Volontariato e P.A., un rapporto difficile?

Danilo Festa riconosce la sussidiarietà come principio fondamentale di libertà dei paesi europei, citando norme della legislazione italiana e comunitaria a suo sostegno e ricordando in quale direzione la PA può agire in suo nome. In Italia, nel rispetto di tale principio, esiste sui temi dell’associazionismo e del volontariato un groviglio di normative, che si sta cercando di rendere più comprensibile. Tra di esse, si distingue quella del 5 per mille, senza cui molte associazioni non riuscirebbero a realizzare le loro attività.
Il compito della PA centrale, rispetto alla sussidiarietà, è la collaborazione. Nel caso del 5 per mille, le istituzioni devono in prima istanza semplificare le norme burocratiche – considerando che ben il 20% dei fondi dell’anno 2008 non sono stati assegnati a causa di errori formali – . In secondo luogo è quello di controllare che venga realmente utilizzato per i fini indicati, rendendo necessaria la rendicontazione. Ogni anno vengono inoltre emanate delle direttive sui contributi derivanti dalle leggi sopra citate, rispetto a cui indichiamo i settori per cui le associazioni possono presentare dei progetti.
Il problema è che ogni anno il ministero è costretto a riprendere indietro una parte dei fondi assegnati al 5 per mille perché l’organizzazione interessata non è riuscita a spenderli oppure non esiste più. Ma mentre in questo caso esiste il “meccanismo” di salvaguardia, per cui i soldi non usati vanno redistribuiti a chi li ha spesi bene, per gli altri progetti molte volte ci sono diverse annualità da pagare, perché i finanziamenti arrivano in ritardo da parte del ministero dell’Economia.