Necessario far emergere l’intelligenza propria di ogni città.

Nel primo intervento Ezio Micelli tocca il tema della città intelligente, nel senso di una intelligenza propria di ogni città, che gli amministratori hanno il compito di far emergere, attraverso un lavoro di scavo e tecnologie ad hoc. Si tratta di un’intelligenza che non si dà da sola, ma attraverso dei percorsi partecipati prima viene messa in luce e poi condivisa, e quindi trasformata in orgoglio e capitale sociale, in un orizzonte di senso collettivo.

Nel secondo intervento MiceLli mette in evidenza due passaggi che possono essere messi in atto dalle amministrazioni, ossia alzare le tasse o vendere il patrimonio, che non costituiscono affatto innovazione ma sono entrambi pericolosi in quanto mantengono livelli di inefficienza interni. E’ invece necessario considerare la contrazione della spesa come dato strutturale, in quanto l’Italia non è un paese che cresce, e imparare a spendere di meno, puntando su maggiore efficienza ed efficacia.
Tra le misure da adottare, in primo luogo bisogna digitalizzare i provvedimenti sul fronte autorizzativo e rendere il tema dell’accessibilità fondativo del rapporto con il cittadino, in quanto non solo si diminuiscono i costi ma si aumenta anche la trasparenza. Rispetto alla spesa corrente sono invece necessari sistemi di parternariato, nel senso che è finito il tempo dei servizi a costo zero, per prevedere invece forme di coinvolgimento dell’utente finale per mezzo di tariffe, come nel caso delle politiche abitative fondate sull’housing sociale.