Strumenti partecipativi per l’innovazione organizzativa a FORUM PA 2017. Dagli Electronic Town Meeting al participatory meeting​

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Dall’eTM, un forum per l’interazione e la discussione, all’EPM,
uno strumento potenzialmente molto efficace per intervenire sulla complessità
definita dai tre livelli (istituzionale, organizzativo e cognitivo) che
costituiscono il fenomeno organizzativo nella PA. Apriremo una finestra di riflessione a Forum PA con il convegno “PArtecipazione: modelli, processi e interventi nella PA italiana”

7 Marzo 2017

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di Maurizio Giambalvo e Simone Lucido, Next - Nuove Energie X il territorio

L’electronic Town Meeting è un forum per l’interazione e la discussione, in contemporanea, anche di centinaia di persone, originariamente concepito per affrontare temi di interesse pubblico e prendere posizione su politiche locali. Come altri dispositivi per la promozione della partecipazione dei cittadini, l’Electronic Town Meeting è un format di derivazione anglosassone.

Gli eTM dalla partecipazione civica agli ecosistemi collaborativi
In questo contributo presentiamo brevemente un’esperienza di co-design e innovazione della metodologia degli eTM che ne suggerisce applicazioni oltre la sfera della partecipazione civica per includere la facilitazione delle pratiche collaborative all’interno di ecosistemi e filiere professionali, nonché il supporto al cambiamento organizzativo nelle imprese e nella PA.

Palermo come testbed per la sperimentazione
A partire dal 2012, Palermo ha ospitato 6 eTM, prima con PARTERRE, progetto transnazionale sostenuto dalla Commissione Europea per sperimentare nuovi metodi e strumenti partecipativi per la pianificazione territoriale e strategica e, successivamente, con cinque eTM promossi da una partnership locale per conto del Comune di Palermo – Assessorato alla Partecipazione fra il 2013 e il 2014. L’esperienza palermitana ha costituito un prezioso terreno di sperimentazione: ogni evento ha messo in luce punti di forza e limiti dello strumento e stimolato un’ulteriore fase di ricerca e sviluppo che ha portato ad alcune innovazioni sia sul piano della metodologia sia su quello tecnologico in vista del trasferimento in altri contesti di applicazione.

Technology transfer e co-evoluzione metodologica
L’ipotesi che le applicazioni della metodologia del town meeting possano estendersi oltre il campo della partecipazione dei cittadini alle politiche locali, è stata messa alla prova con successo nel corso di altri 5 incontri con metodologia eTM realizzati in Tunisia, Giordania, Palestina ed Egitto tra il 2015 e il 2016, nell’ambito di progetti di trasferimento tecnologico e promozione della imprenditorialità giovanile. In questa occasione la metodologia è stata declinata – non nel contesto della città come comunità civica – bensì come Electronic Participatory Meeting (EPM) al fine di promuovere il confronto su strategie differenti e l’innovazione di processo all’interno di vari tipi di comunità: ecosistemi pubblico/privati, filiere imprenditoriali, dell’università e della ricerca scientifica, mostrandosi potenzialmente efficace in processi di sviluppo e cambiamento organizzativo sia in ambito aziendale che istituzionale.

Dall’etm agli EPM per la Pubblica Amministrazione
Negli ultimi anni, e con esiti altalenanti, sono stati fatti molti sforzi per innovare l’organizzazione delle Pubbliche Amministrazioni. Dei tre livelli che descrivono il fenomeno organizzativo nella PA, istituzionale, organizzativo e cognitivo, è stato privilegiato il primo, focalizzando l’attenzione sugli aspetti formali, mentre l’impatto sulle organizzazioni reali è stato, perlopiù, piuttosto limitato.

Le sperimentazioni che abbiamo fatto in contesti differenti e gli sviluppi che ne sono conseguiti, in termini di innovazione metodologica e del software, hanno reso l’EPM uno strumento potenzialmente molto efficace per intervenire sulla complessità definita dai tre livelli che costituiscono il fenomeno organizzativo nella PA.

La realizzazione di un EPM, all’interno di una cornice definita dalle funzionalità del software, assomiglia infatti a un processo di bricolage che sfrutta il format adeguandolo alle diverse articolazioni dell’organizzazione. Dal punto di vista metodologico, un EPM è un ibrido umano-tecnologico in cui un gruppo di lavoro molto variegato, grazie alla versatilità del software, interagisce con i partecipanti sviluppando questioni, raccogliendo e sintetizzando discussioni, producendo e condividendo una reportistica affidabile e istantanea anche sulle eventuali decisioni che ne derivano.

Sono dunque due le caratteristiche che rendono possibile l’impatto sull’organizzazione reale delle PA: innanzitutto l’assetto variabile delle competenze che possono essere dispiegate nella gestione dell’EPM; ciò permette a) una individuazione degli obiettivi calibrata sulle qualità emergenti dal contesto d’intervento e b) la cura del processo con la presa in carico degli eventuali conflitti che normalmente attraversano la dimensione organizzativa. La seconda caratteristica rimanda alla plasticità del software che permette opzioni d’uso differenti per interagire con organizzazioni con gradi differenti di complessità, di differenti dimensioni e alle prese con contenuti operativi eterogenei.

Apriremo una finestra di riflessione a Forum PA con il convegno “PArtecipazione: modelli, processi e interventi nella PA italiana”, 24 maggio, 2017

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