Libro Bianco FPA, Melchionda: “E se fosse davvero la volta buona per la trasformazione digitale?”

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Il 29 novembre FPA ha presentato il Libro sull’Innovazione della PA alla presenza del Ministro Giulia Bongiorno. In questa occasione, è stata la stessa community di FPA, che ha lavorato alle raccomandazioni contenute nel documento, a presentare i punti principali su cui è necessario intervenire. Tra questi Michele Melchionda, responsabile alla trasformazione digitale in Corte dei Conti. In questo articolo il concept del suo intervento

3 Dicembre 2018

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Michele Melchionda, Direzione generale dei sistemi informativi automatizzati (Centro unico dei servizi), Corte dei Conti

Intorno ai temi dell’innovazione e dell’Agenda digitale italiana sembrano addensarsi nuvole benigne, nuvole che lasciano intravedere un bel cielo e un sole caldo. Assistiamo ad una congiunzione astrale per certi versi inattesa, ma della quale dobbiamo approfittare con voracità. Giovedì (29 novembre, ndr) presso la Funzione Pubblica, alla presenza del Ministro Bongiorno ho avuto il piacere di avvertire nuovamente e con forza questa piacevole sensazione. Con toni pacati il Ministro ribadisce senza enfasi o proclami i punti cardinali del programma che intende realizzare; l’attenzione è forte su questi temi e su quelli contenuti nelle raccomandazioni, annesse al Libro Bianco sull’innovazione della P.A. che abbiamo contribuito a formulare. “Concretezza” e spersonalizzazione è proprio quello che serve ora a noi ed al Paese.

Chiarisco subito che le mie sensazioni sono ancora più positive perché questa tendenza non pare generata da nessun ragionamento a prevalenza politica, ma anzi appare in maniera evidente caratterizzata da una stratificazione di idee, iniziative, progetti, visioni nate in momenti diversi e con radici contaminate. Una bella novità.

A me è toccato il privilegio di descrivere la sezione dedicata alla Trasformazione digitale della PA, realizzata sulla base di contributi preziosi forniti da attori di primo piano e da tanti stakeholder, e non ho potuto fare a meno di condividere all’inizio del mio intervento la consapevolezza di avere una grande opportunità a disposizione: a fronte di un cambio di governo e del normale avvicendarsi dei decisori, a noi operatori di questo settore non ci viene chiesto di cominciare da zero. Evviva!

Lavoro da anni nella Pubblica Amministrazione e devo confessarvi che si tratta di una novità assoluta. Non formale, ma sostanziale, materializzata da azioni concrete. Il Commissario per l’attuazione dell’agenda digitale viene nominato in continuità di obiettivi con quello che lo ha preceduto, anzi indicato da quest’ultimo. Commissario e Direttore dell’AgID stanno encomiabilmente provando a far dialogare due pezzi fondamentali della Governance del digitale del nostro Paese che sembrano essere stati costruiti per essere in contrapposizione. Quindi valore doppio a quello che stanno provando a fare.

Altri segnali concreti provengono dalla continuità che i progetti avviati nel recente passato (ANPR, SPID, PagoPA, DAF, IO, PSN, CSP, …) hanno potuto assicurare grazie alla condivisione che sugli stessi è stata assicurata dal Governo in carica. Nessuno pensa che siano progetti perfetti, ma tutti siamo consapevoli che per migliorare i servizi erogati dalla PA, per ricostruire il rapporto deteriorato con cittadini e imprese, per rifondare la credibilità della macchina pubblica questa strada è l’unica strada.

Nel mio intervento ho cercato di fare un rapido excursus su tutti i temi principali connessi alla Trasformazione digitale della PA (Governance, Servizi e Piattaforme abilitanti, Once only, Infrastrutture, Sicurezza e soprattutto Dati), provando a lanciare uno slogan già utilizzato in altri paesi: facciamo in modo che i cittadini decidano di usare i servizi digitali della PA non perché obbligati da norme, ma perché questi sono talmente utili e ben fatti che non c’è alcuna ragione per non farlo.

Ricominciare da zero e puntare tutto sull’abbattimento di quanto impostato in precedenza avrebbe potuto portare a breve termine sicuramente risultati più semplici da raggiungere dal punto di vista del tornaconto di parte, ma nulla lascerebbe ad un Paese che ha tanta strada da recuperare. E allora ben venga la possibilità che ci è stata concessa per giocarci almeno una chance per poter far diventare la Trasformazione digitale della PA un progetto infrastrutturale per l’Italia. Ben venga una nuova stagione in cui sia possibile non puntare tutto sull’ennesima riforma salvifica, quanto piuttosto sulla costruzione di un cantiere in continua espansione per i prossimi 5-10 anni frequentata da più anonimi, ma molto volenterosi attori provenienti da tutto il tessuto sociale di questo Paese: decisori, PA centrali e locali, InHouse, imprese, professionisti, associazioni e cittadini.

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