Il punto di partenza per la trasformazione delle città, che è ineluttabile, pena l’abbandono da parte dei giovani, sono le persone, per cui il capitale sociale è l’unico vero valore che fa la differenza, concetto chiave che deve essere compreso anche da chi le governa. Così Cristina Farioli apre il suo primo intervento tirando le somme del terzo anno di impegno da parte di IBM sul tema delle città intelligenti. La sua azienda ha cercato di rispondere alla sfida del cambiamento attraverso la fantasia e la creatività, cavalcando il filone dei finanziamenti europei.
Per alcune città è invece possibile fare innovazione a costo zero, attraverso il recupero o lo sviluppo di nuove entrate a partire da tre leve fondamentali: intervento sul sistema di elusione ed evasione delle frodi; ottimizzazione dei costi; sfruttamento dei servizi dell’innovazione per nuove modalità di fruizione dei beni culturali. Ma è necessario sottolineare che non esiste una ricetta univoca, piuttosto, nelle maglie della propria struttura interna o nelle caratteristiche del suo territorio, ogni città può trovare le leve per ripagare l’innovazione.
Nel secondo intervento Farioli riassume quali sono le soluzioni intelligenti utilizzate da IBM per sostenere gli enti locali nella sfida dell’innovazione, con un passaggio importante rispetto al tema del parternariato pubblico: disponibilità di tecnologia; sinergia tra realtà medio-piccole; fare comunità, aspetto che IBM sta sperimentando nella rete informale creata con FORUM PA e nella collaborazione con ANCI, attraverso la sperimentazione di progettualità sul territorio, nella convinzione che le esperienze pilota vadano condivise, superando i campanilismi.