La RAI ha scelto di ripercorrere una particolare attenzione al periodo che corre tra gli anni 50 e 60, fondamentali per un Paese che usciva dalla Guerra per pensare alla rinascita. Le storie di Mattei, Olivetti e oggi il maestro Manzi. La strada dritta è nell’alveo di questo pensiero, a 50 anni di distanza come per la nascita del SAIE. Non come operazioni di nostalgia, perché non erano anni facili, di grandi energie e di crescita economica ma ostacoli complessi. Il grande spostamento dai tempi odierni è che se oggi abbiamo grande velocità di confrontarci con la realtà, abbiamo anche un modo di guardare estremamente legato al momento. Allora si guardava al futuro, a quello dei figli e dei nipoti. Volevamo quindi restituire un deposito di energie per il presente, fatta di eroi diversi dal solito.