La diplomazia è stata tradizionalmente rappresentata nell’immaginario collettivo come qualcosa di segreto, gestita da pochi attori, con un’opinione pubblica relegata ad un ruolo passivo o del tutto inesistente. Nel corso dell’ultimo decennio, Internet, e in particolare i social media, hanno inaugurato una nuova era anche per i diplomatici. Distanze e tempi si sono ulteriormente ridotti, con un aumento esponenziale del flusso di informazioni condivise.
In particolare, i social media avvicinano la politica e la diplomazia ad un pubblico globale, permettendo di raggiungere ampie fette di popolazione che fino ad oggi erano di fatto escluse dalle grandi scelte di politica estera. Ad esempio, con solo 140 caratteri, Twitter crea e trasmette notizie e opinioni in tempo reale, in modo semplice e conciso, creando un dialogo virtuale ma molto efficace tra attori della diplomazia e cittadini.
Il cambiamento è caratteristica genetica della diplomazia. Nei secoli, ogni rivoluzione tecnologica ha cambiato il modo con il quale la diplomazia opera e comunica. Avvicinando la politica estera ai cittadini, Twitter ha due grandi effetti positivi: favorisce uno scambio virtuoso di idee tra i responsabili politici e la società civile, e migliora la capacità dei diplomatici di raccogliere informazioni e di anticipare, analizzare, gestire e reagire agli eventi. Oggi, da Washington a Bucarest, da Tunisi a Pechino, decine di ambasciate e consolati hanno almeno un profilo ufficiale su un social network, rafforzando ed espandendo in tal modo la portata globale della nostra politica estera e la nostra interazione con i cittadini stranieri, nonché con i nostri cittadini in tutto il mondo.