A Malmö il primo quartiere d’Europa a impatto zero

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C’è un quartiere nel Nord Europa dove i residenti vivono in perfetto equilibrio con la natura. E’ a Malmö dove il progetto di riqualificazione ambientale del porto si è trasformato in un esempio di sostenibilità al 100%, riconosciuto dall’unione Europea e difeso dai suoi residenti “sentinella”. Vento, sole e acqua producono tanta energia quanto se ne consuma e i cittadini, tramite mobile, possono controllare che i propri consumi e quelli del quartiere siano “a norma”. Ecco una human smart city, anzi neighborhood. 

2 Dicembre 2013

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Eleonora Bove

C’è un quartiere nel Nord Europa dove i residenti vivono in perfetto equilibrio con la natura. E’ a Malmö dove il progetto di riqualificazione ambientale del porto si è trasformato in un esempio di sostenibilità al 100%, riconosciuto dall’unione Europea e difeso dai suoi residenti “sentinella”. Vento, sole e acqua producono tanta energia quanto se ne consuma e i cittadini, tramite mobile, possono controllare che i propri consumi e quelli del quartiere siano “a norma”. Ecco una human smart city, anzi neighborhood. 

I progetti di innovazione sociale della svedese Malmö avevano già attirato l’attenzione di FORUM PA qualche tempo fa (vedi intervista a Per linde e a Pelle Ehn): i Malmö Living Labs erano infatti ambienti di innovazione aperti, dove nuove costellazioni, questioni e idee si sviluppavano da collaborazioni bottom-up a lungo termine tra i diversi stakeholder.

Riprendiamo oggi la nostra riflessione su Malmö, concentriamoci stavolta sulla trasformazione energetica che questa città ha realizzato per uno dei suoi quartieri più degradati. Bo01 (dalla parola svedese“bonollet” che significa abitare) è infatti il primo quartiere in Europa completamente a zero emissioni. Un esempio di riqualificazione urbana che è andata oltre la sola impronta ecologica, modificando sia l’aspetto sociologico che morfologico della zona, rivalutando il capitale naturale e quello umano. Ogni aspetto è pensato per essere energicamente autosufficiente, si produce tanta energia quanto se ne consuma e la comunità, coinvolta nel monitoraggio dei consumi, è al centro delle scelte. Cittadini “sentinella” e sostenibilità al 100%, ecco perché la Comunità Europea e dal Dipartimento Europeo per l’Energia lo hanno indicato come uno dei migliori esempi per l’applicazione dell’utilizzo di energia rinnovabile in Europa.

Come nasce un’idea

Il quartiere Bo01 di Malmö è una delle realizzazioni della Municipalità nell’ambito dello European Housing Expo del 2001, intitolato City of Tomorrow, incentrato sulla progettazione sostenibile degli edifici residenziali con l’obiettivo di creare una “società intelligente”. Tra gli enti promotori la Commissione Europea, Governo Svedese, Città di Malmö, Sydkraft, Telia e SBAB.

L’area scelta è stata quella dei docks nella zona ovest del porto (Västra Hamnen – Western Docks) dove la presenza di quartieri dormitorio e grandi edifici industriali da una parte, e le condizioni di degrado ambientale e il complesso sistema microclimatico dall’altrarendevano la progettazione maggiormente incisiva.30 ettari da trasformare e in cui fosse appetibile abitare, lavorare, studiare e trascorrere il tempo libero, conservando la biodiversità che li caratterizza.  La vegetazione locale e la fauna acquatica vengono tutelate, grazie anche ad una nuovo modo di intendere gli spazi verdi: oltre allo spazio pubblico tradizionale, giardini floristici ed arborei collocati in spazi pubblici e nelle corti private, è anche copertura e involucro degli edifici. Per la definizione della dotazione ottimale di aree verdi ed elementi per rinforzare la rete ecologica locale, è stato messo a punto un indice denominato Greenspace Factor, elaborato dalla città di Malmö sul modello di Berlino, che associa a ciascun tipo di vede un moltiplicatore delle superfici e restituisce una media che è stato stabilito non dover essere inferiore a 0,5.

Le conoscenza circola liberamente

La comunicazione all’interno del quartiere è possibile a tutti i livelli, in qualsiasi momento, grazie allo sviluppo di tecnologie ICT che cablano tutta la zona. I residenti possono tramite internet effettuare diverse operazioni: dialogare con la pubblica amministrazione, effettuare acquisti o prenotazioni, addirittura controllare gli elettrodomestici della propria casa. Per monitorare il “bilancio energetico” viene utilizzato un sistema IT ad hoc per ogni abitazione, così da informare ogni cittadino sul consumo energetico proprio e del quartiere. I cittadini sono coinvolti in prima persona nelle politiche in materia di efficienza energetica e, a loro volta, si fanno promotori di buone pratiche verso gli altri residenti. L’obiettivo appare così raggiunto: sensibilizzare tutti i cittadini e indirizzarli verso un uso più sostenibile delle risorse a disposizione.

Il progetto

Il progetto prevede l’insediamento di 10.000 abitanti e 20.000 posti di lavoro per 800 appartamenti, ad oggi siamo a circa 1.000 abitanti per un consumo energetico di 105 kW h/m2 anno. L’energia è prodotta in loco da sistemi eolici, fotovoltaici e geotermici. Nonostante sia il vento a produrre il 99% dell’energia necessaria al quartiere, grazie ad un macchina eolica di 80 mt, Bo01 è il più grande intervento svedese in materia di energia solare. Sono infatti 1400 i mq coperti da pannelli solari. Distribuiti tra gli edifici,  generano 525.000 kWh l’anno, circa il 15% del calore necessario a tutta area, alimentando così il sistema di riscaldamento, mentre altri 120 mq di celle producono energia elettrica. Al riscaldamento contribuisce anche il mare, mentre nei bacini sotterranei si immagazzina aria calda e fredda che viene poi utilizzata nelle abitazioni. Le riserve di acqua nella roccia invece, possono essere utilizzate come depositi, grazie ai dieci pozzi (profondi 90mt) ricavati nel terreno.

Vi è inoltre un impianto di raccolta dei fanghi per il trattamento di separazione dei fosfati e delle sostanze nutritive, che vengono quindi utilizzate in agricoltura; i rifiuti sono trattati una centrale per la produzione di biogas. Ovviamente non poteva che essere a basso impatto anche la mobilità, grazie a un servizio di trasporto e di car sharing elettrico.

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