La città “collaborativa” e “condivisa”: una moda del momento o una possibile economia alternativa? I modelli di business e le chiavi di lettura

a sharing economy si propone come opportunità di economia 'dal basso', condivisa, sostenibile, coesiva. Quali sono i trend di crescita? Il Crowd-funding e il Land-share sembrano confermare l’esistenza di una domanda che premia i soggetti che facilitano l’accesso diretto e partecipato ai prodotti e servizi. In cosa allora la sharing economy si distingue dall’economia tradizionale? Quali sono i suoi modelli di business principali?

L’imprenditore “open” deve possedere nuove competenze: quali sono? Quali le nuove chiavi di lettura del territorio? Saper creare una community intorno ad un progetto di cambiamento sociale, saper stimolare il coinvolgimento civico, essere in grado di facilitare l’intermediazione leggera e l’accesso diretto ai beni. Questa è la futura “innovazione sociale di sistema”? La sharing economy sarà misurarsi con le sfide tradizionali dell’impresa: scalabilità, massa critica, capitalizzazione?

L’intervento vuole esplorare un possibile rischio: il capitalismo, che sembrava poter uscire “gentilmente” dalla porta, potrebbe rientrare dalla finestre… della rete.

Dalla invasività di  Facebook all'arroganza di Amazon, dalla superficialità di UBER allo sviluppo 'proprietario' del carsharing, lo sprito 'social' dei nuovi imprenditori si sta confondendo sempre più con lo 'spirito… animale' del capitalismo? E quegli imprenditori  'alternativi' -una volta un po’ Hippy- finiranno per sviluppare modalità e stili simili al  'vecchio' capitalismo? Sapranno integrare il bisogno di crescita e sviluppo delle nuove imprese del “consumo collaborativo” con il bisogno di partecipazione e relazione delle future comunità urbane?