge sugli Open Data regionali. Con una delibera del 2012, la Giunta Regionale all’unanimità approva la proposta di disegno di legge ”Disposizioni in materia di trasparenza amministrativa e di valorizzazione dei dati di titolarità regionale”. Una proposta che prevede la realizzazione di un portale dedicato e rimanda l’attuazione del dispositivo a Giunta e Consiglio i quali – per quanto di propria competenza – entro novanta giorni dalla pubblicazione della legge sul Burc dovevano individuare con linee guida le modalità, strumenti, dataset, licenze e procedure di accesso (Art. 4, DGRC 128/12).

Da allora più niente. Dopo quattro anni la Campania – come si evince dalla mappa – insieme a Molise, Calabria e Sicilia non ha ancora né un portale, né una comunità che ne rivendica la sua esistenza.

Mappa delle regioni dotate di Portale Open Data, realizzata da Maurizio Napolitano su dati di Francesca de Chiara

Ed è proprio da questa ultima constatazione che un gruppo di persone si attiva per costruire e alimentare una comunità che promuova la cultura dei dati aperti in Campania. Sono persone che provengono da luoghi e percorsi diversi, con interessi e skills differenti, con dietro le spalle progetti come ConfiscatiBene, o attive dentro comunità come Spaghetti Open Data e Open Data Sicilia. Quando viene aperto il gruppo su Facebook di Open Data Campania i primi ad aderire sono dislocati in tutto il territorio italiano, ma saldamente ancorati a orizzonti costruiti su esperienze di apertura e riutilizzo dei dati.

A loro si affiancano nuclei di attivisti che negli anni, per prova e per errore, hanno tentato di innescare processi virtuosi di open government.

Non che nulla si era mosso nel corso del tempo. Io stessa ho esercitato il diritto di accesso civico, facendo aprire i dati geografici dal Comune di Napoli e promosso l’apertura di quelli sulla mobilità. Questi ultimi dati, una volta pubblicati sul sito dell’Amministrazione Partenopea, da Andrea Borruso a Palermo vengono inseriti su una piattaforma Transit.land, che cataloga i dati mondiali sul trasporto pubblico ed è in grado di generare le API per fare interrogazioni semplici sui dati. Api che poi permettono, a Piersoft a Lecce, di sviluppare un bot di Telegram che visualizza linee e interroga orari.

Open Data Campania e le altre comunità regionali e nazionali, sono come le organizzazioni effimere di Lanzara, come le comunità insorgenti istantanee di Castells, che in un momento si catalizzano attorno a iniziative di civismo attivo sui dati e altrettanto rapidamente scompaiono, sonnecchiano, si muovono carsicamente e poi riapparire un po più in la. Non si caratterizzano per andare contro o per forme di resistenza, ma per emergere, effimere ed intense, negli incroci di fasci di pratiche condivise e proattive. Il loro permanere al di la della pratica avviene perchè queste comunità perseverano e si coagulano – con forme e modalità diverse – intorno a visioni, progetti, opportunità attraverso cui si riproducono e si espandono.

Una di queste occasioni diventa l’International Open Data Day del 2016 a Napoli.

Promosso dalle associazioni onData e Mappina – Mappa Alternativa delle Città, dal gruppo Open Data Campania con il supporto del gruppo Open Data Sicilia e del progetto A Scuola di Open Coesione. La giornata nasce con l’obiettivo di creare e diffondere la cultura dei dati aperti, innovando le relazioni tra cittadini, amministrazioni e imprese. Ad essa partecipano Regione Campania, Comune di Napoli e Università degli Studi di Napoli Federico II, insieme a scuole, imprese, giornalisti, sviluppatori e ricercatori.

Nasce qui il Non portale della Regione Campania , sulla scia del Non-Portale della Regione Sicilia redatto dal gruppo Open Data Sicilia coordinato da Marco Alfano, come unico punto di accesso ai dati (in formato aperto e non) della Regione Campania e delle altre amministrazioni locali che sono distribuiti in centinaia di siti. Nato infatti con l’idea di incorporare i dati “a titolarità” regionale, espande la suo campo di ricerca a tutte le istituzioni attive e amministrazioni locali della Campania, cercando di raccogliere la maggior parte di dati pubblicati in un territorio sempre più restio al cambiamento.

È un non portale perché non è il portale Open Data ufficiale della Regione Campania (che come si è detto ad oggi continua a non esistere) o di altre amministrazioni e perché la maggior parte dei dati non sono in formato open. Il Non portale della Regione Campania è così anche uno stimolo per le amministrazioni affinché si attivino per rilasciare i dati che posseggono in formato aperto al fine del loro utilizzo e riutilizzo in grado di innescare profonde trasformazioni e innovazioni dal punto di vista istituzionale, economico, sociale e culturale.

Un esempio di riutilizzo dei i geodati aperti e pubblicati sul portale del Comune di Napoli insieme a quelli del portale delle elezioni del Comune di Napoli viene realizzato, da Gianluca de Martino, con la Mappa del Voto riferita alle recenti elezioni amministrative 2016. La mappa evidenzia quali sono stati i quartieri in cui Luigi De Magistris, primo cittadino di Napoli dal 2011 e ora in ballottaggio, è stato votato e in quali ha mostrato più difficoltà, inoltre vengono riportati anche i dati relativi alle elezioni precedenti. Altre mappe vengono elaborate per i diversi candidati, sempre con i voti riferiti ai diversi quartieri cittadini.

Ad oggi portali nella regione se ne contano pochi. Nella RIS3 Campania (Research and Innovation Strategies for Smart Specialization) di cui l’ Agenda Digitale Campania 2020 è parte integrante è previsto l’obiettivo 4.1 di una “Pubblica amministrazione trasparente e Partecipata” che nell’attuare la delibera 128/2012 prevede la realizzazione del Portale Open Data della Regione Campania oltre che processi democratici di partecipazione attiva al cambiamento.

Ci auguriamo che questo obiettivo sia perseguito fino in fondo, con lo stesso entusiasmo che ci metteremo noi nell’implementarlo.

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