Voce alle donne per un mercato del lavoro più equo

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Tre gli aspetti tematici al centro del confronto a FORUM PA2018: la conciliazione vita-lavoro, come fattore di crescita della presenza femminile nel mercato del lavoro, la questione della maternità, esaminata nell’ottica del fenomeno delle dimissioni volontarie delle lavoratrici madri e dei lavoratori padri nel corso del primo anno di vita del bambino, un approfondimento sulle tematiche della salute e sicurezza sul lavoro in chiave di genere

6 Giugno 2018

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Rossella Osio

Tanti gli appuntamenti promossi dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali durante le tre giornate di FORUMPA 2018, tra i quali un approfondimento sulle problematiche incontrate dalle donne nel mondo del lavoro e un focus su alcuni aspetti critici. Tra i relatori Francesca Bagni Cipriani, Consigliera Nazionale di Parità, e Serenella Molendini, Consigliera Nazionale Parità Supplente del Ministero del Lavoro e Danilo Papa, Direttore centrale della Direzione Vigilanza, affari legali e contenzioso dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro.

Tre gli aspetti tematici al centro del confronto: la conciliazione vita-lavoro, come fattore di crescita della presenza femminile nel mercato del lavoro, la questione della maternità, esaminata nell’ottica del fenomeno delle dimissioni volontarie delle lavoratrici madri e dei lavoratori padri nel corso del primo anno di vita del bambino, un approfondimento sulle tematiche della salute e sicurezza sul lavoro in chiave di genere.

In apertura si è analizzato il fenomeno delle dimissioni volontarie da parte delle lavoratrici durante i primi anni di vita del bambino. In base alle indagini fatte dall’Ispettorato del lavoro si è osservato che le tendenze sono sempre le stesse: interessate alle dimissioni sono per lo più persone che affrontano per la prima volta la maternità, di una età compresa tra i 30 e i 35 anni, e spesso in mancanza di un sostegno pubblico nella gestione della maternità. Altri dati invece testimoniano che gran parte delle persone che rassegnano le dimissioni si trovano già in una situazione lavorativa part time, anche se questa soluzione di aiuto e di flessibilità oraria e conciliazione vita-lavoro sembra non essere più utile.

Sulle tematiche legate alla salute e sicurezza sul lavoro si è discusso sulla necessità di porre l’attenzione sui fattori di rischio legati al sesso, inteso come caratteristica biologica e fisiologica che definisce uomini e donne, e al genere, inteso come costruzione sociale dei ruoli, dei comportamenti e delle attività che una data società considera appropriati per uomini e donne.

Bisognerebbe riflettere sulle differenze tra sesso e genere per poter calibrare sistemi di gestione della sicurezza che tenga conto di queste diversità, nel rispetto delle regole e delle uguaglianze.

Con l’entrata in vigore del D.lgs. 81/2008, il genere, assieme all’età, alla provenienza geografica e alla tipologia contrattuale, diventa una dimensione rilevante da prendere in considerazione. Le discriminazioni sul lavoro sono un fattore di rischio e possono essere causa di stress o situazione di disagio per la salute e la sicurezza delle lavoratrici.

Differenze e disuguaglianze quindi sono elementi che bisogna tenere in considerazione per un sistema di prevenzione corretto e completo. L’adozione di strumenti di conciliazione e work life balance possono avere ripercussioni positive nella prevenzione di infortuni o malattie professionali da stress, oltre che prevenire e contrastare fenomeni di violenza di genere nel contesto lavorativo.

Tra gli aspetti emersi durante il confronto sul tema conciliazione vita – lavoro si è analizzato il contesto di riferimento abbastanza delicato nel quale oggi ci si muove, causato dalla crisi economica globale, dall’aggravamento delle disuguaglianze, dalla rivoluzione della struttura familiare, dall’aumento della povertà e della disoccupazione, dai lavori precari e mal retribuiti per le donne, dall’andamento demografico tra aspettativa di vita e decremento delle nascite.

Il Parlamento Europeo ha approvato il 13 settembre la risoluzione “Creazione di condizioni del mercato del lavoro favorevoli all’equilibrio tra vita privata e vita professionale “, che ha l’obiettivo di dare nuovo impulso al tema e alle opportunità di conciliazione tra vita e lavoro per i cittadini europei. L’azione più importante al centro dell’equilibrio famiglia-lavoro rimane la garanzia di adeguati regimi di congedo parentale sia per le madri che per i padri. L’altra area di miglioramento risiede nella necessità di offrire a lavoratori e lavoratrici una varietà di forme di lavoro adeguate a consentire a ciascuno di avere il tempo sufficiente per dedicarsi anche alle proprie passioni, alla formazione e alla cura. Affinché questo avvenga è necessario superare la visione tradizionale dei ruoli assegnati all’uomo e alla donna, è necessario promuovere una opinione positiva e rispetto al lavoro femminile in presenza di figli in età prescolare.

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