È sempre più evidente come l’utilizzo di sistemi avanzati per organizzare, catalogare e condividere i propri dati territoriali sia indispensabile per le amministrazioni, e non solo per mettersi in regola con gli obblighi di legge relativi alla comunicazione/scambio delle banche dati (tra cui il citato RNDT). Un SIT (Sistema Informativo Territoriale) che sfrutti tutte le potenzialità delle nuove tecnologie consente infatti di gestire in modo più efficiente il territorio, permettendo di conoscerne a fondo le caratteristiche e di condividere con i cittadini e con gli altri enti mappe di ogni tipo (piani urbanistici, piani regolatori, piani particolareggiati, punti di interesse storico, catasto), immagini, progetti, informazioni ambientali e turistiche.
Non tutti gli enti, però, possono permettersi grossi investimenti sui sistemi di informazione geografica. I programmi open source e le piattaforme cloud possono offrire in questi casi una risposta in termini di semplicità ed economicità, consentendo di avere a disposizione piattaforme avanzate anche agli Enti che non avrebbero la possibilità di realizzarle in autonomia, mancando le risorse e le competenze necessarie all’interno dell’amministrazione.
Di questo ha parlato Giovanni Mameli, Avvocato, Ph.D. e Founder Nordai, nel suo intervento al webinar “Repertorio Nazionale dei Dati Territoriali (RNDT): obbligo per le amministrazioni e opportunità per il territorio”, organizzato da FPA in collaborazione con Nordai il 15 dicembre 2015. Nordai è una start up sarda che lavora su piattaforme e servizi web innovativi dedicati all’informazione geografica, soprattutto a beneficio di quelle realtà come i piccoli Comuni italiani che difficilmente riescono a realizzare autonomamente sistemi informativi territoriali a base di open data.