Project management per la PA: quali competenze per gestire al meglio i progetti del PNRR

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Per riuscire a innovare tempestivamente la pubblica amministrazione e a realizzare la transizione digitale, in un contesto carico di incertezze come l’attuale, il project management costituisce uno strumento operativo fondamentale. Ora più che mai, dato che non si può prescindere dalla capacità di formulare e gestire progetti per poter utilizzare gli ingenti fondi messi a disposizione dalla UE. Ecco quali sono le principali conoscenze, abilità e competenze da sviluppare e gli strumenti oggi a disposizione

8 Aprile 2021

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Enrico Mastrofini

Presidente Istituto Italiano di Project Management (ISIPM)

Photo by Volodymyr Hryshchenko on Unsplash - https://unsplash.com/photos/ZT9gjcJog6U

Il piano di reclutamento annunciato dal governo con nuove modalità di selezione e riduzione dei tempi di espletamento consentirà di far fronte, almeno in parte, alle necessità di gestione del PNRR che impegneranno il personale della PA per i prossimi anni. Come è stato già rilevato da più parti, tra le competenze richieste per una nuova PA c’è la capacità di formulare e gestire progetti per poter utilizzare gli ingenti fondi messi a disposizione dalla UE che, considerando il Next Generation UE, i fondi ordinari del nuovo ciclo di programmazione 2021-2027 e la quota residua di quelli del precedente ciclo, ammontano ad oltre 300 miliardi di euro.

Nel bando appena pubblicato per 2800 nuovi inserimenti a tempo determinato si richiede però, essenzialmente, il possesso di conoscenze di carattere giuridico amministrativo relative alla gestione dei fondi europei; questo consentirà di risolvere, parzialmente e per un arco di tempo limitato, soltanto le problematiche urgenti riguardanti la formulazione dei progetti da presentare per accedere ai finanziamenti.

Ma la principale criticità dei progetti riguarda la loro attuazione operativa, in quanto la gestione degli stessi si muove in ritardo rispetto al ciclo di programmazione, come evidenziato dai dati pubblicati da OpenCoesione, dati che si riferiscono ai progetti considerati nel perimetro delle politiche di coesione nel ciclo di programmazione 2014-2020: al 31 dicembre 2021 soltanto il 12% di questi progetti risultava concluso mentre ben l’80% risultava in corso.

Il raggiungimento degli obiettivi di programma così come dei singoli progetti richiede che le strutture coinvolte nella gestione dei differenti step del PCM (Project Cycle Management) abbiano un dimensionamento adeguato e che i diversi attori e le diverse figure professionali coinvolte abbiano specifiche conoscenze, abilità e competenze, riguardanti in particolare:

  • euro-progettazione, che include tecniche e metodologie necessarie per formulare una proposta progettuale coerente con gli obiettivi strategici, fattibile e sostenibile rispetto agli obiettivi indicati dal soggetto finanziatore;
  • project management, che comprende strumenti e tecniche necessarie affinché il progetto soddisfi i requisiti in termini di costi, tempi e qualità, contribuendo quindi a raggiungere gli obiettivi di progetto collegati al programma.

Queste due aree di conoscenza hanno finora utilizzato strumenti e linguaggi propri e separati che ora l’Istituto Italiano di Project Management (ISIPM) ha raggruppato in un unico schema di riferimento, proponendo una Qualificazione rivolta alle figure professionali che operano nella gestione dei fondi europei e che devono anche essere in grado di controllarne la corretta utilizzazione, verificare la realizzazione dei risultati nei tempi previsti nonché l’effettivo conseguimento dei benefici attesi.

Tale Qualificazione è denominata ISIPM eU maps e propone un modello di integrazione delle conoscenze di europrogettazione e project management – messo a punto dall’Istituto Italiano Project Management in collaborazione con il Dipartimento di Management e Diritto dell’Università di Roma Tor Vergata e con il Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Ferrara – e sarà illustrata al FORUM PA 2021 nella Rubrica curata da ISIPM.

Occorre poi considerare che sia i progetti derivanti dal PNRR che tutti gli altri progetti di interesse pubblico prevedono per la loro attuazione l’espletamento di una procedura di gara, i cui tempi di esecuzione sono spesso incomprensibili agli occhi dei non addetti ai lavori. Dai dati elaborati dalla Banca d’Italia e da Open Coesione lo scorso anno risultava che circa il 40 % della durata di un progetto appaltato riguarda un insieme di attività accessorie di natura gestionale ed amministrativa, il cui svolgimento occupa i periodi compresi tra le diverse fasi operative di realizzazione dell’opera.  Dagli stessi dati risulta poi che la durata mediana della realizzazione di un’opera è pari a 4 anni e 10 mesi a fronte di un importo mediano di 300.000 euro, ma se si restringe l’analisi ai soli progetti di grandi dimensioni con valore superiore ai 5 milioni allora la durata media risulta essere di quasi 11 anni.

In tale contesto il Responsabile unico del procedimento (RUP), che svolga funzioni di  Project Manager avendone le competenze, come richiesto dalla recente normativa in tema di appalti pubblici, può direttamente contribuire alla riduzione dei tempi di esecuzione e della durata complessiva del progetto, evitando di ritardare il raggiungimento dei risultati e dei benefici attesi dai progetti stessi; soprattutto nel caso dei progetti del PNRR  gli obiettivi di rilancio dell’economia debbono essere conseguiti producendo i risultati previsti nell’arco di pochi anni.

In generale per riuscire a innovare tempestivamente la pubblica amministrazione e a realizzare la transizione digitale, in un contesto carico di incertezze come l’attuale, il project management costituisce lo strumento operativo per raggiungere i risultati in un tempo finito. Le conoscenze fondamentali del project management sono raggruppate nella Certificazione ISIPM Base che viene proposta a tutte le organizzazioni private, pubbliche e no profit (circa il 30 % delle certificazioni Base sono state conseguite da dipendenti della pubblica amministrazione).

Non basta infine che i dipendenti acquisiscano competenze manageriali, tecnico-ingegneristiche e comportamentali, ma occorre anche che l’organizzazione faccia entrare nella propria cultura i concetti del project management. Molte ricerche hanno dimostrato che esiste una stretta correlazione tra la capacità di gestire progetti da parte di una organizzazione e il suo successo nel senso più ampio del termine (non solo successo economico, ma anche di efficienza, prestigio, reputazione, e così via), pertanto nella Rubrica ISIPM a FORUM PA 2021 si parlerà del grado di maturità di una organizzazione nel gestire i progetti e di come misurarla utilizzando il modello di maturità ISIPM Prado.

Il percorso formativo di FPA Digital School

Project Management: la Certificazione Base ISIPM

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