Le politiche per l’occupazione: dalle esigenze di coesione e inclusione ad un nuovo modello di welfare

Il contributo propone di fare il punto sulla gestione delle politiche attive e passive per l’occupazione in fase di crisi economica e intende esplorare il passaggio da un sistema di ammortizzatori e di implementazione di politiche attive per il lavoro, attivato in un regime di emergenza, ad un modello strutturale, mediato dallo schema comunitario della flexicurity, in grado di conciliare misure di sostegno al reddito e politiche attive per l’occupazione. La gestione degli effetti della crisi economica sull’occupazione ha segnato un punto di partenza per lo sviluppo di un sistema di flexicurity di carattere strutturale, ma il passaggio dall’emergenza ad un modello a regime non è immediato. Occorre rendere più saldo il legame tra competenze centrali e competenze regionali; è necessario risolvere la questione della sostenibilità finanziaria di un simile modello; è opportuno costruire un collegamento tra domanda di competenze delle imprese e offerta formativa pubblica e privata; adeguare e uniformare sull’intero territorio nazionale il livello di efficienza dei servizi per l’impiego. Una questione di fondo attiene ai margini di applicabilità al nostro paese del modello di flexicurity, nato nelle democrazie europee con sistemi di welfare avanzato e universalistico: elementi di contesto molto diversi rendono non facilmente applicabili alcuni degli assi su cui, in sede comunitaria, è stato fondato il modello della flexicurity.