La valutazione delle performance della p.a. dopo sette anni dal D.lg. n. 150/2009 è in attesa di avere una nuova dimensione attuativa con la riforma in atto (L. n.124/15). Il ciclo delle performance e la connessa valutazione funzionano se concepiti come una politica, e cioè come una serie di interventi intenzionali (processi, strumenti) per trattare problemi. Le politiche degli ultimi anni sembrano mettere in discussione positivamente gli strumenti utilizzati per valutare il funzionamento della cosa pubblica.
Si tratta di riposizionare questi ultimi alla luce dei problemi reali, posti dall’attuale crisi politica e sociale. I nuovi strumenti che sono in corso di attivazione con la nuova riforma per essere efficaci devono essere inquadrati in una triplice direttiva: della crescita, della democrazia e della legalità trasparente. “Etica” ed “efficienza” devono andare di pari passo per il rinnovamento del sistema pubblico italiano.
Valutare le performance, organizzativa ed individuale, nella prospettiva futura della nuova riforma, non significa certo semplice osservanza di procedure, ma capacità etica di produrre cambiamento in avanti. Il miglioramento della produttività della p.a., che si auspica di ottenere per il Paese, sarà veramente strumento per la crescita solo se condotto in modo democratico, in sussidiarietà orizzontale, mobilitando le risorse degli amministratori, dei cittadini e delle imprese.