Equilibrio di genere. La presenza femminile ai vertici delle società pubbliche: riflessione sui primi dati di monitoraggio e vigilanza sulla legge n. 120/2011

In seguito all’entrata in vigore della legge n. 120/2011, che ha introdotto nell’ordinamento italiano il principio dell’equilibrio di genere negli organi di amministrazione e controllo delle società controllate dalle pubbliche amministrazioni  e delle società quotate, gli organi di amministrazione e controllo di queste società, in scadenza a partire dal 12/08/2012, e quelli delle società controllate da pubbliche amministrazioni in via diretta e indiretta, a partire dallo scorso 12 febbraio, devono essere rinnovati riservando una quota pari ad almeno un quinto dei propri membri al genere meno rappresentato, che ordinariamente è quello femminile.

Questa percentuale, a partire dal secondo e terzo rinnovo degli organi dovrà passare almeno a un terzo: dal 20% si passerà quindi alla percentuale del 33%.

Il Dipartimento per le pari opportunità è la struttura deputata, insieme alla Consob  che vigila sulle società quotate, a realizzare il monitoraggio e la vigilanza sull’applicazione della legge 120 del 2011 e del relativo regolamento di attuazione.

Nel caso di mancato rispetto dell’equilibrio di  genere in un organo di una  società pubblica è il Presidente del Consiglio dei Ministri o il Ministro delegato per le pari opportunità che procede a diffidare  la società a ripristinare l’equilibrio tra i generi entro 60 giorni, e, in caso di inottemperanza alla diffida, dopo un secondo warning con cui fissa un ulteriore termine di 60 giorni, se la società continua  a non adeguarsi i componenti dell’organo non in equilibrio decadono.

 

Durante il workshop il Dipartimento insieme ad esponenti di Cervedgroup spa intende divulgare i primi risultati di monitoraggio sulla presenza femminile nelle società controllate da amministrazioni pubbliche e i risultati dell’attività di vigilanza.