Londra: prime Olimpiadi a salario minimo garantito. I successi del community organizing

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 “Le prossime olimpiadi di Londra saranno le prime olimpiadi al mondo in cui tutti i lavoratori coinvolti abbiano assicurato un salario minimo vitale. E’ uno dei successi ottenuti da Citizens UK, un gruppo appartenente alla tradizione di attivismo civico nota in America con il nome di “community organizing”. Il gruppo è affiliato a all’’organizzazione americana, l’Industrial Areas Foundation, dove transitò anche un giovanissimo Barack Obama”.  Così Diego Galli, di Radio Radicale, ci introduce all’interessante intervista a Michael Gecan – tra i direttori dell’Industrial Areas Foundation e Community organizer di grande esperienza  – che riceviamo e con piacere pubblichiamo.

25 Giugno 2012

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Diego Galli

Articolo FPA

 “Le prossime olimpiadi di Londra saranno le prime olimpiadi al mondo in cui tutti i lavoratori coinvolti abbiano assicurato un salario minimo vitale. E’ uno dei successi ottenuti da Citizens UK, un gruppo appartenente alla tradizione di attivismo civico nota in America con il nome di “community organizing”. Il gruppo è affiliato a all’’organizzazione americana, l’Industrial Areas Foundation, dove transitò anche un giovanissimo Barack Obama”.  Così Diego Galli, di Radio Radicale, ci introduce all’interessante intervista a Michael Gecan – tra i direttori dell’Industrial Areas Foundation e Community organizer di grande esperienza  – che riceviamo e con piacere pubblichiamo.

Che cos’è il community organizing e quale è la sua diversità rispetto all’attivismo politico tradizionale e al volontariato?
L’organizing si focalizza principalmente nell’identificare e formare leader locali nelle varie comunità dove è presente, equipaggiando questi leader in modo che siano più efficaci nell’avere a che fare l’uno con l’altro, con il governo e con il settore privato. Questa è una delle differenze principali. La maggior parte dell’attivismo politico, che ha un grande valore ovviamente, tende a parlare per conto di altre persone – lavoratori, studenti, altri gruppi sociali – mentre nell’organizing le persone, i lavoratori, gli studenti, i residenti parlano per loro stessi. Ci distinguiamo dal lavoro sociale perché l’organizing non è dedicato al servizio, ma alla costruzione di un potere effettivo che renda il settore civico più influente nel rapporto con altri poteri e istituzioni. Queste credo siano le principali differenze: un’attenzione molto focalizzata allo sviluppo delle leadership locali, accompagnata dalla convinzione che una grandissima varietà di persone, di ogni tipo e provenienza, possono essere leader efficaci; e la comprensione dell’importanza che le persone normali, nella loro vita di tutti i giorni, sappiano esercitare il potere in modo efficace sia per proteggersi che per far avanzare le proprie richieste.

In Europa si è sentito parlare per la prima volta del community organizing durante la precedente campagna elettorale di Barack Obama. Nella campagna presidenziale conservatrice l’esperienza di Obama come community organizer negli anni ’80 è spesso utilizzata per attaccarlo. Come mai?
La destra conservatrice estremista negli Stati Uniti sta tentando di collegare Obama con una tradizione politica marginale o come dicono più spesso, ultra-radicale. Che sia utilizzando la parola “socialismo” o la dicitura “community organizer”, l’estrema destra è convinta che questo crei paura nella mente delle persone su quello che quest’uomo rappresenta, sulle sue convinzioni e sul fatto se sia davvero americano, secondo la loro definizione di cosa significhi "essere americano". L’organizing è stato creato da Saul Alinksy, che fu un organizer di grande talento. La verità è che il presidente Obama quando era molto giovane partecipò ad uno dei nostri training di 10 giorni, e per un anno e mezzo lavorò come organizer con un altro gruppo. Poi la sua carriera prese altri sbocchi, divenne un avvocato, poi un professore, in seguito una figura politica dell’Illinois, fino a diventare senatore. Quindi l’organizing è stato solo un breve interludio di un’attività più tradizionale, se mi passate il termine, di avvocato, professore e esponente del Partito democratico dello Stato dell’Illinois, che non è affatto un’istituzione progressista.

Per saperne di più sul community organizing leggi  "Community organizer superstar. Alle origini dell’auto-organizzazione di comunità"

Saul Alinsky ha scritto un libro intitolato “Regole per i radicali”, ed è per questo che i conservatori accusano Obama di essere un radicale, che in America è spesso sinonimo di estremismo. Qual’è il significato della parola “radicale” nel linguaggio di Alinsky?
Un radicale nell’interpretazione di Alinsky è qualcuno che è andato alle radici di una comunità. Radicale proviene etimologicamente dalla parola radici. Alinksy stava in realtà reagendo al radicalismo studentesco degli anni Sessanta, che lui riteneva non si stesse connettendo con la maggioranza degli americani (che non erano necessariamente studenti di colore o attivisti) e diceva che un’azione di organizing efficace significava connettersi con le radici di una comunità, ascoltare le persone e comprendere i loro interessi. Il suo timore era che quella forma di radicalismo che consisteva nel credere nella capacità delle persone comuni di emergere, guidare ed essere efficaci si stava perdendo con gli studenti di sinistra, che si mostravano così sicuri delle loro proposte e dei loro approcci, e spesso avevano molto poco rispetto per le persone che erano considerate della classe media o della classe lavoratrice.

Che cos’è l’Industrial Areas Foundation e come ti sei ritrovato coinvolto in questa organizzazione?
L’Industrial Areas Foundation fu fondata da Saul Alinksy ormai 70 anni fa. Il termine “area industriale” viene dal suo lavoro iniziale con la comunità del quartiere “back of the Stock yards” a Chicago, un quartiere allora composto prevalentemente dalla classe operaia e dai colletti blu. Io ne sentii parlare molti anni fa, quando da giovane mi trovavo a Chicago ed ero già un organizzatore di gruppi civici di quella città. E’ un network di organizer che lavorano con le comunità negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, Germania, Australia e Canada. Noi aiutiamo a creare e sviluppare leader e a individuare le altre persone che vogliono divenire organizer e dedicare la loro carriera a questo. E cerchiamo continuamente nuove opportunità, nuovi esperimenti che possano mantenere l’organizing fresco, coinvogente e radicato nei tempi attuali e nelle lotte attuali delle persone.

Quali sono le lotte e i temi su cui il community organizing sembra esercitare un impatto maggiore?
Varia molto da posto a posto. Se vai nel Regno Unito il nostro gruppo, Citizens Uk, è stato estremamente efficace nel lavorare su questioni come il salario minimo vitale e l’uguaglianza economica. Le Olimpiadi che stanno per iniziare a Londra, sono le prime olimpiadi con salario minimo vitale del mondo. Migliaia di persone riceveranno un salario minimo vitale grazie al lavoro dei leader del nostro gruppo presente lì. A New York e Baltimora i nostri gruppi sono noti per la costruzione di abitazioni alla portata di tutti. I lettori ricorderanno forse che 25 anni fa New York ha attraversato un periodo di tremenda miseria in cui ha perso abitanti, alcuni quartieri "bruciavano" letteralmente, le case collassavano. Allora la nostra organizzazione, in collaborazione con altre, ha guidato una campagna per ricostruire quasi 250.000 unità abitative. Quasi ogni quartiere povero di New York è stato ricostruito, la popolazione che era diminuita di 1 milione di abitanti,ne ha riguadagnati ancora di più e posti che erano considerati pericolosi, sono ora luoghi di lavoro dove le persone possono vivere. In Massachussetts e Illinois le nostre organizzazioni sono state più attive sul fronte della sanità. Il nostro gruppo nel Massuchussetts ha contribuito a disegnare la riforma sanitaria che è stata firmata dal governatore Mitt Romney che ora concorre alle elezioni presidenziali, ed è considerata una delle strategie di maggiore successo per l’assistenza sanitaria negli Stati Uniti: il 98% dei residenti è infatti ora coperto da un’assicurazione o dall’assistenza sanitaria, con indicatori sulla salute che migliorano e costi che riescono ad essere mantenuti moderati. Sono solo tre esempi di casi in cui un organizing efficace ha portato a cambiamenti sociali molto significativi che hanno coinvolto centinaia di migliaia e a volte milioni di persone.

C’è qualche collegamento tra il movimento di Occupy Wall Street e le tecniche ed esperienze del community organizing?
Posso rispondere per la nostra organizzazione e la risposta è no. L’approccio di Occupy è stato molto più allineato con l’approccio classico dei movimenti e dei gruppi di pressione politici. In altre parole un impegno molto elevato per conquistare l’attenzione mediatica, con manifestazioni drammatizzanti e il tentativo di sensibilizzare le coscienze. Non c’è stata quasi nessuna seria connessione con la vasta maggioranza delle persone che vivono nelle comunità dove queste crisi stanno avvenendo. Ha avuto una vita molto attiva per circa 3 mesi, e ora è praticamente scomparso nella maggioranza dei posti. E questo non è raro per un approccio che non si radica, nel modo in cui ne abbiamo parlato, nel profondo delle comunità, delle leadership locali e delle lotte quotidiane delle persone. Questo non significa che le intenzioni fossero cattive, e il loro messaggio è stato chiaramente inteso dalle persone, ma non c’è stata costruzione di relazioni e quando non crei relazioni, l’organizzazione non è molto solida e durevole. E le altre istituzioni di potere – il governo, le banche, il mondo finanziario – sono abituate ad attendere la fine di questi movimenti. Non sono messe davvero in discussione da movimenti che non sono ben radicati. Li hanno già affrontati in passato.

Perché l’Industrial Areas Foundation lavora con le congregazioni religiose?
E’ molto strano per il contesto italiano o europeo, ma in molte zone degli Stati Uniti le istituzioni religiose sono ancora le principali organizzazioni del terzo settore in cui le persone sono coinvolte con regolarità. Che siano protestanti, cattolici, pentecostali, evangelici, ebrei o musulmani, c’è ancora una percentuale molto ampia di americani che sono parte di istituzioni religiose. Per cui la risposta breve a questa domanda è che si tratta dei luoghi dove si trovano le persone. E’ anche vero che alcune istituzioni religiose hanno subito un declino, e ci sono alcune nuove istituzioni con cui ci relazioniamo di più andando avanti. Ad esempio, in alcune aree le scuole stanno diventando membri delle nostre organizzazioni, dato che in molti quartieri le organizzazioni più vitali delle comunità locali sono di fatto le scuole. A volte le organizzazioni sindacali si uniscono a noi. In alcuni casi comunità di riabilitazione, come quelle degli alcolisti o dei tossicodipendenti.

Hai menzionato prima le differenze tra l’Europa e gli Stati Uniti, ma hai anche detto che esistono organizzazioni affiliate in Gran Bretagna, Germania e Canada. Come sta andando il tentativo di esportare questo modello di coinvolgimento civico in altri paesi?
Sta andando, credo, estremamente bene e sono andato a visitare molte delle nostre organizzazioni presenti oltre oceano. Io non direi che stiamo esportando un modello, direi che le persone in tutti questi posti guardano ai principi universali dell’organizing e agli strumenti che usiamo e adattano questi principi e questi strumenti al loro contesto, facendoli propri. Se vai a Berlino meno persone sono coinvolte regolarmente in molte istituzioni religiose, ma altre persone sono coinvolte in altri tipi di gruppi, come quelli nati su internet, le scuole, le reti di piccoli imprenditori. La combinazione di istituzioni coinvolte riflette i gruppi sociali che sono già attivi localmente. E’ interessante vedere il dialogo tra gli strumenti universali dell’organizing e le tradizioni culturali e politiche molto diverse che ogni paese ha.

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