Resilienza e social media nella smart city, aspettando #SCE2015

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In concomitanza con le alluvioni che
flagellano isole e sud d’Italia, si sta discutendo, proprio in queste ore, di
#socialprociv, la rete
social di protezionecivile
coordinata da Anpas nazionale. Del resto, il rapporto tra resilienza e social
media è un’evidenza raccontata dai fatti , da #alluvioneGenova esattamente un anno fa alle sempre attuali emergenze
quotidiane. “Fornendo accesso in tempo reale a pensieri, emozioni e opinioni
dei cittadini i social media hanno una capacità unica nel mettere in evidenza
eventi inusuali ed emergenze non appena si manifestino o addirittura prima” sottolinea Frank Van Steenwinkl, di Fidecity,
introducendo così il tema del suo intervento a SCE 2015 – Internet Data festival il
15 ottobre a Bologna., nel convegno dedciato alla città resiliente.

11 Ottobre 2015

C

Chiara Buongiovanni


Smart citizen per la resilienza
La smart city non può che essere resiliente. E secondo Frank van Steenwinkl, fondatore di Fidecity, tra i principali sensori di una città sono da annoverare gli stessi cittadini, che “con i loro dispositivi mobili possono rilevare attivamente informazioni o passivamente essere oggetto di rilevazioni finalizzate alla previsione e alla gestione di disastri ed emergenze”. Il riconoscerlo per una città significa rendersi conto di poter contare su un sistema di rilevazione in tempo reale che, se ben gestito, secondo l’esperienza maturata da Fidecity, potrebbe far risparmiare spese in infrastrutture di sensori fisici ad alto costo di manutenzione. Parlando di resilienza dobbiamo infatti considerare che “gli utenti di social network ovvero i cittadini non solo sono creatori e ricettori di informazione, ma aggiungono valore nel rilevare situazioni critiche e diffondere quell’informazione sui social network”.

Come le informazioni possono trasformarsi in elementi strategici
“Una città può essere resiliente solo se ha una buona comunicazione con i propri cittadini e con i partner dell’ecosistema urbano” precisa il fondatore di Fidecity. “L’assesment dell’efficacia dei canali di comunicazione che la città ha sui social è un elemento non secondario che contribuisce al successo della resilienza complessiva della città. Ad esempio pensiamo alla rilevazione e alla gestione di emergenze. L’informazione che un’emergenza è in atto o sta per scoppiare può manifestarsi molto più velocemente social di quanto succeda nei meccanismi convenzionali di rilevazione”. In altri termini l’amministrazione non può ignorare che i cittadini amano riportare in tempo quasi reale i dati relativi ai disastri come alluvioni, incendi, incidenti e così via su Twitter o altre piattaforme. In questo caso, suggerisce Frank. non basta avere consapevolezza di ciò che succede sui social ma “è necessario poter disporre di strumenti di social media analysis oltre che di strumenti di allerta, in modo da poter raccogliere velocemente le informazioni critiche dalle diverse piattaforme su cui i cittadini e i soggetti attivi sul territorio stanno postando”.

Dunque, non solo saper dove andare a cercare le informazioni ma anche saperle processare rapidamente. “In caso di emergenza – precisa Frank – le smart city dovrebbero già avere i loro piani di intervento definiti, in cui siano esplicitati la governance complessiva e il ruolo di ciascun partner durante l’emergenza in atto”. Il ruolo dell’amministrazione – per capirci – dovrebbe essere quello di coordinare partner e operatori nella città. Da avere ben chiaro, infatti, che “le piattaforme di social media non cambiano le procedure di gestione delle emergenze, se non per il fatto che permettono migliori funzioni di comunicazione verso i cittadini e che forniscono la possibilità di raccogliere informazioni con maggiore tempestività”.

Social media e emergenza, sperando che ci sia un crisis manager
I social media evidentemente rendono possibile raggiungere molte persone, in maniera veloce e facile. Proprio per questo, secondo Frank van Steenwinkl, le persone che lavorano nella comunicazione e nel marketing della città dovrebbe considerare di gestire le situazioni di crisi usando appieno i social media (oltre che la stampa). E aggiunge: “I c.d crisis manager della città – sperando che questa figura sia prevista – dovrebbero avere accesso ai dati generati dai social media, in modo da poter costruire i loro piani di azione molto più velocemente e basandosi su dati più rilevanti. Infatti, i dati dai social media rappresentano un flusso importante da aggiungere ad altri, come gli open data, i dati GIS, le informazioni dei servizi di sicurezza. Il mio consiglio è di usare strumenti in grado di offrire una sintesi di tutti i risultati rilevanti che provengono dai diversi social network, da Twitter a Facebook”.

C’è un ruolo importante, dunque, per l’amministrazione locale al fine di sfruttare appieno l’intelligenza che si genera nell’ecosistema social e assicurare la miglior qualità della vita possibile ai suoi cittadini, anche a fronte di emergenze e disatri naturali. L’amministrazione, infatti “dovrebbe giocare un ruolo di partner affidabile per il proprio ecosistema locale nel gestire le situazioni di emergenza e dovrebbe essere sempre e comunque il soggetto che prende la decisione finale”.

Frank van Steenwinkl ci da appuntamento a Bologna, sottolineando che “se da un lato leggiamo molto di Internet Of Things e di Internet Of Evertything, dall’altro sono davvero poche le persone che possono dimostrarne l’uso in casi concreti”. Fidecity si prende l’impegno di dimostrarlo il 15 ottobre a Smart City Exhibition, coinvolgendo attivamente i partecipanti al convegno “La città resiliente: raccogliere, condividere ed analizzare i dati per la sicurezza del territorio e dell’ambiente”.

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