Il Repertorio Nazionale dei Dati Territoriali (RNDT) è stato istituito con l’articolo 59 del Codice dell’Amministrazione Digitale ed è stato individuato, dal successivo articolo 60, come base di dati di interesse nazionale. L’Agenzia per l’Italia Digitale ha realizzato il portale RNDT dove vengono pubblicati i metadati prodotti e conferiti da ciascuna amministrazione che, come previsto dalla normativa vigente, resta pienamente responsabile della correttezza e dell’aggiornamento degli stessi, nonché della tenuta, della gestione e dell’aggiornamento dei dati cui tali metadati si riferiscono.
È sempre più evidente, quindi, come l’utilizzo di sistemi avanzati per organizzare, catalogare e condividere i propri dati territoriali sia indispensabile per le amministrazioni, e non solo per mettersi in regola con gli obblighi di legge relativi alla comunicazione/scambio delle banche dati (tra cui il citato RNDT). Un SIT (Sistema Informativo Territoriale) che sfrutti tutte le potenzialità delle nuove tecnologie consente infatti di gestire in modo più efficiente il territorio, permettendo di conoscerne a fondo le caratteristiche e di condividere con i cittadini e con gli altri enti mappe di ogni tipo (piani urbanistici, piani regolatori, piani particolareggiati, punti di interesse storico, catasto), immagini, progetti, informazioni ambientali e turistiche.
Non tutti gli enti, però, possono permettersi grossi investimenti sui sistemi di informazione geografica. I programmi open source e le piattaforme cloud possono offrire in questi casi una risposta in termini di semplicità ed economicità, consentendo di avere a disposizione piattaforme avanzate anche agli Enti che non avrebbero la possibilità di realizzarle in autonomia, mancando le risorse e le competenze necessarie all’interno dell’amministrazione.
Di questo si parlerà nel corso del webinar di martedì 15 dicembre 2015, organizzato da FPA in collaborazione con Nordai, una start up sarda che lavora su piattaforme e servizi web innovativi dedicati all’informazione geografica, soprattutto a beneficio di quelle realtà come i piccoli Comuni italiani che difficilmente riescono a realizzare autonomamente sistemi informativi territoriali a base di open data.