La città intelligente è facile da usare e a misura del cittadino-cliente.

Secondo Mario Marini, senza soldi non si fa innovazione, ma il punto è che non è vero che le risorse economiche non ci siano, il problema è dove i Comuni scelgono di allocarle. E’ inoltre necessaria la volontà e lungimiranza di impegnarle su processi che abbiano obiettivi a medio e lungo termine.
Per il relatore la città è intelligente quando è facile, comprendo il concetto di accessibilità, fruibilità, usabilità da parte tutti, e rimettendo la persona e le sue esigenze al centro. Per capire quali siano le scelte più utili basta dunque partire dalla sapienza della massa, dal concetto di crowdsourcing e di città sensibile, fatta da soggetti che hanno qualcosa da dire perché la “usano”. Rispetto al concetto di tecnologia, Marini ritiene che il suo uso sia buono quando essa è solo uno strumento e rimane nascosta, facendo invece emergere i campi in cui viene applicata.

Nel secondo intervento Marini dichiara che i filoni lungo cui bisogna muoversi sono quelli della facilità e semplicità, come già detto prima, e del darsi le giuste priorità. Sempre mettendo al centro del proprio operare il cittadino-cliente dotato di possibilità di scelta e quindi propositivo.
Le due richieste forti lanciate al governo sono la revisione dell’applicazione del patto di stabilità, al momento castrante, ed una distribuzione meritocratica delle risorse, non solo attraverso lo strumento classico dei bandi ma considerando i percorsi virtuosi compiuti dalle città, secondo una visione a  medio e lungo termine.