La 180 è stata una legge rivoluzionaria, la più radicale dell’Occidente, che ha cambiato un mondo, interrompendo da un giorno all’altro le degenze negli ospedali psichiatrici a favore dei servizi integrativi, spostando l’asse sul concetto di comunità e inserendo l’ambito della salute mentale nel Servizio Sanitario Nazionale. Così la pensa Angelo Fioritti rispetto al dibattito sulla 180 come riforma riuscita o mancata, di certo lui non cambierebbe la psichiatra di oggi con quella di 30 anni fa
In realtà il suo successo o meno dipende da come il SSN è stato declinato nelle varie regioni, esistono vari modelli organizzativi e investimenti diversi, comunque alcuni dati dovrebbero essere di conforto per una valutazione complessiva. Si è infatti realizzata una psichiatria di comunità e con risultati positivi. Basta non solo guardare i numeri, ma anche gli obiettivi di cura che sono diventati molto più ambiziosi.
La nuova frontiera della salute mentale è ora la sussidiarietà orizzontale, nel senso di non volersi più sostituire alla collettività ma collaborare con essa, rafforzando le rete esistenti o costruendone di nuove perché il servizio pubblico incontra sempre più difficoltà man mano che cerca di garantire agli utenti un’inclusione sociale vera. Ed esperienza della Fondazione Di Liegro in questo senso è di rilievo.