Dematerializzazione, standardizzazione, tracciabilità e trasparenza dei processi amministrativi. Il caso Comune di Roma

La Pubblica Amministrazione nei prossimi anni dovrà dotarsi di strumenti e tecnologie che consentano la dematerializzazione dei principali flussi amministrativi, ma questa esigenza non potrà ridursi alla semplice, anche se fondamentale, “scomparsa” della carta,  dovrà tradursi anche in razionalizzazione dei flussi informativi, trasparenza del procedimento amministrativo e salvaguardia degli investimenti pregressi. Questa necessità può essere soddisfatta con l’utilizzo di strumenti che possano supportare le Amministrazioni nella definizione dei processi amministrativi, con la conseguente individuazione degli ambiti di verifica, ratifica ed approvazione degli Atti Amministrativi. In quest’ottica, deve essere possibile monitorare lo “stato” di un Atto, in modo da poter rispondere alle diverse sollecitazioni dei cittadini, dei fornitori, delle altre Amministrazioni, rilevando, con tempismo, le eventuali criticità che dovessero incorrere e le inefficienze che dovessero palesarsi. Lo strumento SAP BPM (SAP Business Process Management) permette di definire, modificare e integrare i  flussi di processo con le diverse componenti gestionali (SAP e non SAP) che possono essere state adottate dall’Amministrazione,  operando secondo gli standard SOA di interoperabilità e, conseguentemente,  riducendo al minimo l’impatto tecnologico sull’esistente. SAP BPM interviene per integrare i flussi di processo che sono per natura trasversali e correlati ma che per esigenze applicative sono stati predisposti  in ambienti  e contesti tecnologici separati. In altre parole, SAP BPM crea integrazione secondo logiche di processo e non secondo logiche teconologiche o applicative e salvaguarda, in virtù della sua piena interoperabilità, gli investimenti fatti e quelli ancora da realizzare.