Chiesa, un impegno per educare italiani all’immigrazione.

Secondo Gianromano Gnesotto, in tema di immigrazione occorre uno sguardo lungimirante che non sia basato sull’emergenza, tanto più che associazioni come Ismu e Caritas da anni compiono riflessioni su basi statistiche per dimostrare che si tratta di un fenomeno strutturale e positivo, ossia da considerare come una risorsa e non come un problema. Però siamo solo agli inizi di un cammino di integrazione da compiere, alla luce del concetto di inter e non multiculturalità e secondo un processo bidirezionale, multisettoriale e laborioso. Ad un anno dal piano per l’integrazione e la sicurezza, la prima questione riguarda la conoscenza stessa sia del piano nonché della Carta dei valori di cittadinanza e integrazione, che sono due documenti correlati.
Il fenomeno rappresenta una risorsa anche dal punto di vista religioso-ecclesiale. Considerato che nei prossimi dieci anni la Chiesa italiana sarà impegnata sui temi dell’educazione, si tratterà di educare gli italiani anche sull’immigrazione, che davvero rappresenta una sfida decisiva per il nostro paese. Premesso che tra i 5 pilastri del piano, l’istituzione ecclesiastica avrebbe voluto fosse inserita anche la questione della famiglia, Gnesotto ricorda quanto si sta già realizzando con e per gli immigrati, come gli oltre 600 centri pastorali etnici, i più 3mila sacerdoti stranieri, il gruppo di 60 esperti da tutta Italia che per un anno ha cercato di capire cosa significa integrazione ecclesiale e culturale, secondo il concetto di accoglienza.